La Romania agli Europei
Giocherà la partita inaugurale il 10 giugno, ma non ci arriva bene: gli unici due calciatori davvero insostituibili giocano in Italia e forse neanche li conoscete
Le amichevoli che le nazionali di calcio disputano prima dell’inizio dei tornei ufficiali a volte vogliono dire qualcosa, altre volte invece non più di tanto: si fanno delle prove, ci si concentra su di una cosa in particolare o si lascia in panchina qualche titolare. Per la Romania vale la prima: le due amichevoli disputate prima degli Europei dovrebbero preoccupare non poco sia i tifosi sia l’allenatore Anghel Iordănescu in vista della partita inaugurale che la nazionale romena giocherà il 10 giugno contro la Francia allo Stade de France.
La prima amichevole che la Romania ha disputato in preparazione agli Europei è stata contro il Congo, a Como. Ha giocato quasi tutta la squadra che sarà teoricamente titolare in Francia, ma contro una nazionale modesta come quella congolese ha solo pareggiato 1 a 1. È andata in vantaggio grazie a un errore difensivo del Congo e ha subito il gol del pareggio a tre minuti dal termine dopo aver perso una palla nella propria metà campo. Nella seconda amichevole la Romania ha giocato contro l’Ucraina, e ha subito la prima sconfitta dopo 15 incontri in cui era rimasta imbattuta (comprese le partite con Italia e Spagna), un record che però tradisce il reale valore della squadra. Tutti e quattro i gol segnati dall’Ucraina sono nati da errori e movimenti sbagliati della difesa romena. Nei primi venti minuti la Romania era arrivata più volte davanti alla porta avversaria, quasi sempre però in modo confusionario. Senza gli errori decisivi del portiere ucraino Pyatov, la partita sarebbe finita probabilmente 4 a 1 e non 4 a 3.
La Romania ha vinto solo una partita, nel 2000 contro l’Inghilterra, delle tredici disputate finora alle fasi finali degli Europei, e si è qualificata per tre degli ultimi cinque tornei: nel 1996, nel 2000 e nel 2008. Ha ottenuto la qualificazione all’edizione di quest’anno dopo aver concluso il proprio girone di qualificazione al secondo posto, dietro all’Irlanda del Nord e davanti a Ungheria, Finlandia, Fær Øer e Grecia. Per la Romania però vale lo stesso discorso fatto per l’Ungheria: visto l’andamento della squadra, difficilmente si sarebbe qualificata se fosse capitata in un girone leggermente più forte – e non nel più debole – e se la Grecia non avesse disputato delle qualificazioni terribili.
Con Galles, Ungheria e Albania, la Romania è la squadra che ha segnato di meno nelle qualificazioni al torneo, solamente undici gol, ma è anche quella che ne ha subiti di meno, due in dieci partite. Non ha mai perso e ha vinto cinque volte, lo stesso numero di partite che ha terminato in parità. Nei sorteggi della fase finale, la nazionale romena è stata inserita nel gruppo A, con i padroni di casa della Francia, favoriti per il primo posto, e con Albania e Svizzera, due squadre non impossibili da battere.
Anghel Iordănescu allena la Romania dal 2014 e ha una storia molto particolare. È uno degli allenatori romeni più vincenti nella storia, nonché una dalla figure più rispettate nel calcio romeno: nel 1986, da giocatore e vice allenatore, vinse la Coppa dei Campioni con la Steaua Bucarest. L’anno dopo si ritirò definitivamente e continuò ad essere vice di Emerich Jenei, allenatore della Steaua. Appena due anni dopo il ritiro, Iordănescu venne promosso allenatore della Steaua e nei successivi quattro anni vinse tre campionati, due coppe nazionali e una Supercoppa UEFA. Con Iordănescu la Steaua si confermò come una delle squadre più forti d’Europa: raggiunse la semifinale della Coppa dei Campioni nel 1988 e la finale l’anno successivo. Nel 1990 lasciò la Steaua e cominciò a girare: allenò a Cipro, poi tornò alla Steaua, poi allenò la nazionale romena, poi quella greca, poi lavorò con squadre saudite e degli Emirati Arabi Uniti. Nel 2007 decise di terminare la propria carriera sportiva e fu eletto al senato romeno come membro del partito Social Democratico. Sette anni dopo, nel 2014, la federazione decise di offrirgli per la quarta volta l’incarico di allenatore della nazionale romena, con cui nel 1994 arrivò fino ai quarti di finale della Coppa del Mono.
Per il ritiro in Valle d’Aosta, dal 18 al 29 maggio, Iordănescu ha convocato 28 giocatori, senza nessuna sorpresa. Il discorso sarà diverso quando dovrà tagliarne cinque, visto che diversi giocatori sono molto simili fra loro.
