Sei modi di interpretare Star Wars
A seconda di come la si guardi, la saga può avere chiavi di lettura religiose, politiche, femministe: e forse è questo uno dei segreti del suo successo
di Cass R. Sunstein - Bloomberg
Trentanove anni fa uscì un film con un nome piuttosto ridicolo: Guerre Stellari (poi ribattezzato Episodio IV – Una nuova speranza). Quasi nessuno pensava che il film avrebbe avuto successo, e nessuno avrebbe potuto prevedere che Star Wars sarebbe diventata la saga per eccellenza della nostra epoca. Com’è successo, quindi? Una possibile risposta è che, come succede ai grandi romanzi o alle poesie, Star Wars non ci dice cosa pensare, e si può interpretare la saga in modi diversi, addirittura contrastanti.
Cristianità
Anakin Skywalker è nato da un concepimento virginale: non ha un padre umano, e potrebbe rappresentare una figura simile a Gesù Cristo che muore per i peccati dell’umanità, da lui incarnati e simboleggiati. Secondo questa interpretazione, Star Wars sarebbe una ricostruzione fantasiosa della vita di Gesù, in cui Gesù è il peccatore, incapace di opporsi a Satana se non all’ultimo istante, quando sacrifica ogni cosa per suo figlio e, simbolicamente, per i figli di tutta l’umanità.
In Star Wars la mela del diavolo è rappresentata dalla promessa dell’immortalità (per i propri cari). È così che l’Imperatore Palpatine – il “serpente” della saga – seduce Anakin, convincendolo a rinunciare alla sua anima (un altro tema quindi è quello del patto col diavolo). Sacrificando la propria vita, però, Anakin sconfigge il “grande tentatore” e riconquista la sua anima. Riesce a riportare la pace sulla Terra grazie all’amore per suo figlio e uccidendo Satana (cioè Palpatine). Non è un caso che la parola “pace” compaia sia nei titoli di apertura di Una nuova speranza che in quelli del Risveglio della Forza.
Complesso di Edipo
Forse però il modo migliore per capire Star Wars è interpretare la saga come una storia edipica che parla di padri, figli e madri irraggiungibili. La chiave è Freud, non la Bibbia. Anakin non ha un padre e ricerca disperatamente una forte figura paterna, con la quale avrà inevitabilmente un rapporto ambiguo. Il primo è Qui-Gon, a cui poi seguiranno Obi-Wan e infine l’Imperatore. Anakin, il loro figlio simbolico, è il responsabile della morte del secondo e del terzo. Si innamora di Padmé, una donna molto più vecchia di lui, che senza dubbio rappresenta una figura materna. «Sei uno strano bambino», dice Padmé ad Anakin al loro primo incontro, e «Sei rimasto lo stesso bambino che ho conosciuto a Tatooine» dirà più avanti dopo una lunga assenza, quando Anakin è ormai cresciuto: non è quello che le madri pensano dei loro figli? Solo che Anakin e Padmé poi fanno due figli insieme. Il viaggio di Anakin verso il Lato Oscuro inizia solo quando viene uccisa la sua vera madre, di cui secondo questa interpretazione è in un certo senso innamorato, come succede a tutti i figli. Da questa prospettiva la tragedia di Darth Vader è una rivisitazione complessa e psicologicamente acuta – e un po’ inquietante – dell’Edipo Re di Sofocle.
Femminismo
Da un punto di vista femminista Star Wars è terribile e imbarazzante, oppure è un gran film e una fonte di ispirazione? Certamente il Risveglio della Forza segna un importante punto a favore della parità di genere: Rey è l’indiscussa eroina del film (la nuova Luke) e dà molto filo da torcere ai cattivi del Lato Oscuro (provate a guardare la sua espressione mentre attacca Kylo Ren). La trilogia originale e i prequel, al contrario, possono essere facilmente considerati come delle fantasie maschili su uomini e donne. Quelli duri sono gli uomini: la Forza rende più forti, e permette di strozzare altre persone. Si spara e si uccide, preferibilmente con una spada laser (che è decisamente un simbolo fallico: più è lunga e meglio è). Ma c’è anche un altro modo di vedere le cose. Leila è il capo dei ribelli, è una combattente straordinaria e sa quello che fa. È coraggiosa, è una dura e sa usare la pistola. Per contro, gli uomini non sembrano sempre essere troppo sul pezzo. Certo, Leila indossa un costume striminzito e viene fatta schiava da Jabba the Hutt, ma alla fine strangola il suo carceriere con la stessa catena che la imprigionava, in quella che forse è la vera scena di riscatto della saga.
