Quante ne ha fatte Gaudí
Le case e le cose per cui è famoso l'architetto Antoni Gaudí, morto novant'anni fa; tra cui quella maestosa in costruzione da 130 anni
Antoni Gaudí, nato nel 1852 e morto il 10 giugno di 90 anni fa, è stato un grande architetto spagnolo, il massimo esponente del cosiddetto modernismo catalano. Gaudì è uno di quelli che è riuscito letteralmente a cambiare faccia a una città: molte delle opere di Gaudí – conosciuto anche come l’architetto di Dio – si trovano infatti a Barcellona, e sono tra le cose più caratteristiche, apprezzate e visitate della città. La più più importante – la Sagrada Familia – è talmente imponente e visionaria che deve ancora essere finita, ma ci siamo vicini: i lavori sono durati così tanto per la sua complessità e ambizione, ma anche per le volte che Gaudí cambio idea. Dall’altro lato, però, sembra che Gaudi a un certo punto disse, parlando della lentezza del progetto: «Il mio committente, Dio, non ha fretta».
Antoni Gaudí i Cornet
È il suo nome intero, usato molto raramente. Gaudí nacque il 25 giugno del 1852 nella provincia di Tarragona, oggi nella comunità autonoma della Catalogna. La famiglia era originaria del sud della Francia e si era spostata nella Catalogna nel Diciassettesimo secolo. Fin da giovane ebbe problemi di salute, con dolori persistenti dovuti ai reumatismi. Poco dopo l’adolescenza divenne vegetariano, convinto che il cambiamento di alimentazione gli avrebbe giovato. Gaudí era anche molto riservato e introverso. La sua faccia era questa.
Gaudí nel 1878 (Wikimedia)
Socialismo utopistico
Gaudí dimostrò molto precocemente la propria inclinazione per il disegno e l’arte. Dopo essersi mantenuto lavorando come apprendista in una fabbrica tessile di Reus, sempre nella Tarragona, si spostò a Barcellona dove proseguì gli studi e si interessò particolarmente al socialismo utopistico (che è, secondo una definizione di Carl Marx, la prima corrente di pensiero del socialismo moderno). Gaudí aderì anche alla Renaixença, il movimento culturale e politico per l’indipendenza catalana. Nel 1878 si diplomò presso l’Alta scuola di architettura di Barcellona. Questo è un suo ritratto meno canonico, fatto dall’architetto e illustratore italiano Federico Babina.
Antoni Gaudì (Federico Babina)
Casa Vicens
Dopo una prima serie di progetti, Gaudì iniziò a farsi conoscere a Barcellona grazie alla progettazione di Casa Vicens, che gli fu commissionata nel 1877, prima ancora che si laureasse. Casa Vicens si trova a Barcellona ed è un palazzo in stile modernista con elementi gotici e in stile mediterraneo, che sarebbero diventati negli anni seguenti parti inconfondibili del suo stile insieme con l’uso creativo del cemento. Dal 2005 l’UNESCO ha messo Casa Vicens tra i patrimoni dell’umanità.
(Victor Wong, Flickr)
Eusebi Güell, quello del parco
Nel 1878 Gaudì andò a Parigi per l’Esposizione universale e conobbe l’imprenditore e politico spagnolo Eusebi Güell, che sarebbe poi diventato il suo più importante cliente e mecenate, grazie ad alcune commissioni per la realizzazione di opere molto conosciute, come il Palazzo Güell, la Colonia Güel e il Parco Güell, un grande parco pubblico di Barcellona pieno di elementi architettonici pensati da Gaudì. È patrimonio dell’UNESCO e fu costruito tra il 1900 e il 1914, in quello che è considerato il periodo naturalista di Gaudì.
La Divina Commedia di Gaudí
Nel 1883 Gaudí ricevette l’incarico di subentrare nella realizzazione di una nuova cattedrale da poco iniziata a Barcellona, la Sagrada Família. Gaudí cambiò completamente il progetto, rendendolo molto più ambizioso e grandioso. Il cantiere della cattedrale, che esiste tuttora perché la Sagrada Família non è ancora completa, divenne il simbolo più evidente dell’attività costante di Gaudí a Barcellona. Nel 1915 Monsiglior Ragonesi, il nunzio apostolico in Spagna, visitò il cantiere della Sagrada Familia e disse che Gaudí era «il Dante dell’architettura».
La Sagrada Familia nel 1905 (Wikimedia)
Lavori in corso, dal 1883
Si stima che la Sagrada Familia sia il monumento più visitato di tutta la Spagna: ci vanno ogni anno più di tre milioni di persone. Gaudí ci lavorò dal 1883 fino alla sua morte: negli ultimi 15 anni di vita decise di non accettare altri progetti, dedicandosi solo alla Sagrada Familia. Anche se non è ancora conclusa, la chiesa è stata consacrata da papa Benedetto XVI il 7 novembre 2010. È fatta in stile liberty e neogotico e anche se ora è nel centro di Barcellona, circondata da case, un secolo fa era piuttosto fuori città.
