Guida rapida alle elezioni amministrative
Le cose utili da sapere città per città e candidato per candidato, per quelli che arrivano all'ultimo minuto (alle 19 l'affluenza è del 46%)
Domenica 5 giugno in quasi tutti i principali comuni italiani – Roma, Milano, Torino, Napoli – e in città medio-grandi come Bologna, Latina, Rimini, Salerno, Trieste e Cagliari si vota per eleggere il nuovo sindaco e rinnovare la composizione dei consigli comunali. L’affluenza parziale alle ore 19 di domenica è del 46,01 per cento degli aventi diritto: più bassa di quella delle amministrative del 2015 (era stata del 48,95 per cento). Per il primo turno si vota oggi, domenica 5 giugno: i seggi saranno aperti dalle 7 alle 23. Per gli eventuali ballottaggi si voterà invece il 19 giugno: i ballottaggi sono previsti solo per i comuni con più di 15.000 abitanti e nel caso nessuno dei candidati sindaco raggiunga al primo turno il 50 per cento più uno dei voti. Le cose che in generale emergono dalla situazione politica sono tre: la divisione del centrodestra, il fatto che secondo i sondaggi pochi candidati vinceranno al primo turno e infine che il Movimento 5 Stelle in molte città non abbia presentato candidati per problemi interni. Di seguito trovate tutte le informazioni per arrivare preparati e preparate al voto.
Dove, come e quando si vota
Primo turno: domenica 5 giugno dalle 7 alle 23 (tranne nei comuni del Friuli-Venezia Giulia, dove i seggi saranno aperti dalle 8 alle 22). Ballottaggi eventuali: 19 giugno. possono votare tutti i cittadini italiani aventi diritto al voto residenti nei comuni dove si rinnoveranno sindaco e consiglio comunale. Possono votare inoltre i cittadini dell’Unione Europea residenti in uno di questi comuni, purché ne abbiano fatto domanda entro il quarantesimo giorno precedente al voto. Per votare bisogna andare nella sezione elettorale del comune nella quale si è iscritti alle liste elettorali (queste informazioni si trovano sulla tessera elettorale). Ci sono alcune eccezioni a questa regola: possono votare in una sezione diversa da quella indicata sulla tessera elettorale i rappresentanti di lista ai seggi, i componenti del seggio e gli elettori con problemi di deambulazione (che potranno scegliere una sezione del loro comune senza barriere architettoniche). Le tessere elettorali esaurite possono essere rinnovate negli uffici elettorali dei comuni di residenza, che in prossimità delle elezioni seguiranno orari di apertura straordinari: dalle 9 alle 18 nei due giorni antecedenti al voto, dalle 7 alle 23 nel giorno del voto.
Roma
I candidati alle prossime elezioni sono 15. Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati ufficialmente 15 giorni fa, la candidata favorita nella capitale è Virginia Raggi del M5S, con circa il 27-30 per cento dei consensi, ma la situazione è considerata piuttosto imprevedibile. A Roma il centrosinistra ha governato dal 1993 al 2015, con una sola pausa: dal 2008 al 2013 ha governato il centrodestra, con l’amministrazione di Gianni Alemanno. La situazione economica del comune è complicata, con un debito di circa 14 miliardi di euro; e negli ultimi anni ci sono stati una serie di scandali e inchieste giudiziarie che hanno mostrato quanto fosse opaca e scadente, come minimo, la gestione di molti settori della pubblica amministrazione e degli enti che erogano servizi fondamentali della città. Poi c’è stata la vicenda politica di Ignazio Marino, l’ultimo sindaco della città, che si è dimesso lo scorso ottobre: secondo alcuni perché costretto dal suo stesso partito proprio perché aveva provato a risolvere i problemi di Roma, secondo altri per l’inadeguatezza dimostrata nel governare la città, secondo altri ancora perché indebolito dalle campagne organizzate contro di lui dall’opposizione con motivazioni spesso pretestuose (dalla storia della Panda a quella della carta di credito). La candidata favorita è Virginia Raggi del M5S, che ha 37 anni, è laureata in Giurisprudenza, è avvocato ed è consigliera comunale uscente. Il candidato del PD è Roberto Giachetti, che ha vinto le primarie all’inizio di marzo ed è dato a pochi punti di distanza. Sinistra Italiana e altre formazioni di sinistra radicale appoggiano invece il deputato ed ex vice ministro dell’Economia Stefano Fassina (prima escluso e poi riammesso dal Consiglio di Stato). Nel centrodestra la situazione sembra essersi assestata dopo mesi di trattative, incertezze e divisioni. Forza Italia e il Nuovo Centro Destra appoggiano l’imprenditore Alfio Marchini. Ha 51 anni, si era candidato anche nel 2013 con due liste civiche e aveva ottenuto il 9,5 per cento dei voti. La Lega Nord appoggia la candidata di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Gli altri candidati hanno poche possibilità di farcela. I programmi dei principali candidati sono tutti piuttosto generici, contengono obiettivi tanto vaghi quanto ambiziosi, e pochi dettagli sul come realizzarli.
