Che cosa ha fatto Christo, prima
Le opere strane e spettacolari che hanno reso famoso l'artista della passerella sul lago d'Iseo e sua moglie Jeanne-Claude, morta nel 2009
Christo è un artista americano di origine bulgara: se ne parla molto dopo l’apertura di “The Floating Piers“, la sua piattaforma galleggiante sul lago d’Iseo. Christo è però anche il nome di un lungo progetto artistico, che iniziò alcuni decenni fa con la moglie Jeanne-Claude. Christo e Jeanne-Claude erano una coppia di artisti nati lo stesso giorno, il 13 giugno 1935. Lei è morta nel 2009, ma il loro progetto artistico continua a essere portato avanti da Christo. Jeanne-Claude Denat de Guillebon era invece di origine marocchina: lei e Christo si erano conosciuti a Parigi nel 1958, si erano sposati e sei anni dopo avevano deciso di trasferirsi a New York. A partire dagli anni Sessanta erano diventati tra i principali esponenti della “land art“, una forma d’arte basata sull’intervento dell’artista sul territorio naturale, in particolare in grandi spazi come deserti, praterie o laghi. Dagli anni Sessanta in poi Christo e Jeanne-Claude hanno realizzato stranissime e molto appariscenti installazioni in giro per il mondo: sono state tutte temporanee – costruite e poi smontate – ma ne restano foto e video.
Christo
È nato a Gabrovo, in Bulgaria, ed è figlio di un imprenditore e di una segretaria dell’Accademia di Belle Arti di Sofia, scuola dove Christo studiò dal 1953. Tre anni dopo si spostò a Praga, in Repubblica Ceca, e da lì riuscì ad andare in Austria, scappando così dai paesi del blocco comunista. Trascorse alcuni mesi a Vienna e andò poi a Ginevra e Parigi, dove iniziò a guadagnare un po’ di soldi – non molti, in realtà – vendendo ritratti e dipinti astratti. Si fece però notare soprattutto per i suoi primi piccoli “impacchettamenti” di oggetti o modelli viventi, e insieme agli artisti francesi Arman e Yves Klein divenne uno dei principali esponenti del Nouveau Réalisme, un movimento artistico interessato a «materiali desunti dalla realtà, anche quella più banale».
Christo nel 1979 (Graham Morris/Evening Standard/Getty Images)
Jeanne-Claude
Jeanne-Claude Denat de Guillebon, conosciuta semplicemente come Jeanne-Calude, nacque a Casablanca, in Marocco, da una relazione tra una donna di 17 anni e un maggiore dell’esercito francese. I due divorziarono poco dopo la nascita di Jeanne-Claude, e lei andò in Francia con la madre, che durante la Seconda guerra mondiale si unì alla resistenza francese. Dopo la guerra Jeanne-Claude si trasferì a Berna, in Svizzera, e poi a Tunisi, dove nel 1952 si diplomò in latino e filosofia. Andò poi a Parigi e incontrò Christo quando lui le commissionò un ritratto per la madre. Nel 1960 nacque Cyril, loro figlio. Realizzarono la loro prima importante opera d’arte nel 1961 a Parigi: era un muro di barili che bloccava rue Visconti e fu interpretata come una protesta nei confronti del muro di Berlino, costruito quell’anno.
Christo e Jeanne-Claude, nel 2008 (AP Photo/Ed Andrieski)
Christo e Jeanne-Claude
Jeanne-Claude era l’organizzatrice, Christo l’artista. Lei diceva di essersi avvicinata all’arte per amore: «Se lui fosse stato un dentista io sarei diventata una dentista». Le grandi opere che hanno realizzato sono firmate da entrambi, mentre i disegni preparatori (la cui vendita serviva a finanziare i progetti) erano firmati solo da lui. I lavori di Christo e Jeanne-Claude unirono l’urbanistica alla scultura e l’ingegneria alla performance artistica, intervenendo sul paesaggio e modificandolo in modo provvisorio, principalmente imballando monumenti o stendendo lunghi teli in luoghi naturali. La coppia si è quasi sempre rifiutata di dare un significato preciso o un obiettivo alle opere realizzate.
