Le telefonate tra Omar Mateen e la polizia, la notte della strage di Orlando
L'FBI ha diffuso le trascrizioni originali, che aggiungono qualche dettaglio su cosa sia successo dentro al Pulse
di Matt Zapotosky e Mark Berman – The Washington Post
Lunedì 20 giugno l’FBI ha diffuso una trascrizione parziale delle conversazioni telefoniche tra Omar Mateen – l’uomo che una settimana fa ha ucciso 49 persone un locale gay di Orlando – e i negoziatori e gli operatori del centralino della polizia americana. Le conversazioni rafforzano la tesi secondo cui Mateen, che aveva 29 anni, sia stato almeno in parte ispirato dallo Stato Islamico, e che fosse determinato a compiere una strage. Nonostante siano solo un altro elemento della complessa situazione che gli investigatori stanno cercando di ricostruire, gli scambi tra Mateen e la polizia danno forse l’idea a oggi più precisa di quello che Mateen potrebbe aver pensato mentre compiva il massacro.
Mateen ha parlato al telefono da un bagno del Pulse – dove si era rinchiuso insieme ad alcuni ostaggi – e ha detto di aver piazzato un veicolo con degli esplosivi fuori dal locale, e che li avrebbe «innescati» se la polizia avesse provato a «fare qualcosa di stupido», si legge nelle trascrizioni. Mateen ha detto ai suoi interlocutori di essere stato lui a fare la sparatoria, minacciando in modo vago altri attacchi: «Nei prossimi giorni vedrete altre azioni come questa». Mateen ha anche giurato fedeltà al capo dello Stato Islamico. La polizia non ha trovato esplosivo.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti non ha diffuso la trascrizione completa di tutte le conversazioni tra Mateen e le forze dell’ordine, di cui non è stato nemmeno fornito l’audio. Inizialmente, il Dipartimento di Giustizia aveva oscurato i riferimenti allo Stato Islamico e al suo capo, Abu Bakr al-Baghdadi. Negli Stati Uniti, la decisione ha attirato grandi critiche dai Repubblicani: secondo alcuni di loro l’amministrazione Obama starebbe cercando di sminuire il legame tra la sparatoria e lo Stato Islamico. «Modificare questa trascrizione in maniera selettiva è una cosa assurda», ha detto lo speaker della Camera, il deputato Repubblicano Paul Ryan. «Sappiamo che l’attentatore era un estremista islamico radicale ispirato dall’ISIS. Sappiamo anche che ha intenzionalmente preso di mira la comunità LGBT. L’amministrazione dovrebbe diffondere la trascrizione completa e non oscurata, in modo che l’opinione pubblica abbia ben chiaro chi sia stato a fare tutto questo, e perché». Il governatore Repubblicano della Florida Rick Scott ha ribadito il concetto in un’intervista a Fox News, in cui ha definito la diffusione parziale della trascrizione come un «altro esempio di come non ci si concentri sul vero nemico».
L’FBI e il Dipartimento di Giustizia hanno poi diffuso i dettagli di una conversazione che comprendeva anche riferimenti espliciti allo Stato Islamico. Alcuni funzionari hanno detto di non averlo fatto prima per sensibilità nei confronti dei morti e dei feriti, e perché non volevano «fornire all’assassino o alle organizzazioni terroristiche uno spazio per far pubblicità alla loro propaganda d’odio». «Purtroppo la mancata diffusione delle parti della trascrizione in cui erano citate le organizzazioni terroristiche e i loro leader ha distolto eccessivamente l’attenzione dal duro lavoro che l’FBI e le nostre forze dell’ordine stanno facendo per indagare su questo crimine atroce», si legge in una dichiarazione congiunta del Dipartimento di Giustizia e dell’FBI.
L’indagine che cerca di capire cosa abbia spinto Mateen a compiere la strage è iniziata da poco più di una settimana e molte domande non hanno ancora risposta. Gli investigatori, per esempio, non hanno reso noto pubblicamente quanti clienti del locale siano stati feriti dai colpi sparati dalla polizia durante lo scontro confuso con Mateen, e non hanno nemmeno spiegato per quale ragione Mateen abbia attaccato un popolare locale LGBT. «Quello che posso dirvi è che l’assassino ha detto queste cose terribili in modo agghiacciante, calmo e ponderato», ha detto lunedì Ron Hopper dell’FBI durante un conferenza stampa. Hopper ha detto che le indagini dell’FBI «potrebbero durare mesi o addirittura anni», e che gli investigatori hanno condotto più di 500 interrogatori e raccolto centinaia di prove. Gli agenti dell’FBI credono che Mateen si «sia radicalizzato negli Stati Uniti», e non che sia stato guidato da un gruppo terroristico straniero, anche se gli investigatori stanno esaminando una «miriade» di elementi per determinare un movente preciso, ha raccontato Hopper.
