Brexit, cos’è successo domenica
Nel Regno Unito si è parlato soprattutto di politica interna: il Partito Laburista si è spaccato sulla leadership del segretario Corbyn, con i "blairiani" che chiedono le sue dimissioni
“Brexit”, cioè la decisione presa con il referendum di giovedì scorso dal Regno Unito di uscire dall’Unione Europea, è da tre giorni la notizia più commentata sui giornali e i siti di news di tutto il mondo. L’opzione “Brexit” ha vinto il referendum con il 51,9 per cento dei voti, contro le previsioni e le aspettative della maggior parte degli osservatori.
La notizia di oggi è la grave crisi scoppiata all’interno del Partito Laburista. Sabato, Corbyn era stato criticato da diversi dirigenti del partito. In risposta, nella notte tra sabato e domenica, il segretario ha deciso di rimuovere dal suo incarico Hilary Benn, ministro degli Esteri ombra (cioè, la figura dell’opposizione incaricata di “tenere d’occhio” il ministero degli Esteri). Nel corso della giornata di domenica, nove ministri ombra dell’opposizione interna al partito si sono dimessi per protesta. Corbyn è criticato soprattutto per avere condotto una campagna molto tiepida a favore del “Remain”, ma le divisioni tra lui e l’opposizione interna risalgano a molto prima di “Brexit”. Il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon ha detto che il suo governo farà di tutto per mantenere la Scozia all’interno dell’Unione Europea, ripetendo che se necessario potrebbe indire un nuovo referendum sull’indipendenza.