La mostra di William Klein, che cambiò la fotografia di strada
Immagini esposte a Milano che raccontano Roma e New York negli anni Cinquanta, e un nuovo modo di trattare la moda
Dal 17 giugno all’11 settembre il palazzo Ragione Fotografia a Milano ospita una mostra dedicata allo statunitense William Klein, uno dei fotografi più importanti del Novecento, considerato tra i fondatori della fotografia di strada. La mostra – che si intitola William Klein: il mondo a modo suo – raccoglie 150 opere provenienti dal suo archivio personale ed estratti di film che ha diretto. È suddivisa in nove sezioni: le prime opere, perlopiù lavori astratti con figure geometriche e contrasti di colori; quelle dedicate alla fotografia di strada a New York, Roma, Mosca, Tokyo e Parigi; una dedicata alla moda; una ai cosiddetti Contatti dipinti, che uniscono fotografia e pittura; e l’ultima ai film, con la proiezione di un filmato di mezz’ora con estratti dei lavori che ha diretto.
Klein nacque a New York nel 1928 da una famiglia ebrea di origine ungherese. A 20 anni si trasferì a Parigi dove iniziò a lavorare come pittore e a realizzare le prime fotografie astratte; a Milano vennero allestite le sue due prime retrospettive, realizzate insieme all’architetto Angelo Mangiarotti. Nel 1954 ritornò a New York e ne fotografò i quartieri e gli abitanti con umorismo e riflettendone la vitalità rompendo le tradizionali regole della composizione fotografica, con immagini in movimento, a volte sfocate, con l’utilizzo del grandangolo e della luce naturale. Pubblicò poi le fotografie nel libro New York, per cui ricevette il prestigioso premio Nadar nel 1957. Negli anni successivi Klein fotografò molte città in giro per il mondo tra cui Roma, dove fu invitato da Federico Fellini per fargli da assistente per Le notti di Cabiria.
Klein è considerato anche un innovatore della fotografia di moda, e lavorò a lungo per la rivista Vogue. È dedicato alla moda anche il suo primo film, Qui êtes-vous, Polly Maggoo?: uscì nel 1966 e prendeva in giro il mondo delle modelle, degli stilisti e i loro eccessi. Ha girato anche un documentario su Muhammad Ali, Cassius the Great, e The French, dedicato al torneo di tennis del Roland Garros di Parigi.