Come si comprano le armi negli Stati Uniti
Nelle armerie e senza particolari controlli, anche se sei stato tenuto d'occhio per terrorismo: l'attentatore di Orlando ha fatto altrettanto
La strage di Orlando di domenica scorsa – dove un uomo ha ucciso 49 persone, la peggiore sparatoria di massa nella storia statunitense – ha portato nuovi argomenti al dibattito sulla grande diffusione delle armi negli Stati Uniti e sulla mancanza di controlli efficaci per evitare che persone pericolose e instabili possano acquistare fucili e pistole senza particolari limitazioni. Omar Mateen, l’autore della strage, aveva per esempio acquistato una pistola, un fucile e una grande quantità di munizioni pochi giorni prima di condurre il suo attacco, nonostante fosse stato indagato in passato dall’FBI per terrorismo.
Oggi negli Stati Uniti non ci sono leggi federali che impediscano alle persone nelle liste dell’antiterrorismo di acquistare armi, come qualsiasi altro cittadino. La mancanza di regole più severe è discussa da tempo: chi le chiede dice che contribuirebbero a rendere più efficace il controllo delle armi, mentre per i detrattori costituirebbero una grave limitazione al secondo emendamento della Costituzione americana, che sancisce il diritto per ogni cittadino di avere un’arma, e in generale alla libertà personale. In seguito alla strage di Orlando, mercoledì 15 giugno alcuni senatori Democratici hanno fatto ostruzionismo in Senato per circa 15 ore, chiedendo che siano riviste le leggi federali per limitare la vendita delle armi a chi è sospettato di terrorismo, e rientra nelle liste dell’FBI o in quelle di altre agenzie di sicurezza. Se ne parlerà alla Camera, dove i Repubblicani hanno una larga maggioranza, ma appare improbabile un accordo tra i due partiti.
La vendita di armi negli Stati Uniti
Le regole per l’acquisto di armi variano sensibilmente da stato a stato, ma ci sono comunque alcune regole di base stabilite a livello federale. Negli Stati Uniti ci sono migliaia di negozi in cui si possono acquistare le armi, in alcuni casi anche in aree dedicate dei grandi supermercati. Oltre alle armerie, chi vuole comprare una pistola o un fucile può partecipare alle fiere di armi organizzate praticamente ogni settimana in molti stati, oppure può acquistare direttamente da un privato cittadino o da un membro della propria famiglia.
I controlli preventivi, i cosiddetti “background check”, sono effettuati solamente per gli acquisti di armi nei negozi: il cliente deve compilare un modulo del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives (ATF), con i propri dati anagrafici e rispondere a un questionario. Le domande riguardano eventuali precedenti penali, l’uso di farmaci e informazioni sul proprio stato di salute mentale. Una volta compilato il modulo, il venditore deve chiamare l’FBI per un controllo incrociato sul conto dell’acquirente: la procedura richiede di solito pochi minuti ed è molto raro che porti al divieto di vendere l’arma. Si stima che i divieti dopo un controllo preventivo siano meno dell’1 per cento sul totale di armi vendute in tutti gli Stati Uniti ogni anno.
In molti stati è consentito l’acquisto di armi da singoli privati, di solito nell’ambito di fiere organizzate per mostrare le armi e il loro funzionamento. In questo caso le leggi federali non prevedono l’esecuzione di controlli preventivi, tema che come vedremo è stato molto dibattuto negli ultimi anni.
Le proposte di legge per il controllo delle armi
Lo scorso dicembre i Democratici avevano già provato a fare passare un emendamento in questo senso, fallendo: 53 senatori Repubblicani e un Democratico votarono contro, mentre solo 45 Democratici e un Repubblicano a favore (per essere approvato l’emendamento necessitava di 60 voti). La proposta bocciata prevedeva, tra le altre cose, la possibilità di negare la vendita di armi a persone sospettate o note per essere legate al terrorismo, nel caso in cui il loro acquisto fosse riconducibile ad attività di terrorismo, o a piani per condurre un attentato. Molti fanno notare da tempo che le persone tenute d’occhio dall’FBI perché sospettate di terrorismo non possono salire su un aereo, ma possono comunque acquistare tutte le armi che vogliono.
Sempre a dicembre era stata proposta un’altra norma, meno incisiva, ma comunque con l’obiettivo di aumentare i controlli: un senatore Repubblicano aveva proposto che si potesse ritardare la vendita di un’arma fino a 72 ore alle persone nelle liste dell’antiterrorismo, in modo da permettere verifiche mirate e più approfondite. Anche questa proposta non passò, ma in questi giorni se n’è tornato a parlare: è l’unica a essere vista con favore dalla National Rifle Association (NRA), la potente organizzazione dei proprietari di armi convinta sostenitrice del Secondo emendamento e con grandi capacità di lobby nella politica.
Mateen e le armi
In molti hanno comunque osservato che – se fosse stata in vigore la proposta dei Democratici – probabilmente nel caso di Orlando non sarebbe cambiato molto. Mateen era stato messo sotto indagine dall’FBI tra il 2013 e il 2014 per alcuni commenti razzisti e aggressivi segnalati dai suoi colleghi di lavoro; aveva detto di avere contatti con terroristi e di leggere spesso siti di estremisti islamici. Mateen era stato inserito nella lista dei sospetti terroristi, ma dopo averlo interrogato più di una volta e avere sentito diversi altri testimoni, gli agenti avevano concluso che non ci fossero particolari pericoli e il suo nome fu rimosso dall’elenco. Al momento dell’acquisto delle armi prima della strage, Mateen non era nella lista: non sarebbe stato sottoposto a controlli preventivi anche se fossero state in vigore le regole proposte alla fine del 2015.
Il New York Times ha fatto notare però che Mateen poteva essere inserito in altre liste, o comunque tenuto sotto controllo con procedure aggiuntive a quella degli elenchi dell’FBI. Inoltre, Mateen avrebbe potuto comunque acquistare armi da un privato a una fiera di armi oppure online, perché non sono previsti controlli preventivi per le vendite di questo tipo nella maggior parte degli stati, Florida compresa. Un’altra proposta dei Democratici prevede di estendere i controlli anche per le vendite in queste circostanze. Il Dipartimento di Giustizia sta valutando intanto qualche soluzione per fare in modo che se qualcuno – che in passato era stato tenuto d’occhio dall’FBI – prova ad acquistare un’arma, ci sia una segnalazione alle autorità competenti per esserne al corrente e se necessario avviare qualche verifica.
Ferma restando la mancanza di un divieto preventivo alla vendita delle armi per gli oltre 800mila nominativi nella lista, attualmente gli acquirenti che rientrano nell’elenco sono comunque segnalati all’FBI. Nel 2015 i controlli hanno però interessato appena 244 persone comprese nella lista e che avevano acquistato un’arma. Tra il 2004 e il 2015, quasi tutti i richiedenti hanno potuto acquistare armi senza particolari limitazioni.
Leggi statali
Negli Stati Uniti, i contrari persino a vietare la vendita di armi a chi è nelle liste dei sospetti terroristi sostengono che l’FBI aggiorna con molta lentezza gli elenchi, quindi persone inserite per errore potrebbero non avere la possibilità di fare il loro acquisto. Molti sospetti terroristi non sanno inoltre di essere nella lista: se gli fosse impedito di comprare un’arma scoprirebbero facilmente che l’FBI sta indagando sul loro conto. L’inserimento nella lista è inoltre inappellabile: non si può ricorrere alla magistratura per contestarlo e chiedere di essere rimossi.
L’acquisto di armi negli Stati Uniti è normato sia a livello federale sia a livello statale, e sono proprio le leggi dei singoli stati a complicare la situazione: come abbiamo visto ci sono regole diverse, che prevedono più o meno controlli a seconda delle circostanze, e limitazioni circa la possibilità di portare con sé le armi senza permessi aggiuntivi. Non tutti i permessi sono inoltre riconosciuti dai vari stati: quello per portare con sé un’arma nascosta emesso in Idaho non è per esempio riconosciuto in Oregon, mentre vale il contrario. In Florida, dove c’è stata la strage di Orlando, le leggi sono piuttosto lasche: c’è anche la possibilità di fare vendite private di armi senza doverlo segnalare alle autorità. Alcuni stati invece impediscono di portare armi fuori dai loro confini, anche se per uso personale.