Christo e Jeanne-Claude, nel 2005 (AP Photo/Bebeto Matthews)
Documenta 4
Fu un importante evento artistico organizzato nell’agosto 1968 a Kassel, in Germania. Per l’occasione Christo e Jeanne-Claude realizzarono la scultura “Corridor Storefronts”: riuscirono, dopo alcuni tentativi falliti, a creare e far sollevare un imballaggio di 5.600 metri cubi gonfiato dall’aria calda. L’imballaggio fu sollevato fino a un’altezza di 85 metri e restò in aria per circa 10 ore. Divenne la più grande struttura gonfiabile senza scheletro (cioè senza altri elementi o materiali rigidi a tenerla insieme) mai costruita.
Wrapped Coast
Nel 1969 la coppia – ormai piuttosto famosa, dopo Kassel – andò in Australia a Little Bay, vicino a Sydney, e su invito del collezionista australiano John Kaldor imballò un tratto di costa lungo circa due chilometri e mezzo con 95.600 metri quadrati di tessuto. Ci vollero 56 chilometri di corde e 17mila ore di lavoro da parte di oltre 100 persone. L’opera occupava uno spazio superiore di quello del Monte Rushmore (quello con le facce dei presidenti degli Stati Uniti).
Valley Curtain
Christo e Jeanne-Claude lo realizzarono nei primi anni Settanta vicino a Rifle, in Colorado. Quest’installazione è facile nel concetto – stendere un telo arancione lungo 400 metri in una valle delle Montagne Rocciose – ma fu complicatissima da realizzare. Diversi tentativi andarono male a causa dei forti venti ma nel 1972 si riuscì a stendere il telo. L’installazione non durò molto: dopo poco più di un giorno il forte vento la distrusse.
Bruce McAllister, 1936-, Photographer (NARA record: 3823134) – U.S. National Archives and Records Administration
A Roma
Nel 1974 Christo e Jeanne-Claude realizzarono uno dei loro imballaggi a Roma, a Porta Pinciana.
(Wikimedia)
Running Fence
È una lunghissima recinzione di alcuni chilometri di teli di nylon bianco (ne furono usati circa 200mila metri quadrati) appesi a un cavo d’acciaio tenuto in piedi da oltre duemila montanti metallici. Christo e Jeanne-Claude la realizzarono in California, a nord di San Francisco, nel 1976. Ebbero molti problemi nel convincere i proprietari dei terreni su cui volevano costruire l’installazione, e alla fine dovettero pagare una multa perché non erano arrivati tutti i permessi necessari.
Wrapped Walk Ways
Sempre negli anni Settanta e sempre negli Stati Uniti – in questo caso nel Missouri – Christo e Jeanne-Claude realizzarono una passerella giallo-arancione fatta con 12.500 metri quadrati di nylon. È una specie di “The Floating Piers”, solo che fu realizzata sull’erba di un parco e non sull’acqua di un lago. Costò circa 130mila dollari e come per ogni altro loro progetto Christo e Jeanne-Claude non chiesero soldi e non fecero pagare biglietti.
(Wikimedia)
Surrounded Miami Islands
Nei primi anni Ottanta Christo e sua moglie circondarono 11 isole della baia di Biscayne – vicino a Miami, in Florida – con oltre 600mila metri quadrati di polipropilene fucsia. Anche in questo progetto – colore della superficie a parte – si possono vedere alcune delle idee che Christo ha poi utilizzato per la sua installazione sul lago d’Iseo.
Pont Neuf
È una delle più famose installazioni di Christo e Jeanne-Claude: la realizzarono dopo nove anni di richieste e negoziati, quando l’allora sindaco di Parigi Jacques Chirac diede loro il permesso di imballare il più vecchio ponte della città. L’imballaggio iniziò il 25 agosto e fu mantenuto fino al 22 settembre del 1985. Furono usati 40mila metri quadrati di telo di poliestere giallo ocra.
