Le migliori serie tv del 2016, fin qui
Le ha scelte il Guardian e sono un buon punto di partenza per chi cerca qualcosa da vedere quest'estate
A giugno il Guardian ha messo insieme una lista delle serie tv più belle viste nei primi sei mesi del 2016. Un po’ come succede con i film al cinema, con l’arrivo dell’estate escono meno nuove serie tv rispetto alla primavera e all’autunno, anche se negli ultimi anni le cose sono un po’ cambiate (venerdì 17 giugno esce su Netflix la quarta stagione di Orange Is the New Black, per esempio). Sono in tutto 21, molte delle quali sono britanniche: ce n’è anche però una islandese noir e un’altra tedesca che assomiglia a The Americans e promette molto bene, a giudicare dal trailer. E poi c’è anche Game of Thrones, naturalmente. Il Guardian nei giorni scorsi aveva messo insieme anche i film più belli visti quest’anno.
The Americans (quarta stagione)
Va in onda dal 2013 su FX (in Italia la trasmette FOX) e parla di una coppia di spie sovietiche che vive in incognito negli Stati Uniti. È ispirata a una gran storia vera, quella di due coniugi che per più di vent’anni si finsero una normale famiglia americana mentre lavoravano per il KGB. È considerata da molti la migliore serie tv oggi in onda sulla tv americana, e qualche mese fa Caroline Framke di Vox ne ha seguito per mesi le riprese, scrivendo poi un interessante articolo sulle fasi che passano da quando uno ha un’idea per una serie a quando viene trasmessa. Nella quarta stagione, spiega il Guardian, c’è un po’ meno azione rispetto alle precedenti, e la serie si concentra di più sui due protagonisti. Per spiegare perché è così bella, il Guardian aveva scritto che la cosa migliore è che «non parla affatto di spie. Proprio come I Soprano non parlava davvero di mafia, Mad Men non parlava davvero di pubblicità e Six Feet Under non parlava davvero di funerali».
Better Call Saul (seconda stagione)
È lo spin off di Breaking Bad, incentrato sulla storia dell’avvocato Saul Goodman, uno dei personaggi più riusciti e apprezzati della serie originale. Lo sceneggiatore è sempre Vince Gilligan, ed è prodotta da AMC. La serie ha ricevuto moltissime critiche positive, nonostante sia molto diversa da Breaking Bad: c’è molta meno azione e tensione, soprattutto nella prima stagione, e il ritmo complessivo è molto più lento. Però, come scrive il Guardian, è «esilarante ma anche toccante e profondamente umana. Ed è anche meno maschile di Breaking Bad, specialmente nella seconda stagione, quando Kim Wexler (Rhea Seehorn) prende la scena».
Billions (prima stagione)
È una serie di Showtime alla sua prima stagione, con Damian Lewis di Homeland e Paul Giamatti. Parla di un procuratore di New York che indaga su un miliardario che si occupa di fondi per investimenti di dubbia legalità. Se non vi ispira non rinunciate subito: secondo il Guardian la serie riesce a rendere “sexy” l’argomento. E poi vale la pena solo per quell’attore formidabile che è Giamatti.
Camping (prima stagione)
In Italia se ne è parlato poco: è una comedy inglese creata dalla comica Julia Davis, e racconta di un gruppo di adulti che fa una vacanza insieme in tenda per festeggiare un compleanno. Il Guardian scrive: «vi farà ridere, imbarazzare e venire i brividi: forse perché in parte vi riconoscerete».
Deutschland 83 (prima stagione)
È una miniserie tedesca, parla di un agente segreto della Germania Est che nel 1983 viene inviato in incognito in Germania Ovest per raccogliere informazioni su un presunto attacco nucleare progettato dalla NATO. Rende la Guerra Fredda «più divertente che fredda», scrive il Guardian. Ha ricevuto ottime critiche, ed è stata apprezzata soprattutto perché mischia momenti comici ad altri di azione.
Employable Me (prima stagione)
È un documentario di BBC Two che segue sei persone con problemi mentali, dalla sindrome di Tourette alla sindrome di Asperger, mentre cercano lavoro.
Fresh Meat (quarta stagione)
È una comedy britannica, disponibile in Italia su Netflix. Parla di sei studenti universitari di Manchester che vivono nella stessa casa: l’ultima stagione racconta del loro ultimo anno di università, e dei loro dubbi su cosa fare dopo. All’inizio non era piaciuta a tutti, ma è migliorata stagione dopo stagione diventando sempre più solida e profonda.
Game of Thrones (sesta stagione)
Beh, questa lo sapete cos’è. La sesta stagione è la prima che gli sceneggiatori David Benioff e DB Weiss hanno scritto senza poter seguire la storia narrata nei libri di George R. R. Martin: il risultato ha ricevuto tanti apprezzamenti e tante critiche, soprattutto da chi reputa che la tensione narrativa sia calata rispetto alle prime stagioni. In ogni caso è probabilmente l’unica serie attualmente in onda della quale, dopo ogni episodio, si discute al lavoro il giorno dopo. «Sappiamo che non è perfetta, e sappiamo che non è ancora finita: ma dovevamo includerla, se non altro per una certa resurrezione, per l’eroismo di Hodor e per la vendetta di Daenerys».