La Sagrada Familia nel 1915 (Wikimedia)
Per il 2026, forse
Dopo la morte di Gaudí i lavori continuarono molto lentamente: era un progetto difficilissimo da riprendere e completare e in mezzo ci fu la Guerra civile spagnola. Oggi l’architetto a capo del progetto è Jordi Fauli: se tutto andrà bene, i lavori dovrebbero essere finiti entro il 2026, a cento anni dalla morte di Gaudí.
Casa Batlló
È a Barcellona, anche questa, al civico 43 del Passeig de Gràcia. È patrimonio dell’UNESCO e Gaudì ci lavorò dopo il 1904, quando l’industriale Josep Batlló gli chiese di rinnovare un palazzo piuttosto modesto che aveva appena acquistato. I lavori finirono nel 1907: Gaudí cambiò la facciata, ampliò il cortile centrale e aggiunse due piani. La casa, dalle forme particolarmente sinuose e dai colori piuttosto caratteristici, ha molte cose che hanno a che fare con l’acqua e il mare, sia nelle grandi decorazioni degli esterni che nei piccoli dettagli all’interno.
Casa Batllò, nel 2003 (LLUIS GENE/AFP/Getty Images)
Casa Milà
È nel Passeig de Gràcia, vicino a Casa Batlló. È forse più nota come La Pedrera (la cava di pietra) e fu costruita tra il 1905 e il 1912. È patrimonio dell’UNESCO. È famosa per la sua facciata ondulata e per il suo tetto, tutto tranne che piatto. È l’ultima opera civile di Gaudí, che dopo averla finita si dedicò alla Sagrada Família. È uno dei più efficaci esempio del modernismo catalano e piacque molto al regista italiano Michelangelo Antonioni, che nel 1975 ci girò una scena di Professione: reporter, un film con Jack Nicholson e Maria Schneider.
Patrimoni dell’Unesco
Le opere di Gaudí scelte come patrimonio universale dell’UNESCO sono sette, tutte a Barcellona. Sono il parco Güell, il palazzo Güell; Casa Milà, Casa Vicens; le facciate della Sagrada Familia, Casa Batlló e la cripta della Colonia Güell.
Parque Guell (QUIQUE GARCIA/AFP/Getty Images)
Gaudí a New York
Nei primi anni del Novecento qualcuno propose a Gaudí di progettare un grattacielo per New York. L’idea era fare un grattacielo di 360 metri, cosa oggettivamente poco realistica per quei tempi. Non se ne fece nulla ma sarebbe stato molto bello, più o meno così.
(Wikimedia)
Ci eravamo dimenticati di Gaudí
Dopo la sua morte, e fino agli anni Sessanta, Gaudí fu un po’ trascurato. Ne parlò nel 2015 un articolo di Martin Filler pubblicato sulla New York Review of Books: «L’attitudine popolare nei suoi confronti cambiò in modo radicale negli anni Sessanta, un decennio in cui il fermento mondiale a livello sociale e culturale permise alle opere di Gaudí di parlare a una giovane generazione in cerca di qualità espressive e immaginative che erano andate perdute ed erano ritenute patologicamente bizzarre, specialmente quando si parlava di architettura».
L’interno della Sagrada Familia (David Ramos/Getty Images)
Una cosa che sarebbe piaciuta a Gaudí
Nel settembre 2015 – per festeggiare i dieci anni dal suo ingresso tra i patrimoni mondiali dell’UNESCO – fu organizzato un video mapping, cioè la proiezione di immagini su case e monumenti, sulla facciata di Casa Batlló. Che è una facciata già molto dinamica di suo, ma quella sera lo diventò ancora di più.
Sulla Sagrada Familia, anche
La stessa cosa è stata fatta sulla facciata della Sagrada Familia, con risultato altrettanto interessante.
In odore di santità
Gaudí è chiamato “l’architetto di Dio” per i suoi tanti progetti commissionati dalla Chiesa ma anche perché era molto religioso. Qualche tempo fa è addirittura partita una proposta per la sua beatificazione e canonizzazione. L’arcivescovo di Barcellona, il cardinale Ricardo María Carles Gordó, ha avviato il processo di canonizzazione nel 1998, definendo Gaudì “un laico mistico”. Nel 2003 la documentazione è stata inviata in Vaticano.
Gaudí mentre nel 1915 mostra la Sagrada Familia a Monsignor Ragonesi (Wikimedia)
La morte di Gaudí
Il 7 giugno del 1926 Gaudì si stava recando in chiesa come tutti i giorni per pregare e confessarsi quando fu investito da un tram. Non aveva con sé documenti ed era malvestito: fu scambiato per un mendicante e non ricevette immediatamente molti soccorsi, mentre era privo di coscienza. Un poliziotto lo trasportò in ospedale, ma le sue condizioni peggiorarono molto nei giorni seguenti. Antoni Gaudí morì il 10 giugno del 1926 a 73 anni. Dopo un funerale molto solenne, fu sepolto nella cripta costruita in una parte dell’eterno cantiere della sua Sagrada Família.
Gaudí e Google
Nel 2013 Google dedicò un doodle a Gaudí, con una serie di disegni che riprendevano le forme sinuose e creative dei suoi progetti, e richiami anche agli elementi naturali che inseriva nelle proprie opere.