Vincenzo Nibali ha fatto due grandi tappe
Fino a venerdì sembrava spacciato: venerdì ha vinto una tappa e riaperto il giro, sabato si è preso la maglia rosa
Vincenzo Nibali è la nuova maglia rosa del Giro d’Italia: lo è dal tardo pomeriggio di venerdì, dopo che nella diciannovesima tappa ha staccato Esteban Chaves, il colombiano che era in maglia rosa prima di lui. Il Giro d’Italia finisce oggi a Torino, dopo 21 tappe in cui i corridori avranno percorso 3.463 chilometri. Vincenzo Nibali è in maglia rosa perché nella 19esima e nella 20esima tappa ha riaperto un Giro che sembrava già chiuso. Nelle ultime due tappe di montagna – con arrivo a Risoul e a Sant’Anna di Vinadio – è successo di tutto: sono stati due giorni tra i più belli, vivaci e sorprendenti del ciclismo contemporaneo. In tre giorni la maglia rosa – indossata tappa per tappa dal corridore primo in classifica generale – ha cambiato tre proprietari: venerdì mattina l’olandese Steven Kruijswijk, sabato il colombiano Esteban Chaves, oggi Vincenzo Nibali. Venerdì mattina Nibali era quarto in classifica, con quasi cinque minuti di ritardo da Kruijswijk e a circa due minuti da Chaves. Oggi Nibali ha un vantaggio di 52 secondi su Chaves e di quasi due minuti su Kruijswijk.
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— Giro d'Italia (@giroditalia) May 28, 2016
Vincenzo Nibali prima di venerdì
Fino a venerdì 27 maggio si parlava di Nibali a questo Giro come di una delusione: poco in forma e piuttosto giù di morale. Era partito da favorito per la vittoria ma nelle tappe più importanti era andato male e si era quasi sempre fatto staccare da almeno 4-5 altri corridori, tra cui Chaves e Kruijswijk. La cosa strana è che in un paio di tappe di montagna Nibali aveva provato ad attaccare, ma poi era stato ripreso e staccato da altri corridori. Qualcosa sembrava non girare: per qualcuno era una questione di testa, per altri un problema di forma fisica.
Nibali era anche stato sfortunato: nella 15esima tappa, una cronometro in salita, gli era saltata la catena e si era dovuto fermare per cambiare bicicletta, perdendo molti secondi.
Nibali durante la 15esima tappa (ANSA/CLAUDIO PERI)
Prima di venerdì molti commentatori avevano ipotizzato addirittura un ritiro di Nibali dal Giro: andava proprio piano e sembrava impossibile che potesse recuperare. Nibali, che non ha mai apertamente parlato del ritiro, aveva detto: «Non sono io. All’inizio mi sentivo bene, ma poi non so cosa sia successo. Stavo bene, reggo, resisto, ma non so darmi una spiegazione. Non capisco le mie sensazioni. Sono convinto di star bene, ma quando gli altri scattano non riesco a reagire». Tra una tappa e l’altra Nibali era andato a fare delle visite mediche per accertarsi di non avere virus che ne condizionassero le prestazioni.
Nibali durante la 15esima tappa (ANSA/CLAUDIO PERI)
La tappa di venerdì
È partita da Pinerolo, vicino a Torino, ed è arrivata a Risoul. C’erano due salite: il Colle dell’Agnello – in cui si arrivava a oltre 2.744 metri d’altezza, passando su una strada in mezzo alla neve – e la salita finale, lunga 13 chilometri. Il primo a passare sul Colle dell’Agnello è stato Michele Scarponi, compagno di squadra di Nibali.
Scarponi sul Colle dell’Agnello (ANSA/CLAUDIO PERI)
Dopo alcuni minuti è passato il gruppo maglia rosa, quello di cui fanno parte la maglia rosa e quei pochi corridori che riescono a andare forte in salita. Per i primi chilometri di salita Nibali sembrava in difficoltà come nei giorni precedenti. Poi, salendo, qualcosa è cambiato. Ha pedalato meglio, in modo più efficace ed elegante, con un gran ritmo. Questa svolta può essere in parte dovuta all’altitudine del Colle dell’Agnello: superati i 2mila metri le cose cambiano, è un po’ più difficile rendere bene sotto sforzo. Qualcuno fatica, qualcun altro – è il caso di Nibali – riesce a esaltare le sue qualità. Alla fine della salita del Colle dell’Agnello Nibali ha provato ad attaccare e stavolta non è stato raggiunto. La vera svolta è però stata durante la discesa: Kruijswijk, che era in maglia rosa, ha sbagliato una curva ed è caduto.
