Le cose da sapere su Virginia Raggi, nuovo sindaco di Roma
Ha 37 anni, è avvocato ed è consigliera comunale dal 2013 per il M5S: domenica ha preso il 67 per cento dei voti, più del doppio di Giachetti
Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle è il nuovo sindaco di Roma: ha vinto il ballottaggio delle elezioni comunali contro il candidato del Partito Democratico Roberto Giachetti. Virginia Raggi è la prima donna a essere eletta sindaco di Roma. Raggi era diventata la candidata dal M5S lo scorso 23 febbraio, dopo una votazione online nella quale l’avevano scelta 1.724 attivisti iscritti al partito: era consigliera comunale dal 2013 e da tempo i giornali la descrivevano come l’esponente del Movimento 5 Stelle più popolare a Roma. Raggi ha ottenuto al secondo turno il 67,15 per cento dei voti (oltre 770mila), mentre Giachetti ne ha presi meno della metà, il 32,85 per cento.
Raggi ha 37 anni e ha iniziato a fare politica nel Movimento 5 Stelle nel 2011. Alle elezioni comunali del 2013 era stata eletta come consigliera con 1.525 preferenze. Nei tre anni all’opposizione si è occupata soprattutto di questioni relative alla scuola e all’ambiente. Dopo l’esito del primo turno (Raggi aveva ottenuto il 35,25 per cento dei voti seguita da Roberto Giachetti con il 24,87) il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, aveva detto che se avesse votato a Roma avrebbe scelto Raggi. Giorgia Meloni aveva lasciato ai suoi elettori libertà di voto. L’ex candidato Stefano Fassina, di Sinistra Italiana, aveva detto di essere orientato a votare scheda bianca così come Alfio Marchini, che era stato sostenuto da Forza Italia. Silvio Berlusconi aveva confermato di escludere «ogni ipotesi di sostegno al ballottaggio ai candidati del centro-sinistra» anche quando si fossero trovati a competere con i candidati del Movimento 5 Stelle, come a Roma. L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino in un’intervista a La Stampa aveva parlato molto bene di Raggi («è una persona determinata, non certo inconsapevole delle difficoltà») e aveva detto che secondo lui quelli che definiva i “suoi elettori” avevano votato Raggi.
Virginia Raggi è romana e vive nella borgata Ottavia, a nord ovest della città, dopo essere cresciuta nel quartiere di San Giovanni. Si è laureata in Giurisprudenza all’Università di Roma Tre ed è specializzata in diritto d’autore, proprietà intellettuale e nuove tecnologie. Lavora come civilista nello studio legale Sammarco: tra i consulenti esterni dello studio c’è anche il penalista Alessandro Sammarco, che in passato ha difeso Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Cesare Previti in importanti processi: una circostanza che secondo La Stampa ha suscitato perplessità in molti simpatizzanti cinque stelle, anche se Raggi «a Roma ha saputo lavorare astutamente col mondo di SEL, con associazioni come la Ex Lavanderia, con occupazioni solidali di luoghi come l’ex Manicomio Provinciale Santa Maria della Pietà. Ha insomma anche un coté radical (i suoi avversari dicono radical chic), mercatini biologici e gruppi d’acquisto equosolidali».
Durante la campagna elettorale Raggi ha avuto qualche problema quando è emerso che sia lei che tutti gli altri candidati del Movimento 5 Stelle al consiglio comunale avevano firmato un contratto che li impegna a pagare una penale molto alta e a dimettersi in caso arrechino un “danno di immagine” al Movimento, e che inoltre – se eletta sindaco – sarà tenuta a sottoporre e ottenere parere favorevole dallo “staff di Beppe Grillo” per tutti gli atti amministrativi di una certa importanza. In un’intervista Raggi ha spiegato che lo staff servirà «per esempio, a fare ricerche legali sulle persone da nominare. È una garanzia ulteriore avere più occhi che controllano determinati atti come le nomine».
Nella campagna elettorale tra primo e secondo turno uno degli elementi più importanti è stata la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024: Raggi si è sempre dichiarata contraria, ma secondo le sue ultime dichiarazioni sembra essere diventata possibilista. E poi c’è stato il caso che ha coinvolto Raggi e l’ASL di Civitavecchia: si tratta di una vicenda di cui si è occupato per primo il Fatto Quotidiano, e che poi è stata ripresa tra gli altri da Repubblica, che ha ricostruito altri dettagli della vicenda. Per due anni Raggi non ha dichiarato che stava lavorando per conto della ASL di Civitavecchia, nonostante fosse stata eletta consigliera comunale nel 2013: secondo la legge, i titolari di incarichi politici sono tenuti ogni anno a dare conto di tutti gli altri incarichi e dei pagamenti che ricevono.
Raggi aveva dichiarato l’incarico negli appositi moduli per la trasparenza soltanto nel 2015, senza segnalare che aveva svolto l’incarico anche nel 2013 e nel 2014. Raggi aveva ricevuto l’incarico di recupero crediti nel 2012. Repubblica ha scritto che tra i firmatari della delibera con cui l’incarico le era stato rinnovato, nel 2014, c’era anche Gigliola Tassarotti, madre della deputata del Movimento 5 Stelle Marta Grande, entrata in parlamento nel 2013. Secondo quanto hanno scritto i giornali, nel 2014 Raggi non aveva titoli per ottenere l’incarico, perché il suo nome non era presente all’interno dell’albo degli avvocati registrati tra i quali avrebbe dovuto scegliere la ASL.
Chi accusa Raggi sostiene abbia commesso il reato di “falso ideologico”, che anche in caso di condanna non comporta ineleggibilità e viene in genere punito in maniera molto lieve. L’episodio però è stato particolarmente discusso e commentato perché emerso a meno di due giorni dal ballottaggio: il PD ha fatto critiche durissime a Raggi e al M5S, e molte persone hanno scritto di aver ricevuto SMS anonimi che contenevano link a un video in cui veniva spiegato il caso con toni molto teatrali e polemici. Secondo quanto hanno scritto alcuni giornali, un dirigente del PD si è anche rivolto alla procura per denunciare Raggi. Il caso è comunque ancora piuttosto confuso.