Gli Stati Uniti non tritureranno più i pulcini
Grazie a un'associazione animalista e a una nuova tecnica, i più grandi produttori di uova americani entro il 2020 smetteranno di uccidere milioni di pulcini maschi appena nati
United Egg Producers, l’associazione che rappresenta circa il 95 per cento dei produttori di uova degli Stati Uniti, ha annunciato che entro il 2020 rinuncerà completamente al culling, una delle pratiche più macabre dell’industria dell’allevamento, che causa ogni anno la morte di centinaia di milioni di pulcini in tutto il mondo, spesso in maniera particolarmente brutale.
“Culling” in italiano significa “eliminazione selettiva” ed è il processo con cui gli allevatori di galline da uova scelgono quali animali tenere in vita e quali uccidere. Quasi tutti i maschi vengono uccisi perché sono inutili per questi allevatori: non possono produrre uova, e nemmeno essere allevati per la loro carne, dato che per questo scopo si alleva un altro tipo di gallina. Quindi gli allevatori in questione non hanno quasi nessun interesse a conservare i maschi, che costerebbero in cibo e cure e non avrebbero alcun valore una volta diventati adulti. Per questo motivo, i pulcini maschi vengono separati dagli altri e spediti in un macchinario dove vengono uccisi da alcune lame rotanti. In altri allevamenti vengono invece asfissiati con dei gas. Nel video qui sotto potete vedere uno di questi stabilimenti, ma fate attenzione perché le immagini sono piuttosto impressionanti.
Negli Stati Uniti, la fine del culling è stata possibile grazie a due eventi. Il primo è stato il lavoro di una ONG che si occupa dei diritti degli animali poco nota, ma che recentemente ha ottenuto numerosi successi in vari campi – spiegati qui da Vox – nonostante impieghi solamente quattro persone e l’anno scorso abbia speso 250mila dollari (circa 220mila euro). La strategia di Human League è quella di intervenire presso i grandi acquirenti e chiedere loro di domandare ai loro fornitori standard di produzione più elevati. L’ONG, ad esempio, ha ottenuto diversi successi mobilitando studenti e università che utilizzavano una grossa catena di catering per i loro servizi di mensa. L’azienda, a sua volta, ha fatto pressione sui suoi fornitori, portando così a un innalzamento degli standard del suo cibo.
Difficilmente, però, l’azione di Human League avrebbe ottenuto dei risultati se non fosse stata introdotta una tecnica che permette agli allevatori di continuare a operare in maniera economicamente vantaggiosa. United Egg Producers ha annunciato che sostituirà il culling con la “selezione in-ovo”, una tecnica che permettere di selezionare le uova prima che al loro interno si sviluppi il pulcino. In questo modo, soltanto le uova che contengono femmine saranno lasciate sviluppare, mentre quelle che contengono maschi saranno utilizzate per altri scopi, come ad esempio la produzione di mangime per animali. Diverse aziende hanno già annunciato il passaggio alla selezione in-ovo: tra queste la multinazionale Unilever, che produce soprattutto prodotti per l’igiene, ma che possiede anche i marchi alimentari Ben & Jerry’s e la maionese Hellman’s. Altre società, come McDonald’s e WalMart, hanno annunciato che nei prossimi anni acquisteranno uova soltanto da produttori che non utilizzano il culling.
In Germania, dove le tecniche di selezione sono molto avanzate, il parlamento si è impegnato ad eliminare il culling entro il 2017 (anche se ad aprile ha bocciato una proposta per vietarlo completamente e in maniera immediata). Il culling è una tecnica utilizzata anche in Italia, dove l’industria dell’allevamento possiede circa 49 milioni di galline, secondo i dati di Assoavi, la principale associazione dei produttori di uova. Non esistono statistiche su quanti pulcini vengano uccisi ogni anno in Italia, ma considerato la proporzione tra maschi e femmine nelle uova depositate dalle galline e il numero di uova che vengono sviluppate ogni anno, si tratta probabilmente di una cifra che si aggira intorno alle decine di milioni.