Marilyn
Novant'anni fa nacque una che ancora oggi chiamiamo per nome e tutti capiscono, ed ebbe una vita intensissima, breve, e piena di fotografie
Marilyn Monroe era nata 90 anni fa, ed è morta che ne aveva 36: la sua presenza nella cultura mondiale è ormai da tempo più lunga da morta che da viva, anche se il veloce ricambio e rinnovamento di questo millennio riguarda anche le mitologie pop, e per le generazioni più giovani Marilyn Monroe non è certo più “Marilyn Monroe” come per i loro genitori. Però è ancora una che la si chiama per nome – Marilyn – e tutti capiscono di chi stiamo parlando, e la cui immagine si affaccia sempre con frequenza nei nostri panorami quotidiani. Ci sono le sue storie, sullo sfondo – la morte, i mariti, Kennedy, la manciata di film memorabili – ma Marilyn rimane ancora l’immagine di Marilyn, delle tante foto stranote e delle tantissime che invece ci pare di non avere visto prima, proprio perché non sono esattamente-quella-foto-lì. Che danno l’impressione, forse perché lei sembrava vivere con l’idea che la stessero fotografando – e un po’ era così – che la parte interessante sia quella che non vediamo, tra una foto e l’altra.
Monroe era nata il primo giugno 1926 e il suo vero nome era Norma Jeane Mortenson (il cognome venne cambiato da Mortenson a Baker poco dopo la nascita). Si dice, ma non ci sono vere e proprie conferme, che il nome “Norma Jeane” fosse un omaggio della madre alle sue attrici preferite: Norma Talmadge e Jean Harlow. A “inventare” il nome Marilyn Monroe fu Ben Lyon, manager di un’agenzia per modelle che la convinse ad adottare il cognome di sua madre. Furono sperimentate diverse varianti – tra cui Norma Monroe e Jean Monroe – ma alla fine Lyon la spuntò con Marilyn Monroe.
Marilyn Monroe il 17 aprile 1951 (AP Photo)
Monroe iniziò a recitare nel 1947 in Dangerous Years di Arthur Pierson e recitò fino ai primi anni Sessanta in circa 30 film. L’incasso complessivo dei film in cui recitò fu circa 200 milioni di dollari. Monroe fu anche cantante: le sue canzoni più famose sono My Heart Belongs to Daddy, Bye Bye Baby e Diamonds Are a Girl’s Best Friend (queste ultime due fanno parte del film Gli uomini preferiscono le bionde), e I Wanna Be Loved by You, cantata in A qualcuno piace caldo. La canzone più famosa è però Happy Birthday, Mr. President, cantata alla festa di compleanno di John Fitzgerald Kennedy.
Marilyn Monroe canta ad un pubblico di soldati durante la prima tappa di un tour di quattro giorni in Corea del Sud, 22 febbraio 1954. Indossa un abito da cocktail viola di cui disse: «È l’unico che ho portato adatto allo spettacolo» (AP Photo)
In molti dei suoi film Monroe interpretò una parte che fu poi definita quella della “dumb blond”, “l’oca bionda”: la bionda sensuale ma tonta o ingenua. In un’intervista di metà anni Cinquanta disse al New York Times: «Voglio crescere, svilupparmi e recitare importanti ruoli drammatici. La mia insegnante di recitazione, Natasha Lytess, dice a tutti che ho una grande anima, ma finora nessuno se n’è interessato». Ci riuscì in parte e alcuni suoi film furono molto apprezzati, anche per la sua recitazione. Qualche anno fa l’American Film Institute la mise al sesto posto nella classifica delle più grandi star femminili di sempre.
Arthur Miller e Marilyn Monroe in macchina prima di uscire da casa loro a New York, 31 maggio 1957 (AP Photo)
L’ultimo film di Monroe è Something’s Got To Give, un film del 1962 di George Cukor, che l’aveva già diretta in Facciamo l’amore, una commedia musicale del 1960. Something’s Got To Give rimase incompiuto. Di quel film restano solo alcuni minuti ed è soprattutto famosa la scena in cui Monroe nuota in una piscina: quel momento è noto come “Il bagno di Marilyn”.
Marilyn Monroe e il regista George Cukor sul set di Something’s Got To Give, Hollywood, 30 aprile 1962 (AP Photo)
Monroe apparve nuda nel primo numero di Playboy, che uscì nel dicembre 1953. Era da poco diventata una delle attrici più famose del mondo (quell’anno erano usciti Niagara, Gli uomini preferiscono le bionde e Come sposare un milionario, in cui recitava da protagonista). La foto era tratta da un servizio risalente a quattro anni prima, quando Monroe aveva 22 anni e non era ancora molto conosciuta. La scattò il fotografo statunitense Tom Kelley, che aveva poi rivenduto quelle fotografie a un editore che ne aveva fatto un calendario (senza citare il nome della protagonista degli scatti). Hugh Hefner, fondatore di Playboy, ricomprò i diritti di quelle fotografie e fu un grande successo.