The Good Wife (settima stagione)
È una famosa e storica serie di CBS scritta dai coniugi-sceneggiatori Robert e Michelle King: parla parla di un’avvocato, Alicia Florrick (Julianna Margulies), che torna a lavorare dopo tredici anni per provare l’innocenza di suo marito, un procuratore accusato di corruzione e coinvolto in uno scandalo sessuale. Oltre alla storia principale, ci sono vicende e casi legali più brevi sviluppati puntata per puntata. La settima stagione è stata quella conclusiva.
Grayson Perry: All Man (prima stagione)
È un documentario creato dall’artista inglese Grayson Perry e trasmesso da Channel 4: racconta il concetto contemporaneo di mascolinità studiando diversi ambienti, dalle gang di strada ai broker finanziari.
Happy Valley (seconda stagione)
È una serie crime britannica trasmessa da BBC One, scritta e creata da Sally Wainwright: parla di Catherine Cawood, una sergente di polizia di un paese della regione del West Yorkshire, la cui figlia si è suicidata dopo essere stata violentata da un criminale che Cawood rincontra anni dopo.
Line of Duty (terza stagione)
È prodotta da BBC e racconta di un’unità anti-corruzione della polizia britannica: in Regno Unito ha avuto un successo strepitoso, e Sam Wollaston del Guardian ha scritto che «l’ultima volta che mi sono sentito così coinvolto da un caso è stato quando ho dovuto fare il membro della giuria».
Louis Theroux: Drinking to Oblivion and A Different Brain
Louis Theroux è un famoso autore di documentari: in questo racconta le storie di persone ricoverate per problemi di alcolismo e di quelle che perdono la memoria dopo traumi cranici.
Love (prima stagione)
È stata una delle serie più attese dell’anno: è stata prodotta da Netflix e scritta da Judd Apatow, e i protagonisti sono Gillian Jacobs e Paul Rust. Parla di una storia d’amore tra un ragazzo e una ragazza molto diversi da loro, ed è ambientata a Los Angeles. Se ne è parlato molto bene – è un po’ sul genere Girls, Togetherness e Broad City, per capirsi – e quasi tutti l’hanno trovata brillante e divertente, anche se un po’ discontinua.
The Night Manager (prima stagione)
È una miniserie in sei episodi tratta dal romanzo Il direttore di notte di John le Carré: ci sono Tom Hiddleston e Hugh Laurie, e parla di un ex agente segreto che ha cambiato vita ed è diventato direttore di un albergo, ma viene richiamato per infiltrarsi nell’organizzazione di un trafficante d’armi. È costata tantissimo ma ne è valsa la pena, scrive il Guardian.
Peaky Blinders (terza stagione)
È ambientata subito dopo la Prima Guerra Mondiale a Birmingham, e racconta di una gang criminale e del suo leader, Tommy Shelby. Secondo il Guardian è «sicura nella sceneggiatura e nello sviluppo dei personaggi, e si fida del pubblico nel coinvolgerlo in un altro tumultuoso viaggio tra i vicoli di Small Heath, Birmingham». In Italia le prime due stagioni sono disponibili su Netflix.
The People V O.J. Simpson
È il nome della prima stagione di American Crime Story, una serie di FX che riprende la struttura di American Horror Story ma racconta famosi casi di cronaca americana. La serie è divisa in dieci episodi, trasmessi in Italia su Fox Crime, e racconta il processo a O. J. Simpson. C’è anche John Travolta, e a interpretare Simpson c’è Cuba Gooding Jr.
Silicon Valley (terza stagione)
È una famosa serie di HBO che racconta di un gruppo di programmatori che vive nella Silicon Valley, la zona vicino a San Francisco dove hanno sede moltissime società di tecnologia. È considerata un’ottima satira del mondo delle startup e della generazione di imprenditori e ingegneri che hanno fatto fortuna con internet.
Trapped (prima stagione)
È una serie noir islandese, racconta di due poliziotti di Seyðisfjörður, una piccola città costiera dell’Islanda dove prima viene trovato un corpo senza testa, e dopo manca la corrente a causa di una tempesta. Il Guardian la definisce «eccezionalmente claustrofobica», ed è stata venduta in diversi paesi del mondo.
Unbreakable Kimmy Schmidt (seconda stagione)
È una delle comedy di cui si è parlato di più e meglio negli ultimi anni: è prodotta da Netflix, è alla seconda stagione, è stata scritta e creata da Tina Fey e la protagonista è Ellie Kemper. Racconta di una ragazza che cerca di rifarsi una vita a New York dopo essere scappata da una setta apocalittica dell’Indiana. Nella seconda stagione, scrive il Guardian, la protagonista è «sempre ingenua, divertente e ossessionata da Frasier [una famosa comedy degli anni Novanta, ndr]: solo che ora concentra tutta la sua allegria nel suo nuovo lavoro come elfo di Natale».
War & Peace (prima stagione)
È una serie storica in sei parti andata in onda su BBC One, tratta da Guerra e Pace di Lev Tolstoj e con Paul Dano, Lily James e James Norton.