Nibali e Chaves, che già avevano attaccato, hanno fatto la discesa a tutta, guadagnando secondi che sono diventati minuti. Per Nibali è stato determinante l’aiuto di Scarponi che – nonostante fosse in fuga con ottime possibilità di vincere la tappa – si è praticamente fermato per aiutarlo nel tratto tra la fine della discesa e l’inizio della salita. Poi, nella salita verso Risoul, sono rimasti solo Nibali e Chaves. Nibali ha attaccato e Chaves lo ha ripreso. Poi Nibali ha attaccato ancora e Chaves ha provato a stargli dietro ma non ci è riuscito.
Nibali, poco prima di vincere la 19esima tappa del Giro (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
Nibali ha vinto la tappa di Risoul, arrivando 53 secondi prima di Chaves e più di quattro minuti prima di Kruijswijk. Dopo molti minuti è arrivato anche Scarponi, stanco e felice per la vittoria del compagno.
La tappa di sabato
Sabato mattina la classifica generale era questa: Chaves in maglia rosa, Nibali secondo a 44 secondi, Kruijswijk terzo, con un ritardo di un minuto e cinque secondi e una microfrattura alla costola, dovuta alla caduta di venerdì. Tutti si aspettavano un attacco di Nibali: il giorno prima era andato più forte di Chaves, bisognava riprovarci, guadagnare almeno 45 secondi su di lui e prendersi quindi la maglia rosa. Era l’ultima possibilità: l’ultima tappa del Giro tradizionalmente non sposta niente nelle prime posizioni della classifica generale.
La tappa di sabato andava da Guillestre, in Francia, a Sant’Anna di Vinadio, in provincia di Cuneo. C’erano quattro difficili salite, con un dislivello totale di oltre 4mila metri. Sulle prime due non era successo un granché e Nibali non ha attaccato. Tra i vari corridori in fuga – tutta gente senza ambizioni di classifica generale – c’era però Tanel Kangert, che corre nell’Astana, la squadra di Nibali e Scarponi. Sul Colle della Lombarda, la penultima e più difficile salita della tappa, Nibali ha chiesto a Scarponi di andare a tirare, cioè di mettersi in testa al gruppo maglia rosa e mantenere un ritmo molto sostenuto, per far stancare gli altri, e soprattutto Chaves e i suoi compagni (che infatti si sono staccati tutti). A un certo punto sono rimasti Scarponi, Nibali, Chaves e pochi altri. A circa 15 chilometri dall’arrivo, negli ultimi chilometri del Colle della Lombarda Nibali ha attaccato e staccato Chaves.
Come era successo venerdì, Chaves ha prima risposto, riportandosi su Nibali, poi ha ceduto, staccandosi. Kangert ha aspettato Nibali come aveva fatto Scarponi il giorno prima e l’ha aiutato per alcune centinaia di metri. Poi Nibali ha fatto da solo. In cima al Colle della Lombarda aveva un vantaggio di 56 secondi su Chaves: bisognava mantenerlo nella discesa e nell’ultima salita. Nibali c’è riuscito: è arrivato al traguardo circa un minuto e mezzo prima di Chaves e ora è maglia rosa, con un vantaggio di 52 secondi su Chaves.
Nibali, il 28 maggio (LUK BENIES/AFP/Getty Images)
Nel primo pomeriggio di venerdì Nibali era quarto, per alcuni commentatori avrebbe dovuto ritirarsi e lui stesso non aveva ben chiaro perché stava andando male. Dalle 17 circa di sabato 29 maggio Nibali è la maglia rosa del Giro, vincitore di una bellissima tappa e protagonista di due imprese sportive come non se ne vedevano da un po’ di anni. Gli appassionati di ciclismo tra qualche decennio prenderanno i nipotini e gli diranno: adesso ti racconto di quei due giorni di Nibali nel 2016.
All’arrivo della ventesima tappa Nibali ha abbracciato Scarponi – ha poi detto che «bisognerebbe fargli una statua», per l’aiuto che gli ha dato – e anche i genitori di Chaves.
Quando la sportività va oltre ogni limite. @vincenzonibali abbraccia la famiglia di @estecharu #Giro pic.twitter.com/DDDVNprEbh
— Giro d'Italia (@giroditalia) May 28, 2016
Sabato sera
Per ringraziare i miei compagni … Questa sera ho cucinato per loro pic.twitter.com/OSbDRM4kBo
— Vincenzo Nibali (@vincenzonibali) May 28, 2016
È ora di dormire!! Ma prima di spegnere la luce un ultimo sguardo per la rosa @giroditalia #NeverGiveUp pic.twitter.com/ZUSZIoMYVC
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