Thomas Jefferson, cavaliere Jedi
È facile anche considerare Star Wars come una saga profondamente politica, che si ripropone di mostrare come le repubbliche si possano trasformare in imperi e che teorizza la necessità delle ribellioni, o perlomeno che ci sia la possibilità di farne una. Da questo punto di vista, il messaggio centrale di Star Wars è il bisogno di libertà politica. Tutta la saga racconta il conflitto tra un impero autoritario e dei ribelli che tentano di ripristinare la Repubblica. L’Impero ricorda la Germania nazista, mentre l’obiettivo dei ribelli è riportare la pace e la giustizia nella galassia. Luke Skywalker all’inizio è restio a farsi coinvolgere politicamente: odia l’Impero, ma vuole rimanere nella sua fattoria con i suoi zii (che l’Impero poi ucciderà, convincendolo ad agire). Il Risveglio della Forza prosegue la storia con il conflitto tra il Primo Ordine, che si ispira all’Impero, e la Resistenza. In Star Wars c’è quindi un riferimento piuttosto chiaro a Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti e uno dei padri fondatori della nazione, che era convinto che le agitazioni producessero «del bene. Evitano che i governi degenerino e alimentano un’attenzione generale verso le questioni pubbliche. Una piccola ribellione di tanto in tanto è una cosa buona, è necessaria nel mondo politico quanto lo sono le tempeste in quello fisico». Forse tutto Star Wars è basato su Thomas Jefferson.
Tecnologia
Star Wars potrebbe anche essere visto come un avvertimento contro gli effetti disumanizzanti della tecnologia. Una nuova speranza inizia con i droidi, e in un certo senso sono loro a raccontare la storia: c’è anche chi li considera i veri protagonisti della saga originale. Parte del loro fascino è dovuto al fatto che hanno caratteristiche umane. Nel Risveglio della Forza BB-8 ha lo stesso ruolo che aveva R2-D2 in Una nuova speranza: sono come due animali domestici o dei fratelli minori. La disumanizzazione che avviene attraverso le macchine ha una grande importanza in tutta la saga. Darth Vader fa paura perché è in parte una persona e in parte una macchina. Nel Ritorno dello Jedi, Obi-Wan dice a Luke: «Quando tuo padre riuscì a uscire da quella pozza infuocata, il cambiamento in lui era stato marchiato a fuoco per sempre: era diventato Darth Vader. Di Anakin Skywalker non rimaneva alcuna traccia. Era diventato irrimediabilmente oscuro; segnato dalle cicatrici, tenuto in vita solo dai macchinari e dalla sua volontà nera». Nel film questo è un fatto ma anche un simbolo: passando al Lato Oscuro Anakin perde gran parte della sua umanità. Un avvertimento per chi vive nell’era delle macchine.
Dalla parte del diavolo
Non c’è bisogno di nascondersi: Darth Vader è il personaggio più affascinante e memorabile di Star Wars, per distacco. Il grande poeta inglese William Blake, parlando del Paradiso Perduto di John Milton, uno dei testi più religiosi della letteratura inglese, scrisse: «Il motivo per il quale quando scriveva di Angeli e Dio era in catene, mentre quando parlava di Demoni e d’Inferno era libero, è che Milton era un vero poeta e stava dalla parte del diavolo senza saperlo». Blake aveva ragione: Milton era attratto dall’energia e dal carisma di Satana. Non si può dire però che anche George Lucas stia dalla parte del Diavolo. Alla fine, è un bravo ragazzo: è Luke. Ma si è comunque fatto tentare. Nonostante Lucas avesse scritto Una nuova speranza intorno al personaggio di Luke – a cui ha dato un nome che ricorda il suo cognome – fu Darth Vader a colpire la sua immaginazione, e il personaggio finì così per avere un ruolo centrale nel racconto. È il fascino del Lato Oscuro a dare a tutta la storia la tensione necessaria. Ovviamente esistono molte altre interpretazioni di Star Wars. Forse la saga è incentrata sul Buddismo, sull’importanza dell’ordine, il bisogno dell’amore di un padre, la libertà di scelta, la costante possibilità di riscatto, sui mali degli ordinamenti rissosi, o sull’ascesa di Donald Trump. Si può sostenere in modo credibile che Star Wars parli di ognuna di queste cose. Come Darth Vader disse a Luke: «Cerca dentro di te, tu sai che è vero». È questo il segreto del duraturo fascino di Star Wars.
Questo è un estratto dal libro di Cass R. Sunstein The World According to Star Wars.
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