Pont Neuf di Parigi, settembre 1985 (Tom Lawson/BIPs/Getty Images)
The Umbrellas
Negli anni Novanta Christo e Jeanne-Claude decisero di installare più di 1.500 grandi ombrelloni gialli in California, e più o meno altrettanti in Giappone: erano alti 6 metri e larghi quasi 9. Il progetto fu un grande successo: molta gente usò gli ombrelloni per farci pic-nic, ma nell’ottobre 1961 una donna fu uccisa e altre persone rimasero ferite perché colpite da un ombrello che si era rovesciato per via del vento. L’installazione fu chiusa e tutti gli ombrelloni vennero tolti: una persona morì anche durante la rimozione degli ombrelloni.
Wrapped Reichstag
Nel 1995 Christo e Jeanne-Claude realizzarono quello che è tuttora il loro progetto più famoso: l’imballaggio del Reichstag, la sede del parlamento tedesco. Servirono 100mila metri quadrati di tessuto e si stima che più di cinque milioni di turisti andarono a vederlo tra il 24 giugno e il 7 luglio di quell’anno.
(AP Photo/Jockel Finck)
Verhüllte Bäume
Nel 1998 Christo e Jeanne-Claude imballarono 178 alberi del Berower Park di Basilea, in Svizzera. Servirono 55mila metri quadrati di tessuto e 23 chilometri di corda.
(AP Photo/Winfried Rothermel)
Wrapped Snoopy House
Nel 1978 Charles M. Schulz – creatore dei Peanuts – dedicò una striscia a Christo, disegnando la cuccia di Snoopy imballata con la tecnica per cui l’artista era famoso. Nel 2003 Christo realizzò davvero quella cuccia, per esporla museo che nel 2002 fu dedicato a Charles M. Schulz, morto due anni prima.
The Gates
È stato realizzato nel 2005 a Central Park, il grande parco di Manhattan, a New York. Il titolo dell’installazione era “The Gates, Central Park, New York, 1979–2005”: un riferimento al tempo passato dal 1979, quando Christo e Jeanne-Claude fecero la prima proposta per l’installazione. “The Gates” restò aperta dal 12 al 27 febbraio: era un percorso lungo 37 chilometri, fatto di materiale arancione intervallato da oltre 7mila portici alti cinque metri.
Big Air Package
È il nome di un’installazione del 2013, simile a una mongolfiera costruita all’interno dell’ex gasometro di Oberhausen, nella regione tedesca della Ruhr. Il gasometro è il più alto d’Europa, con i suoi 117 metri, e nel 1988 fu riconvertito in uno spazio culturale. Il Big Air Package era alto 90 metri, aveva un diametro di 50 metri ed era costruito con un poliestere leggero e traslucido. La struttura era sostenuta da ventilatori, ed era visitabile dall’interno. Come spiegò Christo, l’obiettivo era quello di dare ai visitatori l’impressione di «nuotare virtualmente nella luce». “Big Air Package“ fu il primo progetto realizzato da Christo senza Jeanne-Claude.
(AP Photo/Frank Augstein)
The Floating Piers
Questa la conoscete già: è l’installazione sul lago d’Iseo, la prima che Christo ha realizzato in Italia dopo quella del 1974 a Roma. È una passerella galleggiante lunga tre chilometri che permette di attraversare a piedi un tratto del lago. Il percorso collega Sulzano, un paese sulla sponda bresciana del lago d’Iseo (l’altra sponda del lago è in provincia di Bergamo) alle isole lacustri di Monte Isola – la più grande isola lacustre italiana – e di San Paolo. L’installazione è composta da pontili a pelo d’acqua larghi 16 metri e alti 50 centimetri, formati da 200.000 cubi in polietilene ad alta densità e coperti da 70 mila metri quadri di tessuto arancione.
(André Grossmann – © 2015 Christo)
E poi?
Il prossimo progetto di Christo dovrebbe essere “Over The River”, in Colorado: l’idea è di “impacchettare” per circa 11 chilometri un tratto del fiume Arkansas, un immissario del Mississippi. Christo vorrebbe ricoprire il fiume con un telo sopraelevato. Christo sta anche pensando a “Mastaba” (il nome delle tombe usate nell’Antico Egitto prima delle piramidi): una struttura trapezoidale composta da oltre 400mila barili che dovrebbe essere realizzata a Al Garbia, negli Emirati Arabi Uniti e potrebbe diventare l’unica struttura permanente realizzata da Christo.