Com’è andato il giorno dopo “Brexit”
Molti leader europei hanno chiesto che il Regno Unito acceleri le procedure per uscire dalla UE, Merkel ha detto che non c'è fretta: e si parla di un nuovo referendum per l'indipendenza della Scozia
Da venerdì mattina, l’argomento più discusso sui giornali e sui siti di news è “Brexit”, cioè il nome con il quale è identificata la scelta di lasciare l’Unione Europea fatta dai cittadini britannici nel referendum di giovedì 23 giugno. L’opzione “Brexit” ha vinto con il 51,9 per cento dei voti, contro le previsioni e le aspettative della maggior parte degli osservatori. A partire da oggi, quindi, cominceranno le complicate procedure per formalizzare l’uscita del Regno Unito dalla UE. Portare a termine tutti passaggi richiederà diversi anni, secondo la maggior parte degli esperti. Dopo l’annuncio dei risultati del referendum, venerdì mattina, il primo ministro britannico David Cameron ha annunciato che si dimetterà entro ottobre, lasciando al suo successore il compito di gestire e trattare l’uscita dalla UE. Cameron aveva proposto il referendum per ottenere nuove concessioni da parte della UE. Dopo averle ottenute all’inizio del 2016, ha iniziato a fare campagna a favore dell’opzione “Remain”. Nel frattempo anche il leader del principale partito di opposizione, il laburista Jeremy Corbyn, è in difficoltà e diversi membri del suo partito ne hanno chiesto le dimissioni.
Diverse istituzioni e leader europei hanno commentato l’esito del referendum con espressioni di rammarico, e hanno invitato il Regno Unito ad affrettare le procedure di uscita dall’Unione per rendere questo momento di instabilità il più breve possibile. In controtendenza con gli altri leader, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha usato oggi toni più concilianti, dicendo che non bisogna affrettare le procedure e che le trattative non dovranno avere un intento punitivo. Intanto, il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon ha detto che il suo governo farà di tutto per mantenere la Scozia all’interno dell’Unione Europea, ripetendo che se necessario arriverà a indire un nuovo referendum sull’indipendenza.
La notizia della vittoria di “Brexit” ha causato un crollo della sterlina sul dollaro, con perdite oltre il 10 per cento, le più alte degli ultimi 30 anni. Le principali borse europee hanno avuto perdite consistenti a causa delle incertezze sui mercati: Milano ha chiuso a -12,48 per cento, il suo peggior risultato degli ultimi decenni. La seduta della borsa di Londra si è chiusa a -3,15. Sabato, l’agenzia di rating Moody’s ha declassato le aspettative sull’economia britannica da “stabile” a “negativo”, spiegando che si aspetta un peggioramento della situazione economica del paese a causa dell’incertezza generata dal referendum.