L’Inter cambia proprietario di nuovo?
Secondo i giornali italiani una grossa società cinese è vicina a comprare la maggioranza delle azioni dall'ex presidente Massimo Moratti e da Erick Thohir, proprietario da tre anni
Secondo quanto riportato ieri da Sky Sport e oggi confermato da diversi giornali italiani, la società cinese Suning Commerce Group è vicina all’acquisto delle quote di maggioranza dell’Inter. La notizia non è ancora ufficiale, ma è considerata credibile: sempre secondo Sky, Suning otterrebbe fra il 60 e il 70 per cento della società rilevando le quote ancora dell’ex presidente e proprietario Massimo Moratti, il 29,5 per cento, e parte di quelle dell’attuale azionista di maggioranza, l’indonesiano Erick Thohir.
Lo stesso Thohir inizialmente non dovrebbe lasciare l’Inter, che aveva acquistato tre anni fa, ma rimanere con il 30 per cento delle quote e la carica di presidente. Oggi si parla anche di un possibile successivo acquisto del 100 per cento delle quote da parte del gruppo Suning. La valutazione del club fatta da Suning secondo i giornali è fra i 600 e i 700 milioni di euro, inclusi i circa 220 milioni di debiti che la società ha nei confronti della banca d’affari statunitense Goldman Sachs, a cui Thohir aveva affidato il compito di cercare potenziali nuovi soci qualche mese fa. Sky conclude sostenendo che “non ci sono ancora le firme, ma la trattativa potrebbe chiudersi entro la fine dell’estate”. La Gazzetta dello Sport di oggi invece parla di una “chiusura delle trattative entro giugno”. L’attuale offerta di Suning per il 60 o 70 per cento dell’Inter sarebbe intorno ai 400 milioni di euro.
Già nelle settimane scorse si era parlato più volte dell’intenzione di Suning di comprare la maggioranza dell’Inter, ipotesi però inizialmente scartata per via della volontà di Thorir di non lasciare il club. I dirigenti del gruppo Suning sono stati anche in visita a Milano lo scorso aprile e hanno assistito alla partita tra Inter e Udinese a San Siro. L’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti li ha definiti delle persone affidabili, parte di un gruppo molto solido, così come hanno fatto in questi giorni molti altri giornalisti italiani.
Il Suning Commerce Group è stato fondato nel 1996 ed ha sede a Nanchino, capoluogo della provincia del Jiangsu. Nacque come negozio per la vendita e la riparazione di elettrodomestici e prodotti elettronici, poi iniziò ad espandersi nel settore della vendita al dettaglio in altre regioni della Cina, che rimane tuttora l’attività principale del gruppo. Oggi è presente anche nel settore immobiliare, nella vendita di automobili e motocicli e nello sviluppo e nella vendita di software per computer. Al momento conta complessivamente circa 24mila impiegati e 1.600 punti vendita fra Cina e Hong Kong. Il sito di e-commerce del gruppo è uno dei più grossi della Cina e detiene circa il venti per cento delle quote di mercato nazionali.
Il suo proprietario e fondatore, Zhang Jindong (che fondò l’attività insieme al fratello), è al 403esimo posto nella lista degli uomini più ricchi del mondo compilata annualmente da Forbes, con un patrimonio di 3,5 miliardi di euro. Il valore del gruppo Suning invece è di 15,5 miliardi di euro. Secondo i dati pubblicati dal gruppo, nel primo trimestre del 2016 Suning ha ottenuto 4,2 miliardi di euro in ricavi, l’8,13 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2015. Le sole vendite online del gruppo (suning.com) sono salite del 99,62 per cento in un anno, anche grazie all’accordo di collaborazione con Alibaba: nell’estate del 2015 infatti Jindong ha venduto il 20 per cento delle quote di Suning ad Alibaba, la società di proprietà di Jack Ma, per 4,6 miliardi di dollari.
Suning è entrato nel calcio solo di recente – nel dicembre del 2015 – ovvero nel periodo in cui alcune delle più importanti società cinesi hanno intensificato i loro investimenti nelle squadre di calcio nazionali. Suning ha comprato la squadra del Jiangsu Sainty cambiandone il nome in Jiangsu Suning. Già nelle prime settimane dopo l’acquisto la nuova società ha comprato Ramires, giocatore portoghese del Chelsea, per 28 milioni di euro, Alex Texeira dello Shakthar Donetsk per 50 milioni e un’altra decina di giocatori per una cifra complessiva di cento milioni spesi in poche settimane. Ora il Jiangsu Suning è terzo nella Super League cinese.
Nei primi mesi del 2015 il presidente cinese Xi Jinping – molto appassionato di calcio – ha annunciato un piano decennale per aumentare la popolarità del calcio in Cina e per espandere, sempre attraverso il calcio, l’economia cinese anche nel resto del mondo. Fra le altre cose, il governo ha incentivato le grandi società ad investire nel calcio e da qualche mese diverse compagnie statali hanno iniziato a finanziare direttamente i club cinesi. Gli investimenti però non si limitano alla Cina: solo pochi giorni fa la multinazionale cinese Recon Group ha acquistato l’Aston Villa, squadra inglese appena retrocessa dalla Premier League, per circa 60 milioni di euro. Ad inizio del 2015 anche l’Atletico Madrid aveva ceduto il 20 per cento delle sue quote al milionario cinese Wang Jianlin. Altri imprenditori cinesi detengono delle quote nell’Espanyol, nel Sochaux, nell’ADO Den Haag e nello Slavia Praga.
Alcuni giorni fa i dirigenti del gruppo Suning avevano parlato pubblicamente delle loro intenzioni, motivandole come un mezzo per guadagnare popolarità anche al di fuori dell’Asia, dove il gruppo è pressoché sconosciuto: “L’ingresso di Suning nel calcio è stato effettuato sulla base di due considerazioni: la prima è che il calcio vanta tantissimi appassionati, e Suning cerca sempre gruppi di potenziali consumatori in base alle possibilità offerte dal mercato. Poi, lo sviluppo del calcio può migliorare la coesione sociale e può essere definito una responsabilità sociale. Se riusciamo a costruire in Europa una relazione forte con club e grandi giocatori, credo che il nostro brand riuscirà a penetrare nel sistema europeo. Per lo sviluppo del nostro settore potrebbe essere utile”.