Il datato gabbiano Jonathan Livingston
Storia del romanzo che fu un enorme successo e un simbolo degli anni Settanta, oggi che il suo dimenticato autore compie 80 anni
Richard Bach – che oggi compie 80 anni – faceva il pilota di aereo. Cominciò a volare a 17 anni, fu riservista per l’U.S. Air Force e pilota acrobatico; ad esempio, lavorò come stuntman sul set del film Il barone rosso (1971) di Roger Corman. Tutto quello che poi Bach ha scritto nella sua vita è legato in qualche modo al volo: da giovane alcuni manuali tecnici per la Douglas Aircraft Company, un’azienda produttrice di aerei poi assorbita da Boeing; poi collaborò con alcune riviste specializzate in aviazione, come l’americana Flying, e infine ha scritto più di 20 opere di narrativa, tutte in qualche modo sul tema del volo. E nel 1970, Il gabbiano Jonathan Livingston, un romanzo che divenne un bestseller enorme in tutto il mondo, e un simbolo di quel decennio, oggi quasi del tutto dimenticato.
Cos’è Il gabbiano Jonathan Livingston
Il breve romanzo che allora fu per i libri quello che Love Story fu per i film è una specie di fiaba con un significato metaforico, nello stile new-age che andava molto di moda tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta e che Il gabbiano rese popolarissimo e accessibile anche ai più profani. Racconta la storia di un gabbiano di nome Jonathan Livingston che ama moltissimo volare e si impegna a perfezionare le sue tecniche di volo: per questo appare diverso dagli altri gabbiani, per cui invece la cosa più importante è procurarsi il cibo. Il senso di isolamento dovuto all’incomprensione con gli altri gabbiani, che lo cacciano dal loro stormo, porta Jonathan a riflettere a lungo sul significato dell’esistenza. Ha una vita solitaria ma quando sente di stare per morire viene raggiunto da due gabbiani con le piume molto bianche che appartengono a un livello di esistenza superiore a quello terrestre, anche se transitorio; nella nuova dimensione a cui arriva Jonathan perfeziona ancora di più la sua tecnica di volo. Il resto della storia si svolge tra questa dimensione e la Terra, dove Jonathan torna per insegnare ad altri gabbiani come si può volare in modo migliore. Se detta così sembra una cosa straordinariamente ingenua e un po’ noiosa, è perché era una cosa straordinariamente ingenua e un po’ noiosa: in cui però milioni di lettori videro affascinanti metafore religiose, ideologiche, spirituali.
Bach disse che la storia era ispirata al pilota acrobatico John H. Livingston (1897-1974), detto Johnny. Il libro è dedicato “al vero gabbiano Jonathan, che vive in ognuno di noi”. La versione originale del romanzo contiene fotografie di gabbiani realizzate dal fotografo Russell Munson, specializzato in immagini aeree.
È un libro che appartiene al repertorio e al periodo di moda di altri romanzi – diversissimi – come Siddharta di Hermann Hesse e Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta di Robert Pirsig, per via del suo messaggio esistenziale, ma dal punto di vista letterario è meno complesso e ha uno stile che oggi appare un po’ superato. Già negli anni Settanta divenne oggetto di molte parodie per il suo messaggio; una di queste, il racconto Il piccione Marvin Stanley, fu pubblicato sul New Yorker, con il sottotitolo “Una favola da adulti per adolescenti di tutte le età”.
Richard Bach nel 1975 (Anonymous/AP/dapd)
Nel 2012 Richard Bach, allora settantaseienne, ebbe un incidente aereo in cui rischiò di morire. Dopo essersi ripreso scrisse un nuovo capitolo di Il gabbiano Jonathan Livingston: inizialmente fu pubblicato solo come ebook su Amazon, ora si trova in fondo alle nuove edizioni del romanzo, compresa quella italiana, edita da Rizzoli.
La storia del successo di Il gabbiano Jonathan Livingston
Prima di essere pubblicato dalla grande casa editrice birtannica Macmillan e diventare un bestseller, Il gabbiano Jonathan Livingston fu rifiutato da numerosi editori. Nel 1972, due anni dopo la pubblicazione, vendette più di un milione di copie e rimase nella lista dei bestseller del New York Times per 38 settimane. Fu tradotto in decine di lingue e nel 1973 ispirò un film omonimo, che però non ebbe molto successo; la colonna sonora, realizzata da Neil Diamond, piacque invece molto e vinse un premio Grammy nel 1974, mentre il disco incassò più del film stesso.
Come altri betseller di tipo “esperienziale” (altri esempi sono i libri di Paolo Coelho o Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, o La collina dei conigli di Richard Adams), Il gabbiano Jonathan Livingston ha alcune caratteristiche precise: è semplice ma parla semplicemente di argomenti profondi; è abbastanza minimale da lasciare a chi legge il compito di interpretare il senso della storia; è breve e ha le figure; il suo protagonista è un eroe positivo e solitario in cui chiunque può identificarsi con gratificazione.
In Italia uscì nel 1973 e da allora ha venduto più di 2 milioni di copie.