L’affluenza tra i giovani al referendum su Brexit
Nuovi dati mettono in discussione la tesi delle diverse maggioranze tra "giovani" e "vecchi", ma sono anch'essi molto incerti
Uno degli argomenti su cui si è discusso di più nei giorno dopo il referendum su Brexit, con il quale i cittadini britannici hanno deciso di uscire dall’Unione Europea, è stata la divisione del voto tra giovani e anziani. Secondo diversi sondaggi, i primi hanno votato in larga parte a favore del “Remain”, i secondi soprattutto a favore del “Leave”. Anche in Italia è stato uno degli aspetti più discussi di Brexit: molte analisi hanno parlato di un “tradimento generazionale”, con il quale i più anziani hanno fatto una scelta molto azzardata di cui forse non subiranno le conseguenze, e che invece finirà per influenzare soprattutto i più giovani, che per la maggior parte volevano rimanere nell’Unione Europea. Anche nel Regno Unito il problema è stato molto commentato, tanto che uno dei leader della campagna per il “Leave”, l’ex sindaco di Londra Boris Johnson, nel suo primo discorso si è rivolto proprio ai giovani, dicendo che il Regno Unito rimarrà sempre parte dell’Europa e che sarà permesso loro di viaggiare e studiare nel continente.
Ieri, però, un’analisi sui dati twittata da Sky News ha apparentemente attenuato quelle conclusioni mostrando un altro aspetto della questione: quello dell’affluenza nelle diverse fasce d’età.
% who got through our final #EUref poll turnout filter by age group:
18-24: 36%
25-34: 58%
35-44: 72%
45-54: 75%
55-64: 81%
65+: 83%— Sky Data (@SkyData) June 25, 2016
Il dato di Sky News mostrerebbe che la percentuale di giovani che è andata a votare sarebbe stata molto più bassa di quella delle fasce più vecchie della popolazione. La fascia 18-24 è stata quella che è andata meno alle urne, con un’affluenza del 36 per cento. Nella fascia successiva considerata dal sondaggio, quella dai 25 ai 34 anni, c’è stata un’affluenza del 58 per cento, un risultato comunque molto più basso di quello riscontrato nelle fasce d’età più avanzate: 81 per cento nella fascia 55-64 e 83 per cento per quella dai 65 in su.
Dopo l’uscita dei dati di Sky News, in molti hanno ridimensionato i loro commenti sull’aspetto generazionale di Brexit, mentre altri hanno accusato di leggerezza e imprecisione quelli che avevano sollevato inizialmente la questione. Il sondaggio sull’affluenza non smentisce quelli che avevano mostrato come tra le persone sotto i 34 anni che hanno votato al referendum, il “Remain” ha vinto con poco meno del 70 per cento dei voti. Ma aggiunge un elemento utile per ricostruire meglio le dinamiche del voto, anche se fragile da un punto di vista scientifico: come ha spiegato Sky in un successivo tweet, i suoi dati sull’affluenza sarebbero un’estrapolazione – ma non si capisce bene con quali criteri condotta – fatta sui dati dell’affluenza alle elezioni legislative del 2015.
Based on 9+/10 certainty to vote, usually/always votes, voted/ineligible at GE2015
— Sky Data (@SkyData) June 25, 2016
Peraltro il Guardian scriveva già poche ore dopo la proclamazione dei risultati che diversi indizi puntavano in questa direzione. Nelle circoscrizioni elettorali con l’età media più bassa, l’affluenza è stata ridotta, mentre in quelle abitate da un numero maggiore di anziani è stata superiore alla media. Non è una sorpresa: tradizionalmente, in tutto il mondo sviluppato i giovani votano meno dei più anziani e negli ultimi anni questo divario è costantemente cresciuto.
Qualche tempo fa, l’Economist dedicò un articolo alle ragioni di questo scollamento: una delle possibili spiegazioni è che i giovani si sposano, comprano casa e diventano indipendenti sempre più tardi. Casa e famiglia sono considerati fattori che spingono alla partecipazione politica: chi ha un figlio, per esempio, è molto più interessato alle decisioni della politica sul sistema scolastico rispetto a chi non ne ha. Il fatto che i giovani abbiano votato meno dei più anziani, quindi, era in parte prevedibile.
L’argomento “giovani, anziani e Brexit” andrebbe trattato in ogni caso con una certa cautela. I dati di cui stiamo parlando, sia quelli su come hanno votato i giovani sia quelli su quanti giovani hanno votato, derivano da sondaggi di opinione – fatti dagli stessi istituti secondo cui tra l’altro avrebbe vinto il “Remain” – relativi a contesti distinti da quello eccezionale di questo referendum.
Correzione: una precedente versione di questo articolo non teneva conto della precisazione di SkyData sulla provenienza dei dati sull’affluenza, precisazione che li rende assai meno affidabili e da prendere con cautele ulteriori. Ci scusiamo di questa trascuratezza, che contraddice la nostra usuale consapevolezza che non sia possibile ottenere certezze di questa perentorietà su tendenze di questa dimensione e complessità.