Non c’è più l’Acapulco di una volta
Negli ultimi dieci anni una delle mete turistiche più famose al mondo è diventata una città violentissima, controllata dai narcotrafficanti
Acapulco è una città messicana sulla costa che dà sul Pacifico, famosa per la sua grande baia e per le sue bellissime spiagge. Per anni è stata una delle mete turistiche più famose del mondo, soprattutto tra gli americani: ci andavano in vacanza Brigitte Bardot, Elizabeth Taylor, Errol Flynn e John Wayne, e fu la destinazione del viaggio di nozze di Bill e Hillary Clinton nel 1975. Nel 1963 ci ambientarono anche un film con Elvis Presley, L’idolo di Acapulco. Negli ultimi dieci anni, però, le cose sono cambiate: Acapulco è diventata uno dei porti principali nelle rotte che portano la cocaina dal Sud America agli Stati Uniti, e la violenza legata ai narcotrafficanti è aumentata moltissimo. Nel 2014 ci sono stati 903 omicidi, su una popolazione di 800mila abitanti: 111 per ogni 100mila abitanti, un tasso più alto di quello registrato nello stesso periodo nella città statunitense più violenta, St. Louis.
Oggi Acapulco è costantemente presidiata da soldati dell’esercito in mezzi blindati, i marines sorvegliano le spiagge e i poliziotti federali i moli. Xavier Olea, procuratore generale dello stato messicano di Guerrero, dove si trova Acapulco, qualche giorno fa aveva detto ad Associated Press che la città è «a prova di proiettile». Lo scorso 14 maggio però, una settimana dopo la sua intervista, tre uomini tra i 21 e i 27 anni sono stati uccisi in pieno giorno sul lungomare della città, dopo che si erano incontrati in un ristorante con una persona della criminalità locale. Due erano camerieri e uno era un venditore di cocco, e secondo le prime ricostruzioni non erano collegati al narcotraffico. Un’ipotesi è che siano stati uccisi dai “russi”, come viene chiamata una banda di sicari ingaggiata da “La Empresa”, una gang di trafficanti locale.
“La Empresa” è il nuovo nome del cartello di Beltrán Leyva, un’organizzazione di narcotrafficanti gestita dai cinque fratelli Beltrán Leyva. I Beltrán Leyva furono una delle più importanti organizzazioni criminali messicane, e per un periodo hanno di fatto controllato Acapulco. Dopo la morte di Arturo Beltrán Leyva, uno dei cinque fratelli ucciso dai marines nel 2009, cominciò ad affermarsi in città un’altra gang, chiamata Indipendente Cartel di Acapulco (CIDA). Alla fine del 2015 tra le due organizzazioni è iniziata una guerra, causata dal tentativo dei Beltrán Leyva di riguadagnare territorio. Héctor Beltrán Leyva, l’ultimo fratello rimasto in libertà, fu arrestato alla fine del 2014. Per provare a riprendere il controllo di Acapulco, la Empresa si è alleata con il Cártel de Jalisco Nueva Generación, l’organizzazione di narcotrafficanti messicana che più si sta affermando nell’ultimo periodo. Associated Press scrive che i tre uomini uccisi il 14 maggio potrebbero essere stati assassinati dai “russi” solo per fare pressione sul CIDA.
Si stima che città ci siano circa 300 sicari stipendiati dai cartelli della droga, e negli ultimi mesi sono avvenuti anche omicidi molto truculenti. Una ragazza di 15 anni è stata uccisa e il suo corpo è stato tagliato a pezzi da una gang, che ne ha abbandonato il corpo avvolto in un lenzuolo, vicino alla sua testa e a una lettera minatoria. Nei mesi scorsi un uomo è stato ucciso mentre beveva una birra in un ristorante sul lungomare. Secondo alcuni osservatori la strategia utilizzata per contrastare la criminalità ad Acapulco mostra le più generali debolezze del governo messicano: i poliziotti federali non sono di Acapulco e non sanno orientarsi nella città. Sono equipaggiati con armi pesanti non adatte al pattugliamento urbano, e non sono sufficientemente addestrati alle indagini.
Il mercato della droga ad Acapulco negli ultimi anni si è ingrandito così tanto che oggi potrebbe essere secondo solo a quello del turismo, che tra l’altro è in forte calo. Gli Oxxo sono i locali clandestini dove viene venduta la droga in città, e prendono il nome da una catena di discount messicani molto diffusi: ogni Oxxo può arrivare a guadagnare oltre ottomila dollari in una notte. In tutto si dice ce ne siano 50: il mercato totale della droga potrebbe avere un valore di 400mila dollari al giorno. E queste sono solo le cifre della droga venduta direttamente sul posto: Acapulco è anche e soprattutto una tappa delle rotte clandestine che trasportano cocaina, eroina e marijuana dal Sud America agli Stati Uniti.
Nell’ultimo mese le violenze ad Acapulco si sono intensificate. Lo scorso 24 aprile, durante la notte, c’è stata una grande sparatoria sul lungomare. Nei giorni precedenti a molti abitanti della città era arrivato un messaggio che annunciava un weekend violento, e consigliava di stare a casa e non portare nemmeno i bambini a scuola. Non è chiaro cosa sia successo: all’inizio le autorità avevano parlato di un attacco a un edificio della polizia, ma in seguito si è ricostruito che potesse essere stato in realtà un tentativo di rapina a una gang di narcotrafficanti: alcune persone hanno provato a rubare le paghe dei criminali della gang, per un totale di circa 50 mazzette ciascuna con migliaia di pesos, la moneta locale. Associated Press racconta che dopo aver sentito i primi colpi, dei poliziotti hanno cominciato a sparare dalle finestre del proprio hotel, mentre erano ancora in biancheria intima. La sparatoria è stata ripresa e il video è stato diffuso su internet, in quello che è stato considerato l’ultimo colpo all’industria del turismo di Acapulco.
La settimana in cui è avvenuta la sparatoria tra la polizia e una gang di narcotrafficanti era la Settimana Santa in Messico, una delle festività principali del paese e uno dei periodi più intensi per il turismo. Gli alberghi erano pieni solo per il 76 per cento, contro il 97 per cento dell’anno scorso: dopo la sparatoria moltissimi turisti hanno cancellato le loro prenotazioni, e la percentuale di camere occupate è scesa al 20 per cento. Circa 1.600 attività commerciali nella città hanno chiuso per motivi di sicurezza. Molti uomini di affari girano armati, dopo le costanti minacce ed estorsioni ricevute.