Eric Clapton fa molta fatica a suonare
Il leggendario chitarrista ha raccontato di soffrire di neuropatia periferica, una malattia molto dolorosa che gli rende difficile la cosa che sa fare meglio
di Travis M. Andrews − The Washington Post
Eric Clapton è considerato uno dei migliori chitarristi rock di sempre. Nel 2015 la rivista Rolling Stone lo ha inserito in seconda posizione nella sua classifica dei 100 migliori chitarristi di tutti i tempi, dietro solo a Jimi Hendrix. La rock star Eddie Van Halen ha scritto che Clapton è «in sostanza l’unico chitarrista che mi abbia influenzato» e ha detto di considerare il suo stile «l’essenza della chitarra rock moderna». La carriera di Clapton − famoso per i suoi riff blues e per i suoi assoli melodici ed emozionanti − è unica: ha vinto 17 Grammy Award ed è l’unico musicista entrato nella Rock and Roll Hall of Fame per tre volte. La carriera di Clapton, però, potrebbe essere vicina alla fine.
In un’intervista a Classic Rock Magazine, Clapton – che ha 71 anni – ha raccontato che nel 2013 gli è stata diagnostica la neuropatia periferica: suonare la chitarra, una cosa che una volta gli riusciva con grande semplicità, oggi è diventato «un lavoro duro». Nel 2014, in un’intervista alla rivista Uncut, Clapton aveva detto che stava «prendendo in considerazione il ritiro» e che i tour erano diventati per lui «insostenibili», ha raccontato Rolling Stone. Nella stessa intervista Clapton aveva accennato alla sua malattia − gli fu chiesto se avrebbe smesso di suonare la chitarra e aveva risposto: «Forse. Potrei non riuscirci, se mi fa troppo male. Ho degli strani malanni» − che però ha citato per la prima volta solo lo scorso fine settimana a Classic Rock Magazine.
Secondo l’organizzazione medica no-profit americana Mayo Clinic, la neuropatia periferica comporta danni ai nervi periferici e provoca spesso forte dolore, bruciore o pizzicore a braccia e gambe. Nel caso di Clapton, il dolore è simile a «scosse elettriche». Spesso i sintomi «si manifestano all’improvviso, si sviluppano velocemente e scompaiono lentamente», stando all’Istituto Nazionale per i Disturbi Neurologici e gli Ictus degli Stati Uniti, che ha anche sottolineato come la malattia possa essere debilitante ma raramente è mortale.
«Ho sentito molto dolore nell’ultimo anno», ha raccontato Clapton a Classic Rock Magazine. «All’inizio era un dolore alla parte bassa della schiena, che si è trasformato in quella che chiamano neuropatia periferica: è come avere delle scosse elettriche che ti percorrono la gamba. E ho dovuto pensare a come gestire anche altre cose dovute alla vecchiaia». Le cure si concentrano soprattutto sul trattamento del dolore e prevedono l’uso di antidolorifici, farmaci anti-epilettici e altre terapie. Alcuni pazienti riescono a gestire il dolore, altri ci convivono per tutta la vita. «Una cosa che ho dovuto capire è che non è detto che questa malattia migliori», ha detto Clapton, «come invece succede a volte: si prende qualcosa che però poi migliora. In questo caso, non è così».
Nonostante tutto, Clapton è sembrato di buon umore durante l’intervista: ha detto di essere felice di essere vivo e in salute. Secondo la Mayo Clinic, una delle possibili cause della neuropatia periferica è l’alcolismo, e Clapton sta guarendo da una dipendenza da eroina − il che probabilmente fa sì che non gli possano essere prescritti molti antidolorifici efficaci − oltre che da quella dall’alcol. Nel 1998, dopo essere stato in cura per le sue dipendenze, Clapton fondò ad Antigua la clinica di riabilitazione Crossroads Centre, racconta Rolling Stone. «Visto che sto guarendo dall’alcolismo e dalla dipendenza da altre sostanze, considero già una grande cosa essere vivo», ha detto Clapton. «Avrei dovuto tirare le cuoia molto tempo fa. Per qualche strana ragione, sono stato strappato dalle fauci dell’inferno e mi è stata data un’altra possibilità». Nell’intervista Clapton ha raccontato quanto sia andato vicino a morire, citando in particolare un episodio risalente agli anni Settanta, quando fu portato di corsa in ospedale sul punto di morte:
«Non so come ho fatto a sopravvivere, soprattutto negli anni Settanta. C’è stata una volta in cui mi hanno portato in fretta e furia in ospedale a St. Paul [in Minnesota], e pare stessi morendo: avevo tre ulcere, di cui una sanguinante. Bevevo tre bottiglie di brandy al giorno e prendevo manciate di codeina, e fui vicino a schiattare. Non me lo ricordo nemmeno. È grandioso che sia ancora qui, davvero.
La notizia è arrivata poco dopo l’uscita di I Still Do, il 23esimo disco in studio di Clapton, uscito il 20 maggio. Clapton non ha detto se ha in programma di continuare a far musica, nonostante continui ad amare la chitarra anche ora che gli è più difficile suonarla. Clapton non è il primo chitarrista rock che con la vecchiaia ha avuto problemi a suonare. Secondo il Guardian, Bob Dylan ha problemi a suonare la chitarra durante i concerti per colpa dell’artrite, e per questo si dedica soprattutto al pianoforte; all’89enne B.B. King poco prima della sua morte furono diagnosticate disidratazione e spossatezza, che lo costrinsero a cancellare molti dei suoi ultimi concerti.
© 2016 − The Washington Post