I due omicidi vicino a Parigi
Un uomo ha ucciso un poliziotto e la sua compagna: tre settimane fa aveva giurato fedeltà all'ISIS
Lunedì sera un uomo di 25 anni, Larossi Abballa, ha ucciso due persone nel quartiere residenziale di Magnanville, comune a nord ovest di Parigi, in Francia. Le due persone uccise erano un comandante di polizia di 42 anni e la sua compagna di 36 che è morta dopo essere stata presa in ostaggio dall’assalitore: il figlio della coppia, un bambino di tre anni e mezzo, è sopravvissuto. Martedì pomeriggio il procuratore François Molins ha confermato che l’omicidio è stato un atto di terrorismo, e ha detto che tre settimane fa Abballa aveva giurato fedeltà ad Abu Bakr al Baghdadi, il leader dello Stato Islamico. Molins ha anche detto che Abballa aveva con sé tre telefoni, tre conltelli e una lista di obiettivi, che comprendeva i nomi di giornalisti, cantanti e poliziotti francesi. Nella sua macchina, parcheggiata nelle vicinanze, sono stati trovati un Corano, una djellaba bianca (cioè una tunica) e altri due libri sull’autenticità della fede. La polizia ha anche detto che l’uomo era già stato accusato in passato di reati legati al terrorismo e aveva legami con il jihad del Pakistan. Le Figaro scrive che tre persone – di 27, 29 e 44 anni – sono state prese in custodia martedì mattina nell’ambito delle indagini sul duplice omicidio: non si tratterebbe però di complici, ma di persone molto vicine all’assalitore.
L’attacco è avvenuto verso le 21.00 di lunedì sera, quando Jean-Baptiste Salvaing, un comandante di polizia, è tornato a casa dal lavoro. Abballa, che secondo quanto ha detto Molins sapeva che Salvaing era un poliziotto, lo ha accoltellato all’ingresso di casa sua. Prima di morire Salvaing è riuscito a trascinarsi fuori di casa ed è stato visto dai vicini che hanno chiamato la polizia. Poi l’assalitore è entrato in casa e ha preso in ostaggio la compagna del comandante, Jessica Schneider, 36 anni, che lavorava per l’amministrazione della polizia locale, e il figlio della coppia. Molins ha detto che alle 20.52 Abballa ha pubblicato su Facebook un video di rivendicazione di 12 minuti. Secondo alcune fonti interne alla polizia non ancora confermate, Abballa ha pubblicato il video su Facebook Live, l’applicazione del social network che permette di condividere video in diretta: nel video, scrive Associated Press, Abballa avrebbe inveito contro gli Europei di calcio che si stanno giocando in Francia promettendo di farli diventare un cimitero di sindaci, deputati, militari e poliziotti e dice di «averne appena uccisi due». Abballa ha anche pubblicato due tweet di rivendicazione su un account aperto lo scorso 8 giugno.
Quando la polizia è arrivata sul posto ha tolto la corrente elettrica nel quartiere, ha fatto evacuare i vicini e ha cominciato a negoziare con l’assalitore. Durante le negoziazioni ha detto di essere musulmano praticante, di fare il ramadan e di aver giurato fedeltà a al Baghdadi. Ha anche aggiunto di aver risposto a un appello del leader dello Stato Islamico che chiedeva di uccidere “i miscredenti nelle loro case con le loro famiglie”. A un certo punto, verso mezzanotte, quando era ormai chiaro che i negoziati non potevano più avere successo, come ha detto il portavoce del ministero degli Interni Pierre-Henry Brandet, gli agenti sono entrati nella casa della coppia e hanno ucciso l’assalitore. Hanno trovato la donna morta e il figlio vivo, illeso, ma in stato di choc: è stato ricoverato in ospedale.
Abballa, ha scritto Le Monde, aveva 25 anni, era nato a Meulan e era di nazionalità francese. Era già conosciuto dalla polizia francese per piccoli reati (furto e ricettazione, tra gli altri) e poi nel 2013 era stato condannato a tre anni di carcere per “associazione criminale con il fine di preparare attacchi terroristici”: era stato coinvolto nel reclutamento di jihadisti all’interno di una rete legata al Pakistan e all’Afghanistan. Sempre secondo Le Monde Abballa era stato recentemente coinvolto in un’indagine che riguardava un uomo partito per la Siria, ma non era stato considerato un pericolo dagli inquirenti.
Secondo una fonte di polizia citata dai giornali francesi Abballa era stato schedato («come migliaia di altre persone in Francia») come “S”. “Fiche S” è una delle 21 categorie con le quali in Francia possono essere schedate e monitorate le persone sospettate di aver commesso qualche reato o che rientrano in specifiche tipologie: “fiche M” è per i minori in fuga, “PJ” per i ricercati dalla polizia giudiziaria, “T” per i debitori del Tesoro, “V” per gli evasi, “S” per le persone sospettate di minacciare la sicurezza pubblica, la sicurezza dello stato o che si stanno radicalizzando all’islamismo, ma che non sono necessariamente già state condannate. Se dopo un anno una persona schedata non commette un reato o non ha comportamenti sospetti, la sua fiche viene eliminata. Abballa viveva vicino alla zona dove lavorava la donna uccisa e dove aveva lavorato in precedenza il comandante di polizia. A casa sua, perquisita la mattina di martedì, non sono state trovate armi o esplosivi ma alcuni documenti e materiale informatico su cui le autorità stanno indagando. L’attacco è stato rivendicato dallo Stato Islamico sul canale Telegram di Amaq News Agency, una specie di agenzia stampa ufficiale del gruppo.
Diversi esponenti del governo francese hanno condannato l’attacco. Il presidente François Hollande e il ministro degli Interni Bernard Cazaneuve lo hanno definito «un vile attacco terroristico» e il primo ministro, Manuel Valls, ha espresso «la solidarietà di tutta la nazione». Nel frattempo il presidente Hollande ha convocato una riunione di emergenza per affrontare la crisi. Hollande ha parlato martedì mattina dicendo che «la Francia sta affrontando una minaccia molto importante». Ha poi aggiunto che la vigilanza è stata «portata al suo massimo livello» e che saranno presto messe in campo «risorse aggiuntive». Il comandante ucciso aveva due figli, uno con la compagna a sua volta uccisa nell’attacco. Hollande ha concluso che il bambino di tre anni e mezzo che è sopravvissuto e suo fratello saranno entrambi riconosciuti “pupilli della nazione”, uno statuto che prevede un particolare e concreto sostegno nella loro crescita e educazione da parte dello Stato.