Portieri Ciprian Tătăruşanu (Fiorentina), Costel Pantilimon (Watford), Silviu Lung (Astra Giurgiu)
Difensori Cristian Săpunaru (Pandurii Târgu), Alexandru Matel (Dinamo Zagabria), Vlad Chiricheş (Napoli), Valerică Găman (Astra Giurgiu), Cosmin Moţi (Ludogorets), Dragoş Grigore (Al-Sailiya), Răzvan Raţ (Rayo Vallecano), Steliano Filip (Dinamo Bucurest), Alin Toşca (Steaua Bucurest)
Centrocampisti Mihai Pintilii (Steaua Bucurest), Ovidiu Hoban (Hapoel Beer Sheva), Adrian Ropotan (Pandurii Târgu), Andrei Prepeliţă (Ludogorets), Adrian Popa (Steaua Bucurest), Gabriel Torje (Osmanlispor), Alexandru Chipciu (Steaua Bucurest), Alexandru Maxim (Stuttgart), Nicolae Stanciu (Steaua Bucurest), Lucian Sânmărtean (Al-Ittihad)
Attaccanti Claudiu Keșerü (Ludogorets), Bogdan Stancu (Gençlerbirliği), Florin Andone (Córdoba), Denis Alibec (Astra Giurgiu), Ioan Hora (Pandurii Târgu), Andrei Ivan (CSU Craiova)
Iordănescu ha individuato il punto di forza della rosa, la difesa, e da lì ha costruito il resto della squadra. Nelle partite giocate finora contro avversari più forti, anche di poco, la Romania ha sempre lasciato agli avversari il controllo della palla, preferendo chiudersi nella propria metà campo per poi cercare di ripartire in contropiede. Considerando i risultati, questo sistema ha funzionato molto bene.
Se si escludono il portiere della Fiorentina Ciprian Tătăruşanu e il difensore del Napoli Vlad Chiricheş, nella Romania non c’è nessun giocatore insostituibile. Soprattutto dal centrocampo in su, il livello tra titolari e riserve è pressoché uguale, e infatti per avere la certezza di quale sarà la formazione titolare bisognerà aspettare la prima partita degli Europei, dove non è detto che rimanga sempre la stessa.
Il livello medio generale di tutta la squadra però rappresenta anche un grosso punto debole per la Romania: da centrocampo in su non c’è nessun giocatore che spicchi sugli altri, né per esperienza né per talento. La coppa di centrocampisti, formata da Pintili e Hoban, funziona più come “scorta” della difesa che per la costruzione del gioco, affidata ai trequartisti. Pochissimi calciatori della squadra inoltre giocano in campionati importanti: molti sono ancora in Romania, altri in squadre turche di bassa classifica e altri ancora nei campionati sauditi e qatarioti. L’unico giocatore paragonabile a Tătăruşanu e Chiricheş sarebbe potuto essere il difensore del Southampton Florin Gardoș, ma ha dovuto recuperare da un brutto infortunio e quest’anno non ha giocato nemmeno una partita. I due terzini, Sapunaru e Rat, sono i giocatori più esperti della rosa, ma hanno passato da un pezzo la fase migliore delle proprie carriere.
Per la Romania molto dipenderà dalla prestazioni in attacco di Nicolae Stanciu e Denis Alibec, i due giocatori che potenzialmente possono offrire più degli altri. Stanciu gioca con la Steaua, ha 23 anni ed è molto abile tecnicamente. Ha esordito con la nazionale pochi mesi fa e può giocare come centrocampista o trequartista: da lui inizia o passa la maggior parte delle azioni d’attacco della Romania. Alibec invece è cresciuto nelle giovanili dell’Inter, che lo ha sempre mandato in prestito altrove. Nel 2014 è stato comprato dall’Astra Giurgiu e quest’anno ha disputato la miglior stagione della sua carriera, risultando fondamentale nella vittoria del campionato romeno dell’Astra con 19 gol segnati in 33 partite. Alibec però non è ancora sicuro del posto da titolare, vista l’abbondanza di giocatori offensivi con caratteristiche simili alle sue, come Florin Andone del Cordoba e Claudiu Keșerü del Ludogorets.
La tripletta segnata in campionato da Alibec contro la Dinamo Bucarest
Dietro l’unica punta c’è un’altra incognita: l’ex giocatore dell’Udinese Gabriel Torje. La Romania ha puntato molto su di lui negli ultimi anni ma Torje non ha mai fatto vedere grandi cose, salvo qualche bel gol. Dall’Udinese è passato prima al Granada, poi all’Espanyol e dal 2014 è in Turchia.
Superare il girone è difficile ma non è impossibile per la Romania, anche se per farlo dovrà giocare molto meglio di come ha fatto negli ultimi mesi; la difesa, l’unico reparto in grado di dare qualche certezza, non dovrà ripetere gli errori commessi nelle recenti amichevoli.
Questa è la settima guida del Post alle nazionali che parteciperanno agli Europei: qui trovate la pagina con tutte le altre.