Una foto di un’anteprima per la stampa della mostra Marilyn, A California Classic, al Lladro Center di Beverly Hills, 10 giugno 2001 (Frederick M. Brown/Getty Images)
Nel 2014 la rivista statunitense Smithsonian, edita dallo Smithsonian Institution, fece una lista dei 100 americani più importanti di sempre. Monroe è in quella lista, nella categoria “icone pop”, insieme a Mark Twain, Elvis Presley, Madonna, Bob Dylan, Michael Jackson, Charlie Chaplin, Jimi Hendrix, Marilyn Monroe, Frank Sinatra, Louis Armstrong e Mary Pickford.
Marilyn Monroe con i vincitori del concorso “Dream House” della rivista Photoplay
Il drammaturgo statunitense Arthur Miller, morto nel 2005, fu l’ultimo marito di Monroe: si sposarono nel 1956. Della loro relazione si parlò soprattutto per via delle gravidanze – almeno due – che Monroe non portò a termine. Nel 1962 Miller si risposò con Inge Morath. I due si conobbero sul set di Gli spostati, un film del 1961 diretto da John Huston. La protagonista del film è Monroe e la sceneggiatura era stata scritta da Miller, pensando a lei come protagonista. Si disse che lui gliela regalò per San Valentino e che a lei quel ruolo non piacque mai (molto critici lo considerano invece uno dei migliori della sua carriera).
Marilyn Monroe e Arthur Miller nella loro casa di Englefield Green, Inghilterra, 17 luglio 1956 (Evening Standard/Getty Images)
Si pensò a Monroe per il ruolo di attrice protagonista in Colazione da Tiffany, il famoso film del 1961 di Blake Edwards. Quel ruolo andò invece a Audrey Hepburn.
Marilyn Monroe e Arthur Miller il 16 luglio 1956 (Bob Haswell/Getty Images)
Facciamo l’amore – diretto da Cukor – ebbe molti problemi. La sceneggiatura, inizialmente scritta da Norman Krasna, fu in parte riscritta da Miller e molti attori si rifiutarono di recitare nel film. Tra loro sembra ci fossero Cary Grant, Yul Brinner, Rock Hudson, Charlton Heston e Gregory Peck. Alla fine il ruolo andò all’attore italo-francese Yves Montand.
Marilyn Monroe sul set di Facciamo l’amore guardata dall’attore Yves Montand, 7 marzo 1960 (L J Willinger/Getty Images)
Tra le tantissime cose che hanno reso Monroe un’icona c’è anche il neo sulla guancia sinistra, non molto sopra la bocca. Quel neo è considerato un “beauty mark”, un segno di bellezza. Per chi non ce l’ha esiste un’alternativa: ci si può fare un piercing proprio in quel punto. Quel piercing è noto come il “Monroe piercing“.
Marilyn Monroe tra il pubblico dell’opera teatrale Uno sguardo dal ponte, del marito Arthur Miller, a Londra, 12 ottobre 1956 (Keystone/Getty Images)
Uno dei più recenti e noti film su Monroe è Marilyn, del 2011. In quel film – diretto da Simon Curtis – Monroe è interpretata da Michelle Williams: la storia è quella dell’incontro tra Monroe e Colin Clarke, un giovane di 23 anni appena entrato nel mondo del cinema e interpretato da Eddie Redmayne.
Marilyn Monroe sulla spiaggia vicino alla sua casa a Hollywood, 1 gennaio 1950 (L J Willinger/Getty Images)
Dal 1960 c’è una stella della Hollywood Walk of Fame dedicata a Monroe. Ha vinto un Golden Globe – sempre nel 1960, per A qualcuno piace caldo – e, nel 1954 e nel 1962, due Henrietta Award: i premi per il Miglior attore e la Migliore attrice del mondo, che venivano assegnati durante la cerimonia dei Golden Globes, a prescindere dai film in cui quegli attori avevano recitato quell’anno.
Marilyn Monroe con il suo Golden Globe insieme all’attore Rock Hudson, 13 marzo 1962
(Keystone/Getty Images)
Sia People che Playboy hanno messo Monroe al primo posto nelle loro classifiche sulle donne più sexy del Ventesimo secolo.
Marilyn Monroe probabilmente nel 1954 (Baron/Getty Images)
Nel suo testamento Monroe scrisse di voler lasciare circa il 75 per cento di ciò che possedeva a Lee Strasberg, il suo insegnante di recitazione, e il 25 per cento a Marianne Kris, la sua psicoanalista.
