Cos’è la storia su Raggi e l’ASL di Civitavecchia
La candidata del M5S a sindaco di Roma non compilò correttamente un modulo sulla trasparenza per i consiglieri comunali, ed è stata criticata dal PD
Venerdì 17 giugno il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo nel quale ha scritto che Virginia Raggi, candidata a sindaco del comune di Roma per il Movimento 5 Stelle, non compilò correttamente un modulo sulla trasparenza quando era consigliere comunale di Roma. Raggi aveva ricevuto due incarichi di recupero crediti dall’ASL – l’azienda sanitaria locale – di Civitavecchia: uno nel 2012 e l’altro nel 2014, ma fino al 2015 non li aveva mai dichiarati. La legge sulla trasparenza, la 33 del 2013, prescrive invece che i titolari di incarichi politici comunichino: «i dati relativi all’assunzione di altre cariche, presso enti pubblici o privati, ed i relativi compensi a qualsiasi titolo corrisposti».
Raggi, che fa l’avvocato e ha 37 anni, nel 2012 ricevette un incarico pubblico, come quelli che la legge prevede che si debbano denunciare, e fu eletta consigliere comunale nel 2013. L’incarico le fu poi rinnovato nel 2014. Il suo compenso, in tutto, ammontò a 13 mila euro. Raggi si è difesa spiegando che la legge impone di rendere pubblici gli incarichi solo nel momento in cui il titolare dell’incarico pubblico riceve il compenso: nel caso di Raggi, questo avvenne solo nel 2015, quando a titolo di acconto le vennero versati circa 1.800 euro per una fattura emessa l’anno precedente. In realtà, la legge sembra piuttosto esplicita sul fatto che si debba dichiarare il pagamento, ma anche l’incarico ricevuto. I moduli compilati da Raggi sono stati pubblicati dal Fatto Quotidiano: quello del 2015 mostra che la casella che indica la “data d’inizio” dell’incarico è stata barrata e sostituita con la dicitura “fatt.”, che sta per “fatturato”.
Alfonso Sabella, assessore alla legalità nella giunta dell’ex sindaco Ignazio Marino e indicato dal candidato del PD Roberto Giachetti come membro della sua giunta in caso di vittoria alle elezioni, dice che Raggi non ha compilato correttamente il modulo né nel 2013, quando è stata eletta al consiglio comunale di Roma, né nel 2014, ma solo nel 2015, dopo lo scoppio dell’inchiesta “Mafia Capitale”. Secondo Sabella, Raggi dovrebbe essere indagata per “falso ideologico”, un reato minore, che non comporta ineleggibilità e che in caso di condanna comporta soltanto sanzioni minori. L’episodio però è stato particolarmente discusso e commentato perché emerso a meno di due giorni dal ballottaggio in cui Raggi dovrà affrontare Giachetti. Secondo diversi avversari di Raggi, soprattutto del PD, il caso che ha coinvolto Raggi è rilevante soprattutto perché il M5S è spesso stato inflessibile riguardo alle mancanze di trasparenza degli altri partiti e candidati.
L’incarico affidato dalla ASL di Civitavecchia a Raggi consisteva in un recupero crediti nei confronti del titolare di una clinica privata che aveva richiesto al servizio sanitario nazionale dei rimborsi troppo alti per le prestazioni mediche effettivamente erogate. Il lavoro di recupero crediti è avvenuto quasi tutto nel corso del suo mandato da consigliere, tra il 2012 e il 2015 (non è ancora chiaro se Raggi abbia concluso il suo incarico). In passato Raggi era già stata accusata di mancanza di trasparenza, per non aver segnalato nel suo curriculum un periodo di lavoro nello studio dell’avvocato Cesare Previti, ex legale di Silvio Berlusconi condannato due volte per corruzione.