Milano
Centrodestra e centrosinistra hanno entrambi un candidato che appoggiano in maniera piuttosto unitaria. Il centrosinistra candida Giuseppe Sala, ex amministratore delegato di EXPO, che ha vinto le primarie dello scorso 7 febbraio. Il centrodestra, composto da Forza Italia, NCD e Lega Nord, appoggia l’ex manager pubblico e dirigente del comune di Milano Stefano Parisi. Uno dei punti su cui i commentatori insistono di più è la somiglianza tra Sala e Parisi, entrambi con un percorso professionale simile alle spalle, moderati e provenienti dalla borghesia milanese. Nel cercare di distinguersi dal suo avversario, Sala è stato probabilmente il più aggressivo dei due e ha speso molte energie per attaccare Parisi in particolare sulla sua alleanza con la Lega Nord di Matteo Salvini. Finora, però, i famosi “contenuti” non sono stati davvero al centro della campagna elettorale, anche perché Milano è oggi una città senza gravissimi problemi. Matteo Renzi si è comunque esposto molto per appoggiare Sala. Secondo i sondaggi Sala ha perso il suo iniziale vantaggio su Parisi: gli ultimi dati pubblicati su Repubblica davano Sala al 39 per cento circa e Parisi a poco meno del 36. Il M5S sembra la forza politica più in difficoltà, anche perché non è mai stato particolarmente forte a Milano. Lo scorso novembre, con una consultazione online, il Movimento aveva deciso di candidare Patrizia Bedori, ex dirigente di un’azienda di arredamento. A marzo Bedori aveva ritirato la sua candidatura. Il nuovo candidato è Gianluca Corrado, arrivato terzo alle primarie online di novembre e a circa il 13 per cento nei sondaggi. Ci sono poi Nicolò Mardegan, Luigi Santambrogio e Maria Teresa Baldini sostenuti da liste civiche, Natale Azzaretto per il Partito Comunista del Lavoratori, Marco Cappato per i Radicali e Basilio Rizzo, al 7,1 per cento nei sondaggi, appoggiato da Possibile e da una serie di altri partiti e movimenti a sinistra del PD.