Marilyn Monroe fotografata dal fotografo Baron (pseudonimo di Stirling Henry Nahum) nel giardino di casa sua, probabilmente nel 1954 (Baron/Getty Images)
Nelle versioni italiane dei suoi film Monroe ha avuto diverse doppiatrici: quella più famosa e che l’ha doppiata in più film è Rosetta Calavetta (è sua la voce di Il principe e la ballerina, A qualcuno piace caldo, Facciamo l’amore e Gli spostati). Miranda Bonasea ha doppiato Monroe in altri film, tra cui il famosissimo Gli uomini preferiscono le bionde. Altre doppiatrici sono state Zoe Incrocci, Clelia Bernacchi e Renata Marini.
Marilyn Monroe fotografata dal fotografo Baron (pseudonimo di Stirling Henry Nahum) nel giardino di casa sua, probabilmente nel 1954 (Baron/Getty Images)
IMDb scrive che Niagara – film del 1953 diretto da Henry Hathaway – è l’unico in cui il personaggio interpretato da Monroe muore. IMDb scrive anche che per quel film Monroe fu pagata pochissimo, meno del suo truccatore.
Marilyn Monroe, probabilmente nel 1954 (Baron/Getty Images)
Pare che Monroe portasse spesso con sé un’autobiografia di Abraham Lincoln, il sedicesimo presidente degli Stati Uniti.
Marilyn Monroe, probabilmente nel 1954 (Baron/Getty Images)
BuzzFeed scrive che il quoziente d’intelligenza di Monroe era di 168: un valore molto alto.
Marilyn Monroe a una conferenza stampa al Savoy Hotel di Londra, 17 luglio 1956 (Harry Kerr/BIPs/Getty Images)
Lawrence Olivier, uno dei più grandi attori britannici di sempre, recitò con Monroe in Il principe e la ballerina, una commedia romantica del 1957, di cui lui fu anche regista. È il film in cui Colin Clark – il ragazzo interpretato da Redmayne in Marilyn – conobbe Monroe.
Marilyn Monroe accende una sigaretta dall’attore Laurence Olivier a una conferenza stampa al Savoy Hotel di Londra, 17 luglio 1956 (Harry Kerr/BIPs/Getty Images)
Marilyn Monroe e Joe DiMaggio, leggendario giocatore di baseball dei New York Yankees, si sposarono a San Francisco, in California, il 14 gennaio 1954. Il loro matrimonio durò soltanto nove mesi e si parlò della gelosia di lui come uno dei motivi della separazione. DiMaggio non si risposò e dopo la morte di Monroe fece portare per vent’anni, una volta a settimana, dei mazzi di rose rosse sulla sua tomba. Pare che prima di morire disse: «Finalmente riuscirò a vedere Marilyn».
Marilyn Monroe e Joe DiMaggio negli anni Cinquanta (AFP/AFP/Getty Images)
Monroe fu una delle prime donne a fondare e quindi possedere una casa di produzione cinematografica. Si chiamò Marilyn Monroe Productions ma non ebbe molto successo: produsse un solo film, Il principe e la ballerina.
Marilyn Monroe a fine anni Cinquanta 1950 (Hulton Archive/Getty Images)
Monroe era un’ottima cuoca. Qualche anno fa il libro Fragments pubblicò una ricetta che lei scrisse a mano, qui ripresa dal New York Times.
Una foto della rivista Evening Standard con Marilyn Monroe e il marito Arthur Miller all’aeroporto di Heathrow, Londra, 14 luglio 1956. Monroe era a Londra per le riprese del film Il principe e la ballerina (Evening Standard/Hulton Archive/Getty Images)
Il giorno dopo la morte di Monroe, sulla scrivania di lei fu ritrovata una lettera indirizzata proprio a Joe DiMaggio, in cui c’era scritto: «Caro Joe. Se io potessi solo riuscire a farti felice – sarei riuscita nella cosa più grande e più difficile che ci sia – che è rendere una sola persona completamente felice. La tua felicità vuol dire la mia felicità».
Marilyn Monroe e Joe DiMaggio, in una foto senza data (STF/AFP/Getty Images)
Monroe scrisse un’autobiografia insieme allo sceneggiatore Ben Hecht. Si intitola My Story e fu pubblicata circa dieci anni dopo la sua morte.
Un’istantanea di Marilyn Monroe e una liberatoria a un’asta a New York, 11 ottobre 2015 (Mario Tama/Getty Images)
Quando le fu detto che non sarebbe stata la vera protagonista di Gli uomini preferiscono le bionde, perché la protagonista era l’attrice Jane Russell, rispose: «Ok, fa niente, sono pur sempre la bionda».
Marilyn Monroe in posa per un ritratto a Palm Spring, California, probabilmente nel 1954 (Baron/Getty Images)
Monroe era molto amica della cantante Ella Fitzgerald, che spiegò di dovere proprio a Monroe parte del suo successo. Molti locali si rifiutavano di far cantare Fitzgerald perché era nera, ma alcuni proprietari di locali cambiarono idea dopo che Monroe si mise in contatto con loro per convincerli della bravura di Fitzgerald.
Marilyn Monroe a una conferenza stampa al Savoy Hotel di Londra, 17 luglio 1956 (Harry Kerr/BIPS/Hulton Archive/Getty Images)
Dopo aver conosciuto e sposato Miller, ebreo, Monroe si convertì all’ebraismo.
Marilyn Monroe e Arthur Miller (ai lati) con l’attore Yves Montand e la moglie Simone Signoret dopo la proiezione del film Facciamo l’amore a Hollywood, 1960 (AFP/Getty Images)
Da ragazza, Monroe balbettava.
Marilyn Monroe e Arthur Miller in bicicletta il 13 agosto 1956 (Harold Clements/Daily Express/Hulton Archive/Getty Images)
Il 28 aprile 1952 Monroe venne ricoverata nell’ospedale Cedars of Lebanon di Los Angeles per appendicite acuta. Quando l’operazione stava per iniziare e Monroe era sotto l’effetto dell’anestesia, i dottori sollevarono il vestito e trovarono una nota scritta a mano da Monroe, attaccata alla pancia e indirizzata al chirurgo Marco Rabwin in cui lo invitava a evitare le cicatrici e a non rimuovere le ovaie. «Caro dottor Rabwin, tagli il meno possibile, so che è una cosa superficiale ma non ci faccia caso. Sono una donna e significa molto per me. Salvi per favore (non posso chiedere troppo) quello che può – sono nelle sue mani. Lei ha figli e deve sapere cosa significa, per favore. Dottor Rabwin, sono certa che lo sa. Grazie, grazie, grazie. Per l’amor del cielo caro dottore, non mi tolga le ovaie. Per favore faccia il possibile per evitare grosse cicatrici. Grazie con tutto il cuore, Marilyn Monroe»
Marilyn Monroe probabilmente nel 1950 (L. J. Willinger/Keystone Features/Hulton Archive/Getty Images)
Marilyn Monroe morì tra le 21.30 e le 00.30 della notte tra il 4 e il 5 agosto 1962, nella sua villa di Los Angeles, per un’overdose di barbiturici. A trovare il corpo di Marylin Monroe fu il suo psichiatra, ma non c’è mai stata grande chiarezza su come andarono le cose quella notte. Lo psichiatra, insieme a un altro medico e alla domestica dell’attrice, cambiò la sua versione nel giro di un giorno dal ritrovamento. In un primo momento disse di aver ricevuto una telefonata preoccupata dalla domestica intorno alle undici e di essere arrivato alla villa, scoprendo il corpo, intorno a mezzanotte. La polizia però venne avvertita solo alle 4 e mezza del mattino.
Marilyn Monroe in un ritratto del 3 dicembre 1961 (ARCHIVE/AFP/Getty Images)
Lo psichiatra cambiò versione il giorno dopo, assecondato dalla domestica. Disse di aver ricevuto una telefonata a notte inoltrata e di aver scoperto il cadavere soltanto alle 3 e mezza di notte. L’incertezza su come siano andati i fatti quella notte ha spinto molte persone a cercare ricostruzioni alternative per la morte di Marilyn Monroe, che spesso hanno a che fare con complotti della CIA per far tacere l’amante del presidente Kennedy.
Gli attori Vivien Leigh, Laurence Olivier e Marilyn Monroe il 4 ottobre 1956 (ARCHIVE/AFP/Getty Images)
Qualche anno fa il sito Lists of Note pubblicò una lista di propositi dell’anno nuovo scritta nel 1955 da Monroe, poco dopo che era stata accettata ai corsi dell’Actor’s Studio, una delle più importanti scuole di recitazione dell’epoca. Tra le altre cose Monroe si riprometteva di «non saltare mai gli incontri dell’Actor’s Studio», «fare almeno un corso all’università – di letteratura». La lista finiva però così: «cercare di divertirmi e stare bene quando posso – tanto sarò già abbastanza infelice»
Marilyn Monroe fotografata dal fotografo Baron (pseudonimo di Stirling Henry Nahum) nel giardino di casa sua, probabilmente nel 1954 (Baron/Getty Images)