La trascrizione parziale, tuttavia, rivela alcune sfumature sugli eventi del Pulse. La prima telefonata che diceva che al Pulse erano stati sparati diversi colpi è arrivata alle 2:02 del mattino, e due minuti dopo sul posto sono arrivati altri agenti di polizia. Alle 2:08 sono entrati nel locale agenti di diverse forze, e alle 2:18 è stato richiesto l’intervento dell’unità speciale SWAT. Alle 02:35 Mateen ha chiamato per la prima volta il numero per le emergenze, il 911, dal bagno del Pulse.
Omar Mateen: «Nel nome di Dio il Misericordioso, il benefico [in arabo]»
Operatore: «Cosa?»
Omar Mateen: «Lode a Dio, e che le preghiere e la pace scendano sul profeta di Dio [in arabo]. Sappiate, sono a Orlando e ho fatto io la sparatoria».
Operatore: «Come si chiama?»
Omar Mateen: «Il mio nome è che giuro fedeltà a Abu Bakr al Baghdadi dello Stato Islamico».
Le forze dell’ordine e altre fonti ufficiali avevano già detto in precedenza che Mateen aveva giurato fedeltà allo Stato Islamico durante una delle sue telefonate alla polizia, e che aveva fatto lo stesso in alcuni messaggi postati su Facebook. Il direttore dell’FBI James B. Comey e il presidente Obama hanno detto che Mateen sembrava almeno in parte spinto dalla propaganda estremista che si trova su Internet. Gli investigatori hanno anche indagato sulle tesi secondo cui Mateen avesse usato un’app di incontri gay e che fosse già stato al Pulse prima della sparatoria. Le autorità americane hanno detto di considerare quello di Mateen come un crimine di terrore e odio. Domenica il procuratore generale degli Stati Uniti Loretta E. Lynch ha detto a CNN che durante le telefonate Mateen «non era entrato» sull’argomento di cosa pensasse dei gay, e nelle trascrizioni parziali non c’è traccia di discussioni sul tema. Hopper ha detto che le tesi secondo cui Mateen fosse gay «erano ancora al vaglio», e che gli investigatori non avevano ancora raggiunto una conclusione. Lunedì l’FBI ha detto che oltre alle sue telefonate con gli operatori del 911, Mateen aveva parlato tre volte al telefono con i negoziatori della polizia, la prima volta alle 2:48 per nove minuti, poi alle 3:03 per 16 minuti, e la terza alle 3:24 per tre minuti. Durante queste telefonate, Mateen «si è identificato come un soldato islamista» – ha detto l’FBI – e ha detto al negoziatore «di dire all’America di smettere di bombardare la Siria e l’Iraq». L’FBI ha aggiunto che Mateen ha detto che era quello il motivo per cui era «qui adesso». Mateen ha anche parlato della presenza di «un veicolo fuori con delle bombe», e ha poi minacciato la polizia: «La pagherete, e le innescherò se provate a fare qualcosa di stupido», si legge nella trascrizione dell’FBI. Mateen ha anche detto che indossava un giubbotto simile a quelli «usati in Francia».
Mateen ha fatto le telefonate dopo due sparatorie con la polizia all’interno del Pulse, dal bagno in cui si era poi rifugiato. Alcuni funzionari della polizia di Orlando hanno raccontato che i colpi d’arma da fuoco si sono interrotti dopo che Mateen era entrato nel bagno, dove sono iniziate le trattative. Nel frattempo gli agenti erano al lavoro per liberare gli ostaggi, inclusi quelli nascosti nei camerini del Pulse. Alcune delle persone intrappolate nel bagno con Mateen avevano già descritto le telefonate fatte da Mateen, e le forze dell’ordine avevano annotato i dettagli sugli altri contatti avuti con persone all’esterno da Mateen, che aveva scambiato alcuni messaggi con la moglie e aveva fatto almeno una telefonata a un suo conoscente, stando a quanto riportato dalle forze dell’ordine. I dettagli delle telefonate e dei messaggi, tuttavia, non sono chiari, e l’FBI non ha reso noto quante telefonate Mateen abbia fatto esattamente, o a chi. Alle 5 del mattino le trattative con Mateen sono state interrotte , e gli agenti della SWAT hanno creato dei varchi nel muro in corrispondenza del bagno per liberare gli ostaggi. Lunedì l’FBI ha detto che dopo circa 12 minuti dall’inizio delle operazioni è stata avvertita che erano stati sparati altri colpi. Mateen è uscito da uno dei varchi, dove è stato ucciso dagli agenti della SWAT in un’ultima sparatoria. Lunedì le autorità hanno confermato che il corpo di Mateen – che era stato trasportato separatamente dal Pulse e tenuto in un edificio diverso da quello in cui erano stati portati gli altri morti – ha lasciato l’ufficio del medico legale di Orange County.
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