Napoli
L’attuale sindaco di Napoli è Luigi De Magistris, ex magistrato ed ex parlamentare europeo, eletto nel 2011 con il sostegno dell’Italia dei Valori e della Federazione della Sinistra. Nonostante le complicate vicende legate alla legge Severino, che hanno portato alla sua temporanea sospensione dopo una condanna per abuso d’ufficio, De Magistris si è ricandidato ed è il favorito: è appoggiato da liste civiche, da Sinistra Italiana, dall’Italia dei Valori e da Possibile. Anche a Napoli, come a Roma e altrove, il centrodestra è diviso. Il candidato appoggiato da Forza Italia è Gianni Lettieri, imprenditore napoletano del settore tessile, ex presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Napoli: è cattolico, ha raccontato la sua storia in un libro intitolato “L’imprenditore scugnizzo” e la sua capolista è Mara Carfagna, il cui nome era circolato nei mesi scorsi come possibile candidata del centrodestra. Lega Nord e una parte di Fratelli d’Italia appoggiano invece il deputato Marcello Taglialatela, eletto per quattro volte alla Camera prima con AN, poi con il Popolo della Libertà e infine, nel 2013, con Fratelli d’Italia. Per il centrosinistra c’è una donna, Valeria Valente, candidata del PD che ha battuto Antonio Bassolino alle primarie dello scorso marzo. Le primarie del PD a Napoli erano finite sulle prime pagine di tutti i giornali per i presunti brogli durante le votazioni mostrati in un video pubblicato su Fanpage: si vedevano attivisti della lista Valente dare indicazioni agli elettori e pagare per loro l’euro necessario a votare. Il candidato del Movimento 5 Stelle è Matteo Brambilla: ha 47 anni, è nato a Monza ma è residente a Napoli dal 2006. La campagna elettorale di Napoli è piuttosto movimentata. A parte quel comizio per cui De Magistris è finito sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali, l’ex sindaco è stato direttamente attaccato e criticato da tutti gli altri candidati su diverse questioni. Le critiche più pesanti a De Magistris le ha fatte però, negli ultimi mesi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in particolare sulla questione del recupero dell’area dell’ex acciaieria di Bagnoli.
Torino
Il favorito è il sindaco uscente Piero Fassino del PD, e sostenuto anche da diversi ex esponenti di Forza Italia, ma è improbabile che vinca al primo turno. Fassino, 66 anni, è stato ministro della Giustizia e del Commercio con l’estero e attualmente è presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI). A sinistra di Fassino, Sinistra Italiana e Possibile sostengono l’ex segretario nazionale della FIOM Giorgio Airaudo, 55 anni, eletto deputato nel 2013 con SEL; ma un pezzo di SEL si è staccato e ha fondato una lista che sostiene Fassino. Secondo alcuni sondaggi la principale rivale di Fassino sarà la candidata del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino, 31 anni, laureata in Economia in Bocconi ed eletta in consiglio comunale nel 2011 (i commentatori l’hanno definita una “grillina anomala”); a un certo punto era data quasi alla pari con Fassino, mentre oggi è tornata indietro. Anche a Torino il centrodestra è diviso. Forza Italia e NCD appoggiano Osvaldo Napoli, 62 anni, deputato per tre legislature con Forza Italia e attuale sindaco di Valgioie, una cittadina di mille abitanti in provincia. Lega Nord e Fratelli d’Italia sostengono Alberto Morano, un notaio di 58 anni. Nessuno dei due sembra avere speranze di vincere. Lo stesso vale per Roberto Rosso, che aveva già perso contro Sergio Chiamparino nel 2011, Marco Rizzo del Partito Comunista, Pier Carlo Devoti, Guglielmo Del Pero, Alessio Ariotto del Partito Comunista dei Lavoratori, Roberto Usseglio di Forza Nuova e Roberto Salerno del Movimento Sociale Italiano. La campagna elettorale è stata finora piuttosto garbata: torinese. I principali temi sono i circa 3 miliardi di debito del comune, la situazione delle periferie, i campi rom e la Torino-Lione (TAV). Fassino è favorevole alla TAV, Appendino no.
