Storie dal Ritz di Parigi
L'hotel in cui morì Coco Chanel e in cui passarono molte serate Hemingway e Fitzgerald ha riaperto a giugno, dopo 4 anni di ristrutturazione
Il 6 giugno ha riaperto l’Hotel Ritz di Parigi, uno dei più famosi alberghi del mondo. Era chiuso dal 2012 per un importante piano di ristrutturazione: dalla sua fondazione nel 1898 era la prima volta che veniva chiuso, dato che rimase aperto anche durante la Seconda guerra mondiale, quando l’aviazione tedesca ne occupò una parte. Si trova al numero 15 di Place Vendôme, la piazza dove ha sede anche il ministero della giustizia francese. Furono ospiti del Ritz molti personaggi famosi, tra cui la stilista Coco Chanel che ci abitò dal 1931 a quando morì, nel 1971: si racconta che la forma ottagonale della sua suite ispirò la bottiglia del profumo Chanel nº 5. Diana Spencer passò al Ritz le ultime ore della sua vita, prima di morire in un incidente stradale il 31 agosto 1997. Il Ritz è anche citato in numerose opere letterarie (forse più di ogni altro albergo famoso) perché molti scrittori furono ospiti o vi ambientarono alcune scene dei loro romanzi.
L’Hotel Ritz nel 2005 (Flickr/Gary Socrates)
Marcel Proust
Alcune suite del Ritz sono intitolate a personaggi famosi legati in qualche modo alla sua storia. Uno di questi è lo scrittore francese Marcel Proust (1871-1922), autore di Alla ricerca del tempo perduto. Negli ultimi anni della sua vita, Proust cenava spesso al Ritz. A quel tempo viveva a Parigi anche la scrittrice americana Edith Wharton (1867-1937), che invece non apprezzava particolarmente l’hotel: una sua conoscente diceva sempre che le signore di Parigi si dividevano in due categorie, le “Ritz” e le “anti-Ritz”; in quest’ultima c’era soltanto Wharton.
La suite Marcel Proust si trova al primo piano, ha la vista sul giardino dell’hotel ed è disponibile da 4.000 euro a notte.
L’Hotel Ritz nel 1904 (Keystone/Getty Images)
Francis Scott Fitzgerald
In Tenera è la notte, il quarto romanzo di Francis Scott Fitzgerald (1896-1940), l’Hotel Ritz è citato come uno dei luoghi in cui i personaggi passano il loro tempo a Parigi. Nella prima parte del libro, narrata dal punto di vista della giovane americana Rosemary, viene raccontata questa scena in cui i protagonisti prendono in giro i camerieri dell’hotel:
«La volta che rise di più fu in seguito, quando sei di loro, i migliori, le vestigia più nobili della serata, si intrattennero nella hall ombrosa del Ritz, comunicando al portiere di notte che il generale Pershing era fuori e voleva caviale e champagne. “Non tollera ritardi. C’è il fior fiore degli uomini e delle armi al suo servizio”. Allora da ogni parte sbucarono fuori camerieri frenetici, un tavolo venne allestito nell’atrio e Abe entrò impersonando il generale, mentre tutti scattavano in piedi a cantare sottovoce vecchi brani di canzoni di guerra. Però la reazione offesa dei camerieri fino a quell’apice non li soddisfece, così realizzarono una vera e propria trappola: un enorme e fantastico macchinario costruito con tutti i mobili dell’atrio, che funzionava come una delle bizzarre macchine dei fumetti di Goldberg».
La suite del Ritz dedicata a Fitzgerald si può prendere a partire da 10mila euro a notte: è al terzo piano e si affaccia su Place Vendôme.
L’interno del Ritz nel 1920 circa (H.C. Ellis/Hulton Archive/Getty Images)
Ernest Hemingway
Uno dei tre bar del Ritz è intitolato allo scrittore americano Ernest Hemingway (1899-1961) dal 1994. Hemingway citò l’hotel nel romanzo Fiesta. Uno dei protagonisti del romanzo, lo scrittore americano Robert Cohn, passa due anni a Parigi insieme alla sua compagna Frances, che a un certo punto nella prima parte del libro dice, parlando di un appuntamento:
«Sono andata al Ritz ad aspettarla e lei non si è fatta viva, e io naturalmente non avevo soldi abbastanza per pranzare al Ritz…».
Anche Fitzgerald trascorreva molto tempo al bar, alle cui pareti si possono vedere fotografie di Hemingway e altri cimeli, tra cui un suo fucile. Per tre anni, dal 1985 al 1987, il proprietario del Ritz, il miliardario egiziano Mohammed al Fayed, fece assegnare anche un premio letterario in onore di Hemingway, il Prix Ritz-Paris-Hemingway, che consisteva in 50mila dollari.
Il Bar Hemingway nel 2010 (Flickr/Christos Loufopoulos)
Bret Easton Ellis
Un romanzo molto più recente in cui compare l’Hotel Ritz è di Glamorama di Bret Easton Ellis, il libro del 1998 che avrebbe in parte ispirato la sceneggiatura del film Zoolander. Nel romanzo l’hotel è distrutto dall’esplosione di una bomba fatta in casa da un gruppo di modelle vestite con completi Armani:
«Detriti di cemento riempiono le strade attorno al Ritz e devi scalarli per arrivare in Place Vendôme, dove ci sono persone che corrono in giro ricoperte di sangue mentre urlano al cellulare sotto il cielo coperto di fumo. L’intera facciata dell’hotel è stata spazzata via, parti del tetto svolazzano nell’aria e molte automobili, soprattutto BMW, stanno bruciando. Due limousine giacciono capovolte e l’odore di catrame bruciato è dappertutto, le strade e i marciapiedi sono completamente bruciati».
Citazioni in altri romanzi
Il Ritz fa da sfondo a scene romanzesche anche in alcuni romanzi di genere: Dalla Russia con amore di Ian Fleming, uno dei romanzi sul personaggio dell’agente segreto James Bond; Il codice Da Vinci di Dan Brown e Il diavolo veste Prada di Lauren Weisberger. In questo romanzo uno dei personaggi secondari è un portiere del Ritz che aiuta la protagonista Andrea a risolvere i problemi di Miranda Priestly, la direttrice della rivista di moda per cui lavora. Nel romanzo Priestly alloggia ovviamente nella suite Coco Chanel.