È stata trovata anche la seconda scatola nera dell’aereo EgyptAir
La prima era stata trovata giovedì, ora saranno analizzate per capire cosa è successo al volo precipitato il 19 maggio
Aggiornamento 17 giugno – È stata trovata anche la seconda scatola nera dell’aereo di Egypt Air.
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Giovedì gli investigatori egiziani hanno detto che è stata trovata nel mar Mediterraneo una scatola nera del volo EgyptAir scomparso lo scorso 19 maggio. Ieri il governo egiziano aveva confermato che erano stati individuati alcuni rottami dell’aereo. Il volo di EgyptAir era partito il 18 maggio da Parigi con 66 persone a bordo, diretto al Cairo. Non si sa ancora cosa sia successo e per quale motivo l’aereo sia precipitato in mare nelle prime ore del 19 maggio: a un certo punto è scomparso dai radar greci ed egiziani senza inviare alcun segnale di emergenza. Le notizie diffuse dalle autorità egiziane vanno comunque prese con cautela: finora gli egiziani non si sono dimostrati particolarmente affidabili e già in un’occasione era stato annunciato e poi smentito il ritrovamento di alcuni rottami appartenenti all’aereo.
I rottami dell’aereo sono stati avvistati tra l’isola greca di Creta e la costa dell’Egitto, nel Mediterraneo orientale. La nave speciale John Lethbride – che ha inviato ieri le immagini del relitto alle autorità egiziane – ha a bordo diverse strumentazioni per rilevare oggetti a grandi profondità, fino a quasi 2mila metri. Sulla base delle informazioni fornite finora sarà realizzata una mappa dell’area, che dovrebbe semplificare il lavoro di ricerca e di recupero dei rottami. Il nuovo avvistamento è avvenuto a un paio di settimane di distanza dalle rilevazioni effettuate dalla nave francese Laplace, che ha captato alcuni segnali inviati dai dispositivi di sicurezza dell’aeroplano.
La settimana dopo l’incidente, le autorità egiziane avevano annunciato il ritrovamento di rottami e dei resti di alcuni passeggeri in un tratto di mare lungo la rotta che stava seguendo l’aereo. Il ritrovamento aveva permesso di ridurre le ricerche a un’area di circa 25 chilometri quadrati. Secondo le stime degli esperti, mancano meno di due settimane prima che si scarichino le batterie delle due scatole nere che si trovavano a bordo del volo MS804: sono tra gli elementi più resistenti di tutto l’aeroplano e, nel caso di incidente, emettono un segnale a ultrasuoni che può essere captato da speciali rilevatori in mare. La durata delle batterie è di solito di poco superiore a un mese. Il ritrovamento delle scatole nere permette di ricostruire gli ultimi momenti a bordo prima dell’incidente, e di ascoltare le ultime conversazioni nella cabina di pilotaggio.
In mancanza di elementi concreti è difficile stabilire quale sia stata la causa dell’incidente. Alcuni esperti hanno ipotizzato un guasto a bordo, che però si verifica raramente dopo alcune ore di volo ad alta quota e in assetto da crociera. Non sono ancora state escluse le ipotesi circa un atto volontario del pilota, per errore o costretto da qualcuno a fare precipitare l’aereo. Le autorità egiziane hanno inizialmente parlato di terrorismo, ma nessun gruppo terroristico ha rivendicato l’azione attraverso canali affidabili.