Bologna
Il PD ricandida il sindaco uscente Virginio Merola, 61 anni, vincitore al primo turno delle elezioni 2011. Oltre a Merola – che secondo i sondaggi dovrebbe vincere ma non al primo turno – ci sono altri 8 candidati. Dopo una serie di dure polemiche e trattative, il centrodestra ha deciso di unirsi dietro alla candidata della Lega Nord Lucia Bergonzoni, già consigliera comunale. Borgonzoni, seconda nei sondaggi, si presenta con il sostegno di cinque liste tra cui quelle della Lega Nord, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Al terzo posto nelle rilevazioni statistiche c’è il candidato del Movimento 5 Stelle Max Bugani, eletto al consiglio comunale nel 2011, noto attivista e commentatore sul blog di Grillo. La sua candidatura è stata decisa da Grillo senza le consuete consultazioni online. Altri candidati – dati però sotto il 10 per cento – sono l’ex leghista e ora candidato indipendente Manes Bernardini e Federico Martelloni, 41 anni, professore associato in Diritto del Lavoro all’Università di Bologna, candidato con Coalizione Civica, lista che riunisce rappresentanti provenienti da movimenti e partiti politici a sinistra del PD (SEL, Possibile, l’Altra Europa) e attivisti di alcuni dei principali centri sociali della città (TPO e Labas, per esempio); Mirko De Carli è invece il candidato del Popolo della Famiglia, il movimento di Mario Adinolfi; l’imprenditore modenese Sergio Celloni si presenta con la lista GOL (Giustizia, Onore e Libertà); l’ex ferroviere Ermanno Lorenzoni è sostenuto dal Partito Comunista dei Lavoratori; Matteo Badiali dai Verdi. I temi più importanti al centro della campagna elettorale sono la sicurezza, come un po’ ovunque, la questione dei migranti su cui Merola ha preso posizioni che secondo i suoi critici si addicono di più al centrodestra e l’emergenza abitativa.
Cagliari
Il centrosinistra appoggia il candidato uscente Massimo Zedda, 40 anni, esponente di SEL che nel 2011 vinse le primarie del centrosinistra battendo il senatore Antonello Cabras, candidato del PD. Zedda è sostenuto da 11 liste comprese quelle di Sinistra Ecologia Libertà, del Partito Comunista D’Italia e del Partito Democratico (il sui segretario regionale Renato Soru si è da poco dimesso dopo la condanna a tre anni di carcere per evasione fiscale). A sostegno di Zedda ci sono anche le liste dell’Unione Popolare Cristiana (che nel suo programma politico cita la CEI) e del Partito Sardo d’Azione che raccoglie molti esponenti provenienti dalla destra. Il centrodestra sostiene il senatore di Forza Italia Piergiorgio Massidda, 59 anni, candidato con una lista civica ed eletto in Parlamento nelle ultime cinque legislature. Il M5S candida Antonietta Martinez, consulente informatica e titolare di un negozio di computer, che ha vinto le primarie online del movimento con 150 voti. A differenza che in altre città, nelle ultime settimane non sono circolati su Cagliari sondaggi in vista delle amministrative: sui giornali locali, che hanno probabilmente avuto accesso ai sondaggi interni commissionati dai partiti, si dice che Zedda non vincerà al primo turno e andrà al ballottaggio contro Massidda. L’unico altro candidato che potrebbe arrivare intorno al 10 per cento è Martinez del M5S. Ci sono poi Enrico Lobina, consigliere uscente della maggioranza di centrosinistra sostenuto da una parte dell’estrema sinistra e dagli indipendentisti; Alberto Agus appoggiato dalla lista Il Popolo Della Famiglia, il movimento di Mario Adinolfi; Paolo Matta, giornalista, 61 anni, e il vice presidente del consiglio comunale uscente Paolo Casu che ha deciso di candidarsi con una lista civica in totale autonomia. La campagna elettorale non sembra molto vivace ed è anche (forse proprio per questo) poco raccontata dai giornali locali. Zedda rivendica le cose fatte durante il suo primo mandato e che hanno a che fare soprattutto con una serie di opere pubbliche e con il miglioramento del funzionamento dei mezzi pubblici. I critici di Zedda lo definiscono il “sindaco dei marciapiedi e delle piste ciclabili” (sostengono che abbia reso più bella la città ma che si sia trattato di un’operazione di facciata) e lo accusano di essere sostenuto anche da pezzi di centrodestra.
Latina
La città è governata da un commissario straordinario dopo il voto di sfiducia contro l’ex sindaco di destra Di Giorgio. I candidati sindaco sono undici e molti sono ex consiglieri comunali o ex assessori. Il centrosinistra ha candidato Enrico Forte, consigliere regionale del PD, che ha vinto le primarie di coalizione dello scorso novembre. La destra presenta diversi candidati: Nicola Calandrini appoggiato dalla Lega Nord, Alessandro Calvi sostenuto da Forza Italia, Gianni Chiarato sostenuto dal movimento Fare del sindaco di Verona Flavio Tosi, Marco Savastano di Casa Pound, Salvatore de Monaco, ex presidente della provincia di Latina, appoggiato dal Movimento Sociale Italiano, Angelo Orlando Tripodi, ex assessore del PDL alle Attività Produttive sostenuto da una lista che si chiama “La famiglia Cristiana”, da una che si chiama “La destra” e da Forza Nuova. Il Movimento 5 Stelle ha deciso di non presentare un proprio candidato: Damiano Coletta però si è candidato con il sostegno di tre liste che sono considerate vicine al Movimento. Ci sono poi Danilo Calvani, leader del Movimento Forconi 9 dicembre; Davide Lemma, ex dirigente del Latina Calcio ed ex Fratelli d’Italia, che si presenta con una lista civica; Marilena Sovrani, unica donna ed ex assessora alla Pubblica Istruzione e Cultura eletta con l’UDC, che si presenta con due liste in suo sostegno. I sondaggi dicono che si andrà al ballottaggio. La situazione politica, anche a causa dei problemi della precedente amministrazione, è piuttosto complessa. Intanto, scrivono alcuni giornali locali, non è passato inosservato il fatto che tre esponenti del governo Renzi stiano partecipando alla campagna elettorale di tre differenti candidati sindaco: la ministra della Salute Beatrice Lorenzin per Marilena Sovrani, il ministro alle infrastrutture Graziano Delrio per Enrico Forte e il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti per il candidato di centrodestra Nicola Calandrini: «Tre ministri, lo stesso governo, tre candidati sindaco diversi da sostenere», ha scritto Latina Quotidiano.
Ravenna
Il centrosinistra governa dagli anni Settanta, ma quest’anno le cose sono più incerte e ci si aspetta un ballottaggio, cosa che in città non accade dal 1993. I candidati sono cinque. Il centrosinistra sostiene Michele De Pascale, 30 anni, assessore al Turismo dal 2011 e segretario provinciale del Partito Democratico. Il centrodestra appoggia Massimiliano Alberghini, candidato sindaco di Lista per Ravenna, Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Raffaella Sutter, 61 anni, sociologa, ex dirigente comunale si presenta invece per “Ravenna in Comune” che riunisce diversi movimenti e partiti di sinistra come Possibile, SEL, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Altra Europa Con Tsipras, PSI e Radicali. Il Movimento 5 Stelle non presenta un proprio candidato; Michela Guerra, 43 anni, avvocata, è iscritta al Movimento ma si è candidata con la lista civica “Cambierà”. Maurizio Bucci, 53 anni, imprenditore nel settore del turismo, consigliere comunale del gruppo misto dopo essere uscito da Forza Italia, è sostenuto dalla lista “La Pigna”. Al centro della campagna elettorale ci sono principalmente due questioni: quella dell’autorità portuale di Ravenna e quella dei rifiuti.
Rimini
I candidati a sindaco sono otto in totale. Sui giornali locali si parla di una vittoria del PD al primo turno, ma gli unici sondaggi che circolano sono quelli del PD dello scorso gennaio. Andrea Gnassi, che ha 47 anni ed è il sindaco uscente eletto nel 2011, si ripresenta sostenuto da PD, Italia dei Valori e altre liste civiche. Non sono state fatte le primarie di coalizione. Gnassi è sostenuto anche dalla lista “Patto Civico”, promossa da Sergio Pizzolante (ex NCD). Il centrodestra (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia) si è unito dietro l’avvocato Marzio Pecci e il M5S ha avuto diversi problemi tra due liste rivali e alla fine ha deciso di non presentare alcun candidato. Luigi Camporesi è però un ex del Movimento 5 Stelle che ha deciso di presentarsi senza la certificazione ufficiale del partito di Grillo. Per la destra ci sono tre candidati: Marina Mascioni per il Fronte Nazionale, Mirco Ottaviani per Forza Nuova e Addolorata Di Campi per il Popolo della Famiglia (movimento di Mario Adinolfi). Mara Marani (ex insegnante e preside) e Sara Visintin (ex assessora all’Ambiente della giunta Gnassi) sono infine appoggiate da liste civiche a sinistra del PD. I principali argomenti della campagna elettorale sono il fallimento di Aeadria, la società che gestiva l’aeroporto di Rimini in cui è coinvolto anche il sindaco uscente Gnassi, la riqualificazione del sistema fognario della città e la sicurezza.
