Cosa fanno le aziende di moda per il gay pride
American Apparel, Levi's e Converse e altre hanno preparato collezioni apposite in vista del mese per i diritti delle persone omosessuali
di Ludovica Lugli – @Ludviclug
Da qualche anno giugno è il “mese ufficiale dell’orgoglio LGBT” e in decine di città del mondo si tengono sfilate a sostegno dei diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Anche alcune aziende di moda approfittano dell’occasione per dare un segnale a favore delle persone LGBT o banalmente per vendere più facilmente i loro prodotti e farsi pubblicità. Nella maggior parte dei casi si tratta di collezioni o singoli pezzi realizzati in collaborazione con gli attivisti, che ricevono una percentuale sulle vendite; in questo modo le aziende guadagnano in visibilità e ottengono anche un profitto. La pratica è criticata da alcuni giornalisti e attivisti («Il mese del Pride: quando le aziende si ricordano che gli omosessuali esistono/fanno acquisti», scrive per esempio la giornalista lesbica di BuzzFeed Shannon Keating), altri la ritengono invece un segnale importante, dato che grosse aziende apprezzate da persone di tutti i tipi si schierano a favore di una minoranza.
American Apparel
American Apparel propone da anni capi con slogan a favore della comunità LGBT. L’ultima collezione dedicata al pride è anche una presa in giro di Donald Trump, candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti: gli slogan della collezione sono “Make America Gay Again” (tradotto, “Rendiamo l’America di nuovo gay”) e “Make America LGBTQ Again“, e riprendono quello della campagna elettorale di Trump, “Make America Great Again” (tradotto, “Rendiamo l’America di nuovo grande”). C’è anche un cappellino a visiera rosso, simile a quello indossato spesso da Trump agli eventi elettorali.
La collezione è stata presentata insieme a dei video in cui le persone raccontano la loro storia per sensibilizzare sui diritti delle persone omosessuali e transessuali.
Il 30 per cento dei ricavi delle vendite avvenute sul sito di American Apparel sarà donato a Human Rights Campaign (HRC), la più grande organizzazione a difesa dei diritti delle persone LGBT negli Stati Uniti; servirà per finanziare la campagna per l’Equality Act, una proposta di legge presentata al Congresso nel 2015 che, se approvata, vieterà le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e sul sesso negli ambienti di lavoro, nel mercato immobiliare, per le richieste di prestiti e in altri campi ancora. Il ricavato delle vendite dal sito di HRC sarà donato al fondo per la campagna per l’Equality Act.
Non è la prima volta che American Apparel propone capi a favore delle persone LGBT. Dal 2008 ha realizzato svariate magliette nelle collezioni Legalize Gay (tradotto, “Legalizzare l’essere gay”). La collezione Pride ’16 è stata realizzata con la collaborazione di The Ally Coalition, un’organizzazione no-profit per sensibilizzare sui diritti delle persone LGBT che lavorano nel mondo della moda e dello spettacolo: è stata fondata dalla stilista Rachel Antonoff e dai musicisti della band FUN. di cui fa parte il fratello di Antonoff, Jack (noto anche come fidanzato di Lena Dunham).
Levi’s
Anche Levi’s ha realizzato una collezione per il gay pride, che si può già comprare negli Stati Uniti e a breve anche sul sito italiano. La celebre azienda produttrice di jeans ha collaborato con la Fondazione Harvey Milk, intitolata al politico statunitense e militante del movimento per i diritti omosessuali ucciso nel 1978 e interpretato da Sean Penn nel film Milk (2008). Per ogni prodotto della collezione – jeans, una giacca, tre diverse magliette, bandane in vari colori – una parte del ricavato sarà donata alla Fondazione, anche se Levi’s non ne specifica la percentuale. Questa è la terza collezione di Levi’s per il gay pride ed è la prima che viene venduta fuori dagli Stati Uniti.
Zero tolerance for intolerance. Get ready for #Pride month in our limited-edition Levis x Harvey Milk Collection. #LiveInLevis Una foto pubblicata da Levi’s® (@levis) in data:
Nike e Converse
Come American Apparel e Levi’s, Nike si è guadagnata 100 punti (il massimo) nel 2016 Corporate Equality Index, il rapporto annuale realizzato da Human Rights Campaign per stabilire se le aziende americane discriminano o meno i loro dipendenti LGBT. Queste tre aziende avevano il punteggio di 100 anche nel 2015. Nike ha proposto una collezione ispirata al gay pride, disponibile solo negli Stati Uniti; è dal 2012 che ne realizza una apposta, chiamata Be True (cioè “Sii autentico”). La collezione del 2016 comprende due magliette, un paio di pantaloni sportivi e tre modelli di scarpe, sia da uomo che da donna.
Oltre ai colori dell’arcobaleno, uno dei simboli della collezione è un triangolo rosa con un vertice orientato verso il basso: era il simbolo che i nazisti associavano agli uomini omosessuali nei campi di concentramento, poi diventato un simbolo della comunità gay; il triangolo nero è diventato invece un simbolo delle donne lesbiche e bisessuali. Parte del ricavato della vendita – anche Nike non precisa la percentuale – sarà destinata a LGBT Sports Foundation, una piccola organizzazione impegnata contro la discriminazione delle persone LGBT nello sport.
La collezione di Converse, il marchio di scarpe acquisito da Nike nel 2003, dedicata al gay pride si chiama Proud to be (cioè “Orgogliosi di esserlo”) ed è disponibile anche in Italia. Oltre ad alcuni modelli di scarpe, la collezione comprende due magliette, una con il nome della collezione, l’altra con la scritta “Thanks for coming out“, cioè “Grazie per aver fatto coming out”. È il terzo anno che Converse dedica una collezione ai colori del pride, ma a differenza degli altri marchi non destinerà nessuna parte del ricavato a organizzazioni indipendenti.
Adidas
Nemmeno Adidas donerà parte del ricavato della sua collezione Pride Pack, anche se l’anno scorso aveva collaborato con l’associazione New Avenues for Youth, che aiuta i giovani LGBT senzatetto di Portland, in Oregon, dove Adidas ha la sua sede americana. Il Pride Pack propone tre modelli di scarpe, tre di magliette, un paio di pantaloni e una felpa. Nel 2016 Corporate Equality Index di HRC Adidas ha raggiunto il punteggio di 100, ma nel 2015 si era fermata a 80.
We’ve partnered with @stonewalluk for this year’s Pride Pack. Proceeds from all sales will go towards creating a world where every single person can be accepted without exception. Available at adidas.com/originals now. Una foto pubblicata da adidas Originals (@adidasoriginals) in data: