Guida alle elezioni di Rimini
Il sindaco uscente, del PD, ha buone possibilità di essere rieletto; il centrodestra si presenta compatto e il M5S non ha un candidato ufficiale: le cose da sapere
Tra le città che rinnoveranno sindaco e giunta alle elezioni amministrative del prossimo 5 giugno c’è anche Rimini, dove il sindaco uscente, Andrea Gnassi del centrosinistra, proverà a essere eletto per un secondo mandato.
I candidati
I candidati a sindaco di Rimini sono otto in totale. Andrea Gnassi, che ha 47 anni ed è il sindaco uscente eletto nel 2011, si ripresenta sostenuto da PD, Italia dei Valori e altre liste civiche. Non sono state fatte le primarie di coalizione. Gnassi è sostenuto anche dalla lista “Patto Civico”, promossa da Sergio Pizzolante (ex NCD).
Il centrodestra (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia) si è unito, a differenza che in altre città, dietro l’avvocato Marzio Pecci, che si era già candidato a sindaco di Riccione nel 2004. Il M5S ha avuto diversi problemi: a fine gennaio era stato presentato il primo candidato ufficiale, l’avvocato penalista Davide Grassi, che era stato scelto però all’interno di una cerchia ristretta di attivisti e il cui nome non era stato “certificato” dal cosiddetto “staff” (cioè Grillo e Casaleggio). Si era parlato dunque di una seconda lista e le critiche principali provenivano da un gruppo di dissidenti guidati dall’ex moglie di Grillo, Sonia Toni. Alla fine il Movimento ha deciso di non presentare alcun candidato.
Per la destra ci sono tre candidati: il Fronte Nazionale ha candidato una donna, Marina Mascioni, Forza Nuova un uomo, Mirco Ottaviani, e il Popolo della Famiglia (movimento di Mario Adinolfi) sostiene Addolorata Di Campi, ex poliziotta. Luigi Camporesi, Mara Marani (ex insegnante e preside) e Sara Visintin (ex assessora all’Ambiente della giunta Gnassi) sono infine appoggiati da liste civiche. Camporesi è un ex del Movimento 5 Stelle che ha deciso di presentarsi senza la certificazione ufficiale del partito di Grillo e che ha ottenuto il sostegno anche di Fare, il movimento del sindaco di Verona Flavio Tosi (si presenta con un simbolo che richiama esplicitamente i colori del logo del M5S). Marani (sostenuta anche da Possibile di Pippo Civati) e Visintin sono sostenute da partiti e liste a sinistra del PD.
Che si dice
Sui giornali locali si parla di una vittoria del PD al primo turno (gli unici sondaggi che circolano sono però quelli del PD dello scorso gennaio), nonostante il sindaco uscente sia coinvolto in una vicenda giudiziaria che ha a che fare con Aeadria, la società che gestiva l’aeroporto di Rimini. Lo scorso novembre la procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per Gnassi e l’ex sindaco Alberto Ravaioli. I reati ipotizzati erano associazione a delinquere finalizzata a falsare i bilanci, abuso d’ufficio, truffa e bancarotta. L’udienza preliminare, che era stata inizialmente fissata ad aprile, è stata rimandata al prossimo 10 giugno, quindi dopo il primo turno.
Durante il suo primo mandato Gnassi si è occupato molto di eventi e di turismo (con la creazione della Notte Rosa) e ha lanciato il Piano di salvaguardia della balneazione, un progetto molto ambizioso per riqualificare il sistema fognario della città: la fine dei lavori è prevista nel 2020, ma una prima parte è già stata portata a termine. I temi sui quali secondo il sondaggio del PD c’era maggiore consenso erano, appunto, le nuove fogne, lo stop al consumo di territorio e la riqualificazione delle piazze del centro storico. Più critico, invece, il giudizio sulla sicurezza, sull’andamento economico e il lavoro.
Marzio Pecci ha deciso di puntare, per la sua campagna elettorale, proprio su questi ultimi tre temi: accusa Andrea Gnassi di «menefreghismo» e di non essere intervenuto durante il suo primo mandato su molte questioni, innanzitutto sulla sicurezza. «Ha perso il controllo del territorio, Rimini è capitale dell’illegalità: la città è in mano ad abusivi e nuclei criminali». Ha chiesto poi al comune e all’attuale vicesindaca di costituirsi parte civile nella storia di Aeadria e dell’aeroporto di Rimini per «smascherare Gnassi».