Salerno
I candidati sindaco per Salerno sono dieci. Il centrosinistra in città governa da molti anni – l’attuale presidente della Campania, Vincenzo De Luca, è un influentissimo ex sindaco – e il favorito alle prossime elezioni è proprio il candidato del centrosinistra, attuale sindaco e architetto Vincenzo Napoli, facente funzione di sindaco da quando De Luca è stato eletto in regione. Napoli è il candidato unitario del centrosinistra e ha l’appoggio anche dell’UDC, del NCD e di Scelta Civica. Forza Italia, il Nuovo PSI e Rivoluzione Cristiana di Gianfranco Rotondi appoggiano Roberto Celano che, ha detto, spera di arrivare almeno al ballottaggio. Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale hanno candidato Antonio Iannone, ex presidente della provincia di Salerno e storico dirigente del partito. Iannone è appoggiato anche dal movimento Noi con Salvini, che è in pratica il nome della Lega nel centro e sud Italia. Il M5S non presenterà candidati in città. Gli altri candidati sostenuti da liste civiche sono Gianpaolo Lambiase, Gianluigi Cassandra (sostenuto da Corrado Passera e anche da Flavio Tosi, sindaco di Verona e leader del movimento Fare), Raffaele Adinolfi, Antonio Cammarota, Marco Falvella, Dante Santoro e Giuseppe Amodio. Nessuno di loro sembra però avere possibilità di vittoria. I quotidiani locali hanno scritto che la campagna elettorale è «sottotono» e che non si sono visti, almeno finora, esponenti importanti dei partiti o del governo a sostegno dei rispettivi candidati sindaci. Un’altra differenza rispetto al passato è che la propaganda elettorale sta circolando soprattutto sui social network.
Trieste
I candidati sindaco a Trieste sono undici. Il più importante quotidiano locale, Il Piccolo, dice che quello del prossimo 5 giugno sarà un “triangolare” e che la sfida tra i candidati di centrosinistra e centrodestra rischia di essere «disturbata» dal candidato del Movimento 5 Stelle che potrebbe arrivare anche al ballottaggio. Sempre il Piccolo dice che nei sondaggi i tre candidati sono attorno al 25 per cento. Il centrosinistra candida il sindaco uscente Roberto Cosolini, appoggiato, oltre che da PD e SEL, dai Verdi, UDC e dal PSI. Nel 2011 la sinistra si era presentata compatta a sostegno di Cosolini, mentre oggi corre divisa tra diversi candidati. Il capogruppo di SEL Marino Sossi si è candidato in modo autonomo con la lista Sì-Sinistra per Trieste, espressione di Sinistra Italiana: ha 68 anni ed è il candidato più anziano. Il presidente del consiglio comunale Iztok Furlanic si presenta infine con Sinistra unita, unione dei due partiti comunisti PCDI e PRC. Il centrodestra che alle amministrative precedenti aveva sostenuto quattro diversi candidati, ha trovato un accordo sul consigliere regionale del Friuli Venezia-Giulia eletto con NCD Roberto Dipiazza, che è già stato sindaco di Trieste per due mandati, dal 2001 al 2011: è appoggiato da alcune liste civiche e da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Parte del centrodestra appoggia invece Alessia Rosolen che si presenta con la lista Un’Altra Trieste Popolare, di cui fa parte anche Forza Nuova. Il Movimento 5 Stelle ha candidato Paolo Menis, 39 anni, impiegato di una società di informatica, che lo scorso febbraio ha vinto con 108 voti le primarie online del movimento. Ci sono poi Fabio Carini, Maurizio Fogar (No Ferriera Sì Trieste, si era candidato anche nel 2011 ottenendo poco più di mille voti) e tre candidati indipendentisti: Vito Potenza, Giorgio Marchesich e Nicola Sponza (è il più giovane: ha 34 anni). L’argomento principale della campagna elettorale è la chiusura della Ferriera di Servola, quartiere di Trieste, chiamata anche l’ILVA del nord-est per le accuse di inquinamento ambientale e i rischi per la salute causati dall’emissione di polveri sottili. Su undici candidati in campo, otto ne chiedono la chiusura: quelli sostenuti da liste civiche non legate a nessun partito e Menis del Movimento 5 Stelle.
