Alla maturità è uscito Umberto Eco
La traccia dell'analisi del testo è su un saggio sul senso della letteratura e sulla lingua italiana
È iniziato l’esame di stato delle scuole superiori con la prima prova scritta, il tema. Tra le tracce c’è l’analisi di un saggio scritto da Umberto Eco, l’importante intellettuale italiano morto il 19 febbraio 2016. Il brano scelto per l’analisi del testo si intitola Su alcune funzioni della letteratura ed è tratto da Sulla letteratura (2002), una raccolta di scritti sul perché si scrive, su alcuni scrittori amati da Eco (tra cui Oscar Wilde e Jorge Luis Borges) e su come alcune opere letterarie hanno influenzato la storia dell’umanità. L’analisi del testo è la cosiddetta “tipologia A” al tema di maturità. TGCOM ha pubblicato un’immagine della traccia; nella versione digitale di Sulla letteratura presente in Google Libri Su alcune funzioni della letteratura può essere letto nella sua interezza.
Questo è l’estratto da analizzare:
Siamo circondati di poteri immateriali, che non si limitano a quelli che chiamiamo valori spirituali, come una dottrina religiosa. […] E tra questi poteri annovererei anche quello della tradizione letteraria, vale a dire del complesso di testi che l’umanità ha prodotto e produce non per fini pratici (come tenere registri, annotare leggi e formule scientifiche, verbalizzare sedute o provvedere orari ferroviari) ma piuttosto gratia sui, per amore di se stessi – e che si leggono per diletto, elevazione spirituale, allargamento delle conoscenze, magari per puro passatempo, senza che nessuno ci obblighi a farlo (se si prescinde dagli obblighi scolastici). […]
A che cosa serve questo bene immateriale che è la letteratura? […]
La letteratura tiene anzitutto in esercizio la lingua come patrimonio collettivo. La lingua, per definizione, va dove essa vuole, nessun decreto dall’alto, né da parte della politica, né da parte dell’accademia, può fermare il suo cammino e farla deviare verso situazioni che si pretendano ottimali. […]La lingua va dove vuole ma è sensibile ai suggerimenti della letteratura. Senza Dante non ci sarebbe stato un italiano unificato. […]
E se qualcuno oggi lamenta il trionfo di un italiano medio diffusosi attraverso la televisione, non dimentichiamo che l’appello a un italiano medio, nella sua forma più nobile, è passato attraverso la prosa piana e accettabile di Manzoni e poi di Svevo o di Moravia.
La letteratura, contribuendo a formare la lingua, crea identità e comunità. Ho parlato prima di Dante, ma pensiamo a cosa sarebbe stata la civiltà greca senza Omero, l’identità tedesca senza la traduzione della Bibbia fatta da Lutero, la lingua russa senza Puškin […].La lettura delle opere letterarie ci obbliga a un esercizio della fedeltà e del rispetto nella libertà dell’interpretazione. C’è una pericolosa eresia critica, tipica dei nostri giorni, per cui di un’opera letteraria si può fare quello che si vuole, leggendovi quanto i nostri più incontrollabili impulsi ci suggeriscono. Non è vero. Le opere letterarie ci invitano alla libertà dell’interpretazione, perché ci propongono un discorso dai molti piani di lettura e ci pongono di fronte alle ambiguità e del linguaggio e della vita. Ma per poter procedere in questo gioco, per cui ogni generazione legge le opere letterarie in modo diverso, occorre essere mossi da un profondo rispetto verso quella che io ho altrove chiamato l’intenzione del testo.
Alcune parti di Sulla letteratura hanno a che fare con le tecniche della cosiddetta “scrittura creativa“, secondo cui è possibile imparare a raccontare storie seguendo alcune regole. L’ultimo saggio compreso in Sulla letteratura si intitola Come scrivo: in esso Umberto Eco spiegò le sue tecniche per scrivere romanzi. Sulla letteratura, che è composto da testi scritti prevalentemente tra il 1990 e il 2002, può essere considerato una continuazione di un’altra raccolta di Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi (2000), in cui erano stati messi insieme sei interventi tenuti da Eco tra il 1992 e il 1993 all’Università di Harvard.
Su alcune funzioni della letteratura era stato scritto inizialmente per fare parte di un’antologia di saggi di scrittori a proposito del mestiere di scrivere e delle tecniche per farlo: Come si scrive un romanzo, pubblicata da Bompiani nel 1996 e curata da Maria Teresa Serafini.