Il basket e il tiro da 4 punti
È un'idea di cui si parla da tempo, per adeguarsi ai cambiamenti nel gioco: ora la sostiene anche Larry Bird, uno dei più grandi tiratori di sempre
Il 22 giugno sul network americano HBO inizierà un nuovo programma condotto da Bill Simmons, uno dei più apprezzati e autorevoli giornalisti sportivi americani, famoso soprattutto per i suoi podcast prodotti da ESPN e per essere stato direttore della rivista sportiva online Grantland. Il programma di HBO si chiamerà Any Given Wednesday e nel trailer Simmons fa un monologo in cui mette in fila alcune sue convinzioni, per lo più scherzose e provocatorie. Dice per esempio che “Kanye [West, ndr] è un genio, ma lo sa: ed è questo il problema”, e che “ogni film con Leonardo DiCaprio sarebbe un po’ meglio se fosse un film con Matt Damon”. Tra le altre cose, Simmons dice di credere che bisognerebbe inserire nel basket una “linea da 4 punti”.
Su ogni campo da basket c’è una semicirconferenza tagliata a i lati intorno ai due canestri, oltre la quale i canestri valgono tre punti invece dei normali due. Simmons propone – più o meno per scherzo – di introdurre un’altra linea, ancora più distante dal canestro, oltre la quale i canestri dovrebbero valere 4 punti. È un’idea di cui si è discusso negli ultimi anni, soprattutto per via dei grandi cambiamenti che sta attraversando il basket: si tira sempre di più da tre punti e spesso lo si fa da molto oltre la linea. Charles Bethea, giornalista del New Yorker che si occupa spesso di basket, ha messo insieme i pro e i contro alla linea da 4 punti, e ha chiesto cosa ne pensano ad alcuni addetti ai lavori. Tra le persone sentite da Bethea c’è anche Larry Bird, uno dei più forti giocatori di sempre nonché formidabile tiratore da tre, che ha detto di essere favorevole alla sperimentazione di una linea da 4 punti.
Come mai si tira così tanto da tre punti?
In Europa la linea da tre è distante 6,75 metri dal canestro, mentre fino a qualche anno fa era a 6,25 metri. In NBA è lontana 6,75 metri ai lati del canestro, mentre nella parte centrale del campo arriva a 7,25 metri. La linea da tre punti non esiste da sempre: fu introdotta per la prima volta negli Stati Uniti dalla American Basketball League, un campionato che si giocò tra il 1961 e il 1963, e nel 1967 dalla ABA, una delle due leghe professionistiche di basket nordamericane, che allora era rivale della NBA (le due leghe si fusero nel 1976) e aveva alcune regole che rendevano il gioco più veloce, spettacolare e offensivo, come la linea da tre punti. La linea arrivò in NBA solo nel 1979. All’inizio non tutti erano contenti della novità: il New York Times la definì più volte un “trucco” e diversi allenatori la definirono inutile. A lungo fu vista principalmente come un modo per provare a recuperare uno svantaggio di due punti nei secondi finali di una partita.
Il 1979 fu anche l’anno nel quale disputò la sua prima stagione in NBA Larry Bird, uno dei più forti giocatori di sempre, che giocò come ala piccola per i Boston Celtics fino al 1992. Bird fu uno dei primi giocatori a fare del tiro da tre uno dei suoi punti di forza: «All’inizio non lo usavamo molto. Non eravamo tipo “Ah cavolo, eccola qui!”. No, ci vuole del tempo. Quando l’hanno messo, qualche squadra faceva cinque tiri da tre punti a partita, ed era molto», ha raccontato Bird a Bethea. Nella scorsa stagione, le squadre NBA hanno tenuto una media di 24 tiri da tre punti a partita.
A partire dagli anni Novanta e soprattutto dai Duemila, infatti, i giocatori della NBA hanno cominciato a sfruttare molto i tiri da tre punti; le diffidenze sulla sua utilità scomparvero. Molti giocatori – come Reggie Miller e Ray Allen – diventarono degli specialisti, e in generale il tiro da tre divenne praticamente imprescindibile per i giocatori che giocano come guardie e ali. Negli ultimi anni, però, molti osservatori hanno cominciato a sostenere che i giocatori della NBA tirino troppo da tre punti: sono sempre più forti fisicamente e un tiro da tre punti ora viene normalmente eseguito con la stessa facilità e precisione di un tiro dalla media distanza trent’anni fa. Molti si sono chiesti se non sia diventata una soluzione troppo semplice, e se non stia rendendo il gioco meno spettacolare togliendo spazio agli uno-contro-uno e alle giocate più dinamiche.