Novara
Sono sette i candidati sindaco a Novara. Andrea Ballarè, sindaco uscente, nel 2011 era stato sostenuto dal centrosinistra e dalla sinistra unite (PD, SEL, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani). Ora invece in suo appoggio sono rimasti il PD e alcune liste civiche. Ballarè è del 1967, è commerciali sta e presidente regionale dell’ANCI. Forza Italia sostiene invece Daniele Andretta, ex assessore, attuale consigliere comunale di minoranza, commercialista, mentre la Lega Nord e Fratelli d’Italia appoggiano Alessandro Canelli, ex assessore provinciale e attuale consigliere comunale di minoranza appoggiato anche da alcuni dissidenti di Forza Italia confluiti nella lista “Forza Novara”. Il M5S candida Cristina Macarro, ingegnera e, come scrivono tutti i principali quotidiani locali nel presentarla, “madre di cinque figli”, di cui uno di pochi mesi. In città ci sono state alcune polemiche perché proprio per questo motivo Macarro non avrebbe il tempo di fare il sindaco. Infine, sostenuti ciascuno da una lista civica, si sono candidati: Luigi Rodini, avvocato che si occupa di diritto civile, diritto del lavoro e sindacale, Gian Carlo Paracchini, commercialista, ex assessore e cavaliere della Repubblica e Romano Piantanida, ex commerciante di articoli sportivi.
Dallo scorso aprile circola un sondaggio del PD che sostiene che la coalizione di centrosinistra potrebbe raggiungere al primo turno il 41 per cento dei voti. Più del 30 per cento degli intervistati si é dichiarato però indeciso o ha detto che si asterrà dal voto. Al ballottaggio Ballaré, sempre secondo questi dati, batterebbe sia il candidato della Lega che quella del Movimento 5 stelle. Ballarè rivendica le cose fatte durante il primo mandato, gli altri lo criticano e sostengono che stia facendo molta propaganda e grandi promesse solo per essere rieletto. Si parla molto anche di sicurezza con la Lega che ha presentato un proprio pacchetto contro l’occupazione abusiva degli edifici abbandonati e contro i «bivacchi».
Caserta
La città è governata da un commissario, dopo la sfiducia dell’ex sindaco Pio Del Gaudio, eletto nel 2011 con Forza Italia, e il suo precedente arresto insieme all’allora vicesindaco. Oggi i candidati a sindaco sono otto. Carlo Marino, avvocato, ex vicesindaco e ex assessore ai Lavori Pubblici, è il candidato del centrosinistra ed è sostenuto tra gli altri da PD, PSI, Verdi e dalla lista “Caserta Popolare”, che fa riferimento al Nuovo Centro Destra di Alfano. Il centrodestra si è diviso: Enrico Trapassi è il candidato della lista “Noi con Salvini” mentre Riccardo Ventre, 72 anni e ex presidente della provincia di Caserta, è sostenuto da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ci sono poi Gianfausto Iarrobino, Aniello Spirito, Francesco Apperti, Luigi Cobianchi e Vincezo Bove, sostenuti da liste civiche. Il Movimento 5 Stelle non ha presentato nessuna lista. Con Marino, dicono i suoi critici, sono passati numerosi politici del centrodestra; il centrosinistra ha respinto le accuse e il Nuovo Centro Destra (che sostiene Marino) ha consigliato a Ventre di controllare le sue liste e i nomi delle persone che ha scelto di candidare.