Cosa sappiamo della morte di Jo Cox
La deputata britannica è stata uccisa giovedì da un uomo di 52 anni a Birstall, ma non è ancora chiaro perché
Una parlamentare laburista britannica, Jo Cox, è stata uccisa giovedì 16 giugno a Birstall, nel nord dell’Inghilterra: un uomo l’ha aggredita in strada sparandole e ferendola ripetutamente con un coltello, prima di scappare ed essere arrestato poco dopo dalla polizia. Cox, che avrebbe compiuto 42 anni il 22 giugno, è morta poco dopo l’attacco, nonostante i soccorsi. Sabato 18 giugno la polizia dello West Yorkshire ha detto che Thomas Miar, un uomo britannico di 52 anni, è stato formalmente accusato dell’omicidio di Cox. Quando in tribunale gli è stato chiesto di fornire il suo nome, Miar ha risposto: «Morte ai traditori, libertà alla Gran Bretagna».
Cosa è successo
Jo Cox è stata aggredita pochi minuti prima delle 13 di giovedì pomeriggio, durante la pausa pranzo di una giornata di incontri con i cittadini della sua circoscrizione a Birstall, una cittadina di 16.000 abitanti poco distante da Leeds, nella regione del West Yorkshire. Cox stava uscendo con i suoi due assistenti dalla biblioteca civica di Birstall, un edificio basso di mattoni rossi che si trova in una delle strade centrali della città: c’era traffico e sui marciapiede c’erano diverse altre persone in pausa pranzo. L’aggressione è stata raccontata da diversi testimoni, con versioni che divergono per alcuni particolari: un uomo con un cappello nero e una giacca grigia è stato visto andare incontro a Cox e poi spararle almeno tre volte in pochi secondi, prima di ferirla ripetutamente con quello che è stato descritto come un coltello da caccia. Secondo altri testimoni l’aggressore avrebbe usato prima il coltello e poi, dopo aver ferito Cox, le avrebbe sparato con la pistola. Altri testimoni ancora hanno raccontato di aver visto l’aggressore prendere a calci ripetutamente Cox mentre era a terra ferita. Un uomo di 77 anni ha provato a fermarlo ed è stato ferito anche lui, in modo lieve. L’assalitore poi ha cercato di scappare ma è stato raggiunto e fermato da due agenti della polizia locale. Cox è stata soccorsa da diverse persone prima dell’arrivo dell’ambulanza e dei paramedici ma è morta alle 13.48; la notizia è stata diffusa alcune ore dopo.
Chi è l’aggressore
Thomas Mair ha 52 anni e lavorava saltuariamente nella zona dell’omicidio come giardiniere. Mair viveva da solo in una casa a 15 minuti dalla biblioteca di Birstall: i vicini lo hanno descritto come una persona solitaria di cui si sapeva poco, ma che non era mai sembrata aggressiva. In molti lo conoscevano solo di vista o per i consigli di botanica che dava ogni tanto ai suoi vicini. Uno dei suoi due fratelli ha detto che faceva volontariato in una scuola della zona e lui stesso, in un’intervista a un giornale locale, aveva parlato positivamente del suo lavoro come volontario e di come lo avesse aiutato “più delle medicine e della psicoterapia”. Due vicine di casa hanno raccontato di averlo visto ieri intorno alle 12.30 che usciva di casa con il cappello e una borsa. Nessuna delle persone che lo conoscono ha parlato di Mair come di qualcuno particolarmente politicizzato o con opinioni molto forti. Dopo l’aggressione la polizia ha perquisito per diverse ore la sua casa.
«Britain first!»
Alcuni testimoni dell’aggressione hanno raccontato alla polizia e ai giornalisti che Mair, prima e durante l’attacco a Cox, ha gridato “Britain first!”, il nome di un partito di destra e anti-europeista e, più in generale, uno slogan usato per esprimere posizioni nazionaliste: “la Gran Bretagna prima di tutto”. Per ora non ci sono conferme ufficiali sull’affidabilità di queste testimonianze, ma la polizia ha detto che sta indagando la possibilità che Mair fosse affiliato a qualche partito di estrema destra.
Giovedì 23 giugno i cittadini britannici voteranno per il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea, un tema che ha molto polarizzato il dibattito politico delle ultime settimane; Jo Cox, quando è stata attaccata, era diretta a una riunione di un comitato locale della campagna in favore della permanenza nella UE. Negli ultimi mesi, in generale, aveva fatto attivamente campagna elettorale a favore della permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea e aveva più volte parlato dei benefici dell’immigrazione per il paese, uno degli argomenti più discussi durante la campagna referendaria. In un recente discorso in Parlamento aveva detto: «Le nostre comunità sono state profondamente migliorate dall’immigrazione, che fosse quella degli irlandesi cattolici o dei musulmani dall’India o dal Pakistan». Jayda Fransen, vice segretaria del partito Britain First, si è dissociata dall’attacco a Cox spiegando che «questi non sono il genere di comportamenti che condoniamo».
Chi era Jo Cox
Cox – il suo nome intero era Helen Joanne, abbreviato in Jo – era nata a Batley, nello Yorkshire, nel 1974 e si era laureata all’università di Cambridge nel 1995. Prima di diventare deputata nel 2015 aveva lavorato come dirigente nell’organizzazione non governativa Oxfam, che si occupa di aiuti umanitari e progetti di sviluppo, ed era stata consulente per l’attivista britannica Sarah Brown (la moglie dell’ex primo ministro Gordon Brown) e per la baronessa Glenys Kinnock, una politica britannica che è stata membro del parlamento europeo per il partito laburista dal 1994 al 2009.
Cox – descritta dal Guardian come «uno degli astri nascenti del Partito Laburista» – era la presidentessa del gruppo parlamentare “amici della Siria”, di cui fanno parte membri di diversi partiti. Nell’ottobre 2015 Cox scrisse insieme a Andrew Mitchell del Partito Conservatore un articolo che spiegava come l’esercito britannico avrebbe potuto aiutare a trovare una soluzione etica per la guerra in Siria. Nell’autunno del 2015 Cox decise però di astenersi nel voto che doveva decidere un eventuale intervento militare in Siria del Regno Unito. Per la sua astensione aveva ricevuto moltissime critiche da attivisti e sostenitori del Partito Laburista.
Cox era stata inizialmente una sostenitrice della candidatura di Jeremy Corbyn a leader del Partito Laburista britannico; poi aveva cambiato idea e votato per Liz Kendall, una candidata dalle posizioni più moderate. Era sposata con Brendan Cox, che fino all’anno scorso lavorava per l’organizzazione Save The Children, e aveva due figli.