Storia di una compagnia di teatro
E del suo sconfinato archivio fotografico, che racconta un pezzo di storia di un gruppo che voleva che l'arte fosse davvero per tutti
Negli anni Sessanta Sandwell, città di 300 mila abitanti a nord ovest di Birmingham, nel Regno Unito, non aveva un teatro, un centro culturale e nemmeno una libreria. Nel 1974 un gruppo di giovani del posto decise di fondare il Jubilee Theatre and Community Arts Company, una compagnia ispirata dagli ideali e dai cambiamenti che stava portando il Sessantotto: l’arte poteva e doveva essere accessibile a tutti (non solo ai più ricchi), non doveva riguardare solo le grandi città ma anche le comunità più piccole e ognuno poteva essere o diventare un artista.
La compagnia iniziò il proprio lavoro grazie a due borse di studio da 75 sterline. Ottenne uno spazio in una biblioteca in disuso, qualche strumento a fiato, una vecchia ambulanza e trasformò una vecchia cucina in una camera oscura. Poi riuscì ad acquistare un autobus a due piani (il primo dei tre) che divenne un centro mobile per l’arte: facevano teatro di strada, dipingevano i muri, organizzavano giochi, mostre fotografiche, feste per la comunità e erano politicamente impegnati nelle lotte operaie e politiche del tempo. Cominciarono anche a documentare sistematicamente il lavoro di quegli anni.
Del gruppo faceva parte anche il fotografo Brendan Jackson, che nel 2011 venne invitato a curare una mostra fotografica sulle comunità dell’area di Black Country, di cui Sandwell faceva parte. Cercando negli archivi Jackson trovò circa 20 mila immagini che facevano riferimento al Jubilee Theatre and Community Arts Company. Le immagini, scattate tra il 1974 e il 1994, mostrano, tra le altre cose, la classe operaia impegnata nelle proteste, gli eventi teatrali improvvisati per le strade, i bambini, gli immigrati, i giochi.