Le novità sulla storia di Raggi e l’ASL di Civitavecchia

Repubblica dice che a firmare il rinnovo del suo incarico fu anche la madre di una deputata del M5S: intanto è stata denunciata in procura da un dirigente del PD del Lazio

(ANSA/ ANGELO CARCONI)
(ANSA/ ANGELO CARCONI)

Negli ultimi due giorni i giornali italiani hanno dedicato molte attenzioni al caso che ha coinvolto la candidata del M5S a sindaco di Roma Virginia Raggi e l’ASL di Civitavecchia: si tratta di una vicenda di cui si è occupato per primo il Fatto Quotidiano venerdì, e che poi è stata ripresa tra gli altri da Repubblica, che ha ricostruito altri dettagli della vicenda. Per due anni Raggi non ha dichiarato che stava lavorando per conto della ASL di Civitavecchia, nonostante fosse stata eletta consigliera comunale nel 2013: secondo la legge, i titolari di incarichi politici sono tenuti ogni anno a dare conto di tutti gli altri incarichi e dei pagamenti che ricevono.

Raggi ha dichiarato l’incarico negli appositi moduli per la trasparenza soltanto nel 2015, senza segnalare che aveva svolto l’incarico anche nel 2013 e nel 2014. Raggi aveva ricevuto l’incarico di recupero crediti nel 2012. Repubblica dice che tra i firmatari della delibera con cui l’incarico le era stato rinnovato, nel 2014, c’era anche Gigliola Tassarotti, madre della deputata del Movimento 5 Stelle Marta Grande, entrata in parlamento nel 2013. Secondo quanto hanno scritto i giornali, nel 2014 Raggi non aveva titoli per ottenere l’incarico, perché il suo nome non era presente all’interno dell’albo degli avvocati registrati tra i quali avrebbe dovuto scegliere la ASL.

Chi accusa Raggi sostiene abbia commesso il reato di “falso ideologico”, che anche in caso di condanna non comporta ineleggibilità e viene in genere punito in maniera molto lieve. L’episodio però è stato particolarmente discusso e commentato perché emerso a meno di due giorni dal ballottaggio delle comunali di Roma in cui Raggi dovrà affrontare il candidato del PD Roberto Giachetti. Se le accuse fossero confermate, il caso sarebbe piuttosto rilevante, soprattutto perché il M5S è spesso stato inflessibile riguardo alle mancanze di trasparenza degli altri partiti e candidati e perché è successo subito prima di un’elezione importantissima per il M5S, quella per il sindaco di Roma. Negli ultimi due giorni il PD ha fatto critiche durissime a Raggi e al M5S, e molte persone hanno scritto di aver ricevuto SMS anonimi che contenevano link a un video in cui veniva spiegato il caso con toni molto teatrali e polemici.

Secondo quanto hanno scritto alcuni giornali, un dirigente del PD si è rivolto alla procura per denunciare Raggi. Il caso, ancora confuso, è iniziato ieri pomeriggio quando Repubblica e altri giornali hanno scritto che sulla vicenda Raggi era stato “aperto un fascicolo”. Repubblica specificava che l’apertura era dovuta a un “esposto” presentato dall’associazione ANLEP (che raccoglie diversi medici romani). Un esposto è una segnalazione di un dissidio tra privati, e non era quindi chiaro come e perché l’associazione avesse fatto una denuncia di questo tipo. Repubblica specificava che l’esposto era stato trascritto dalla procura in un “modulo 45”, detto delle “non notizie di reato”, di fatto un registro dove trascrivere querele o segnalazioni pretestuose. Un’ora dopo, fonti della procura hanno precisato all’ANSA che nessuna indagine era stata aperta nei confronti di Raggi.

Nella serata di sabato il vicedirettore di Libero Franco Bechis ha pubblicato su Facebook un post nel quale dice di aver contattato il presidente dell’associazione ANLEP, che ha spiegato che a recarsi in procura è stato il vice-presidente dell’associazione, Renato Ienaro, medico e dirigente del PD del Lazio. Che fosse stato Ienaro a denunciare Raggi in procura lo aveva scritto sabato ache l’agenzia LaPresse, circa un’ora prima del post pubblicato da Bechis.