Luigi Camporesi critica Gnassi anche sul tema del turismo: «I numeri non giocano a favore dell’amministrazione. Il turismo nel mese di luglio continua a diminuire, Gnassi lo ha gestito con un pizzico di arroganza, servono altre competenze. Durante il periodo che incrocia Notte Rosa e Molo Street Parade (due eventi turistici) risulta, dati alla mano, il maggior calo dei pernottamenti degli ultimi anni. In generale penso che la Notte Rosa vada ripensata, non c’è un evento di questo tipo che non veicoli un’immagine di Rimini legata allo sballo. Questi eventi si possono ad esempio rinnovare inserendo tornei sportivi come gran finale». Camporesi dice che servono interventi forti anche sulla sicurezza e sulle periferie: e che con la riqualificazione del centro storico sono stati eliminati molti parcheggi «e c’è meno flusso di persone».
La candidatura di Mara Marani è nata lo scorso aprile in occasione dello sfratto deciso dal comune di Casa Gallo, struttura dove ora vivono 43 persone indigenti, ma in cui nei mesi precedenti avevano trovato ricovero almeno un centinaio di persone per l’emergenza freddo. Per Marani è dunque centrale la questione abitativa: «Il comune può farsi carico di qualcosa in più, avere più controllo ed evitare sprechi, smettendo di delegare alle cooperative. Le case di proprietà del comune possono essere sistemate e date alle persone indigenti, poveri e anziani che non riescono a pagarsi un affitto». Altri punti del suo programma sono lo sfruttamento del lavoro estivo («Servono più controlli sulle strutture che danno impiego e magari pagano una miseria i dipendenti in cambio di un alloggio stagionale») e la lotta alle mafie: «Il tema della malavita organizzata a Rimini è molto importante, ha radici nel territorio e si lega anche all’impoverimento turistico».
Uno dei temi principali di Sara Visintin, ex assessora all’Ambiente, è quello dell’acqua e delle fogne. Visintin rivendica molti dei risultati raggiunti con il Piano di salvaguardia della balneazione, ma dice che il problema non è risolto e critica il sindaco uscente per voler «promuove il marketing dell’acqua»: «La gestione privata del servizio idrico integrato e frammentata fra più soggetti impedirà non solo di reinvestire in opere i milioni derivanti dalla remunerazione del capitale (destinandoli come utile ai soci privati dell’azienda), ma anche l’impossibilità di pianificare interventi per la gestione integrata delle acque, come ad esempio il recupero delle acque depurate che, invece di imbottigliarle promuovendo l’acqua di Rimini come nuovo gadget, andrebbero utilizzate a fini irrigui».
I tre candidati di destra hanno proposte molto “radicali”. Mirco Ottaviani, di Forza Nuova, 29 anni, operaio nel settore dell’idraulica, dice “prima gli italiani”, e cioè che gli “indigeni” dovrebbero avere precedenza nelle liste per le case popolari, per gli asili e i posti pubblici. Rispetto alla sicurezza dice di voler riorganizzare «tutto l’apparato delle forze di polizia: il personale che sbriga le pratiche burocratiche va impiegato in strada per la prevenzione sul territorio. Intensificherei anche le passeggiate serali dei gruppi di vigilanza volontari. Forza Nuova le fa da tempo». Chiuderebbe poi il campo nomadi, la moschea e i centri sociali. Addolorata Di Campi propone di intervenire sulla prostituzione, sulla sicurezza delle periferie e ha dichiarato che da sindaco non celebrerebbe le unioni civili: «Il Popolo della Famiglia è una lista laica, io credo nei diritti civili, ma non celebrerei un’unione civile, incaricherei un assessore, è una scelta personale». «Al centro di tutto c’è la famiglia naturale» anche per Marina Mascioni del Fronte Nazionale per l’Italia che propone, anche lei, di aumentare la sicurezza e «tolleranza zero» sulla prostituzione.