Il culmine della discussione è stato raggiunto negli ultimi due anni in corrispondenza delle due grandi stagioni di Steph Curry, il fortissimo playmaker dei Golden State Warriors. Curry è uno dei più formidabili tiratori da tre di sempre, e in ogni partita tira spesso da lontano anche fuori equilibrio e marcato, riuscendo comunque a segnare: questo stile di gioco sta cambiando il basket; secondo alcuni lo sta rovinando.
La linea da 4 punti è una soluzione?
Una proposta recente è allontanare ulteriormente la linea da tre, per rendere la vita più complicata ai tiratori. Un’altra idea però, che ha raccolto diversi consensi, è stata introdurre una seconda linea, distante circa un metro da quella da tre: la linea da quattro punti. Questa linea sarebbe una parabola che parte da un lato del campo e arriva all’altro: non c’è lo spazio fisico ai lati del canestro per disegnarla “a semicirconferenza”. Due anni fa ESPN rivelò che i dirigenti della NBA avevano discusso della possibilità di introdurre la linea da 4 punti. Nei giorni successivi, tuttavia, la NBA smentì che l’ipotesi fosse stata seriamente presa in considerazione.
Antoine Walker, ex ala dei Boston Celtics, una volta rispose alla domanda di un giornalista che gli chiedeva perché tirasse così tanto da tre dicendo: “Perché non ci sono i tiri da 4 punti”. Le doti atletiche dei giocatori stanno in effetti è aumentato così tanto che è normale vedere durante una partita canestri da tre segnati da 8 o 9 metri, ben oltre la linea da tre. Kyle Korver, guardia degli Atlanta Hawks e uno dei migliori tiratori della lega, ha detto a Bethea: «Credo che la gente sarebbe sorpresa da quanti giocatori possono tirate da molto lontano senza che le loro percentuali ne soffrano molto. Ci sarebbero probabilmente un sacco di giocatori che non ci riuscirebbero, ma che ci proverebbero. Ci sarebbero delle brutte azioni. Sarebbe divertente però provarlo. Io ci starei». Anche Byron Scott, storico ex giocatore e allenatore della NBA, ha detto di essere favorevole: «Credo che la linea da 3 sia eccitante. Aggiungerei anche un’altra linea, e la renderei la linea dei 4 punti. Direi: andiamo indietro di 3 o 4 piedi [90 o 120 centimetri, ndr] e quello è un tiro da 4 punti».
Anche Bird ha spiegato a Bethea di essere aperto a questa novità: «Quando giocavo, non mi esercitavo mai nei tiri da tre. Ma questi ragazzi oggi lo fanno tutti. Il gioco è cambiato, non c’è dubbio. Ogni dieci, dodici, quindici anni c’è qualcosa di nuovo che arriva. Metti la linea da 4 punti e la gente comincerà a esercitarsi. E una volta che cominciano a esercitarsi, miglioreranno. Magari dopo cinque o dieci anni, tutti tireranno tiri da 4. Il gioco si evolve». Uno che non è d’accordo è invece Reggie Miller, ex guardia degli Indiana Pacers degli anni Novanta e tra i migliori tiratori da tre di sempre. Miller ha detto a Bethea: «I ragazzi non si allenano più nei canestri da tre metri. O in quelli da quattro metri e mezzo, o cinque metri e mezzo. Ci sono solo appoggi a canestro dall’area, tiri liberi o tiri da tre. Dov’è il gioco dalla media distanza? Se n’è andato».
Quando Bethea gli ha fatto notare che Curry segna da oltre nove metri con percentuali simili a quelle che decine di giocatori della NBA hanno dalla linea dei tiri liberi, Miller ha risposto che solo Curry ne è capace: «Nessun altro ha quelle capacità su quel tipo di distanza. Forse Damian Lillard? Perfino Kyle Korver non ha quella capacità, e lui è un grande tiratore da tre. Se ci fossero dieci giocatori che facessero quello che sa fare Curry, potremmo parlarne. Ma anche a quel punto potrebbe diventare come un flipper: “Aggiungi il tiro da 4! Poi il tiro da metà campo!” Penso che il tiro da 4 punti sarebbe un trucco» (Bethea fa notare come la definizione sia la stessa che il New York Times diede del tiro da tre nel 1979). Anche Steve Kerr, allenatore dei Golden State Warriors (e quindi di Curry) ed ex grande tiratore da tre, ha detto di non essere d’accordo. «No, per favore. Una linea da 4 punti? No, non la proporrei. Sembra un circo: vinci un peluche se segni da 4 punti. Credo che sia una roba da pazzi, onestamente».