• Moda
  • Lunedì 27 giugno 2016

Cosa si è visto nella moda maschile a Parigi

Quali sono le 5 sfilate più innovative e di cui si è parlato di più: dai surfisti di Thom Browne al cappotto ritrovato di Balenciaga

di Enrico Matzeu – @enricomatzeu

Subito dopo quella di Milano, dal 22 al 26 giugno si è tenuta la settimana della moda uomo di Parigi con le sfilate delle principali case di moda francesi e internazionali, che hanno presentato le collezioni per la primavera/estate 2016. A differenza che a Milano, erano presenti tutti i marchi che sfilano solitamente a Parigi: sono sempre parecchi, dato che sono presenti molti stilisti non francesi, soprattutto quelli asiatici come Comme des Garçons, Yohji Yamamoto e Issey Miyake; l’unico italiano è Valentino. Le sfilate di Parigi si distinguono per la forte creatività e quest’anno si sono viste molte trovate insolite: queste sono le cinque collezioni più innovative e interessanti a detta degli esperti.

Balenciaga
È stata la sfilata più attesa e commentata dato che presentava la prima collezione maschile disegnata dal nuovo direttore creativo Demna Gvasalia, che lo scorso ottobre ha sostituito Alexander Wang alla guida creativa dell’azienda francese. La collezione femminile presentata a febbraio, la prima in assoluto di Gvasalia per Balenciaga, aveva fatto parlare parecchio perché segnava un netto cambio dello stile del marchio, allontanandosi da quello di Wang e recuperando il gusto del fondatore, Cristobal Balenciaga. Lo stesso è successo per la linea uomo: in particolare Gvasalia ha recuperato e fatto sfilare per primo un cappotto color cammello dalle spalle esageratamente larghe che Balenciaga stava realizzando per sé ma che non aveva mai completato. Gvasalia ha trovato il cappotto nell’archivio, lo ha terminato e lo ha utilizzato come ispirazione per l’intera collezione, fatta soprattutto di giacche dalle spalle enormi e pantaloni corti e stretti. Ha ridefinito la silhouette maschile attraverso la sartoria, con soprabiti molto aderenti, quasi femminili. Ha anche fatto sfilare modelli con tuniche bianche da cardinale e paramenti liturgici portati sopra il cappotto, un richiamo – pare – alla fede cattolica di Balenciaga. La sfilata si è tenuta in un liceo del settimo arrondissement di Parigi.
Paris Fashion Week - Balenciaga Runway
Alain Gil-Gonzalez/ABACAPRESS.COM

Pigalle
Tra i motivi per cui si è parlato della sfilata del marchio francese Pigalle, c’è il matrimonio simbolico avvenuto in passerella tra il direttore creativo Stéphane Ashpool e la sua compagna Marissa Seraphin. Pigalle non è molto conosciuta al pubblico ma è diffuso tra i più giovani per lo stile sportivo e ispirato all’abbigliamento di strada. I capi sono facilmente portabili, realizzati spesso in collaborazione con altri marchi sportivi, legati soprattutto al basket. La sfilata è stata organizzata nei giardini del museo di Montmartre, allestito come per un ricevimento di nozze. La collezione era in continuità con la precedente e i modelli indossavano abiti che richiamavano il matrimonio, con molte giacche e pantaloni bianchi, tessuti lucidi, insieme a bermuda e calzettoni da jogging.
pigalle

Givenchy

Le collezioni di Givenchy disegnate da Riccardo Tisci richiamano sempre l’attenzione, non solo perché Tisci è amico di molti personaggi famosi come Madonna e Kim Kardashian che sono spesso presenti alle sfilate, ma anche per gli abiti provocatori. Per l’ultima linea uomo, Tisci ha disegnato vestiti con chiari riferimenti alla massoneria: le giacche e le t-shirt hanno simboli massonici come i triangoli e l’occhio, disegnati nello stile del pittore René Magritte. Le casacche e i pantaloni, tutti molto larghi e abbastanza sportivi, sono fatti di quadratini bianchi e neri, oppure di fantasie verde militare che da lontano sembrano mimetiche ma che viste da vicino si rivelano disegni di dollari americani. I capelli avevano acconciature piatte e statiche, ottenute grazie all’utilizzo di molto gel. Alla fine hanno sfilato anche i capi femminili della collezione haute couture di Givenchy: quasi tutti abiti lunghi in bianco, nero o verde militare indossati, tra le altre, dalle modelle Bella Hadid e Natalia Vodianova.
Givenchy
(PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)
Givenchy
Bella Hadid sfila per la haute couture di Givenchy (EPA/ETIENNE LAURENT)

Comme des Garçons
Le sfilate di Rei Kawakubo, direttrice creativa di Comme des Garçons, sono sempre scenografiche e provocatorie. Per la linea Homme Plus si è ispirata alla favola di Hans Christian Andersen I vestiti nuovi dell’imperatore, quella in cui un bambino esclama a un certo punto «il re è nudo». I modelli hanno sfilato con giacche e cappotti trasparenti, senza maniche o in plastica colorata. C’erano anche completi con stampate sopra le grandi facce in bianco nero delle famose stampe dell’azienda di ceramiche italiane Fornasetti. Le acconciature dei modelli erano molto ingombranti, simili a corone di capelli. L’idea di Kawakubo era criticare il sistema della moda ma anche dei giornali e dei social network, per la facilità di procurarsi e diffondere informazioni più o meno false. Kawakubo ha provato a mettersi nei panni del bambino della favola di Andersen, che svela la nudità del re quando gli altri fingevano di vedergli addosso i vestiti più pregiati.
Comme des garcons
(FRANCOIS GUILLOT/AFP/Getty Images)

Thom Browne
Lo stilista americano Thom Browne è famoso per i capi stravaganti e le sfilate spettacolari; secondo i giornalisti questa è però la sua sfilata più eccessiva di sempre. La passerella era allestita in modo da sembrare una spiaggia di sabbia nera; c’erano anche surfisti con il volto dipinto di bianco e grandi tavole da surf con disegnata sopra la bandiera americana. I modelli camminavano tutto intorno, indossando completi di vari colori dipinti con la tecnica del trompe-l’œil. Il primo a uscire aveva un completo grigio scuro un po’ largo con in testa una maschera nera a forma di testa di squalo, altri indossavano piume bianche o colorate che li rendevano simili a gabbiani giganti. Tutti i modelli avevano i volti dipinti di bianco – compresi occhiali e cappellini. Il pubblico ha riso e applaudito molto; al termine della sfilata Browne ha chiesto un minuto di silenzio per il leggendario fotografo di moda newyorchese Bill Cunningham, morto il 25 giugno.
Thom Browne
(AP Photo/Kamil Zihnioglu)