Il terzo grosso naufragio in tre giorni
È avvenuto venerdì pomeriggio al largo della Libia, sono morte almeno 45 persone; intanto sono emerse testimonianze di un quarto naufragio, ancora non confermate
Aggiornamento di domenica 29: l’ONG Save the Children ha detto che secondo le loro informazioni questa settimana è affondato un quarto barcone, su cui viaggiavano circa 400 persone. Secondo Save the Children il barcone in questione era partito mercoledì sera dalle coste della Libia assieme ad altre due imbarcazioni, e per diversi chilometri aveva viaggiato trainato da un’altra delle due barche perché non aveva il motore. A un certo punto però aveva iniziato a imbarcare acqua: e quindi il capitano dell’imbarcazione che la trainava ha deciso di tagliare il cavo che le collegava, facendo annegare le persone a bordo della barca senza motore. Anche l’UNHCR ha parlato dell’incidente, e detto che 550 sono disperse in seguito a quel naufragio. Le autorità italiane invece non hanno ancora confermato l’incidente. Rainews, che ha intervistato la portavoce di Save the Children Italia Giovanna di Benedetto, ha anche scritto che lo scafista che ha tagliato la corda è stato arrestato dalla polizia italiana, ma la notizia non è ancora stata confermata.
In tutto, secondo le stime dell’UNHCR questa settimana sono morte nel Canale di Sicilia circa 700 persone, mentre secondo Medici Senza Frontiere potrebbero essere circa 900.
Around 900 #people may have died in the #CentralMediterranean in the last week alone. #Europe,this is unbearable. pic.twitter.com/j73FsSsO99
— MSF Sea (@MSF_Sea) May 29, 2016
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Nel pomeriggio di venerdì 28 maggio è affondato un altro barcone di migranti nel canale di Sicilia, a circa 60 chilometri dalle coste della Libia: la Marina militare italiana ha soccorso 135 migranti e recuperato 45 corpi. Si tratta del terzo naufragio di un barcone nel giro di tre giorni, nel canale di Sicilia: mercoledì 25 e giovedì 26 erano affondate due barche di dimensioni simili con a bordo centinaia di migranti. In questi giorni la Guardia Costiera e la Marina militare sono impegnate anche in operazioni più piccole: nella giornata di venerdì sono avvenute 17 operazioni di soccorso, mentre giovedì erano state 22 (durante le quali erano state soccorse circa quattromila persone). Sta accadendo insomma quello che molti esperti di migrazione avevano previsto alcuni mesi fa: con la chiusura della rotta balcanica e il miglioramento delle condizioni meteo, si stanno intensificando i viaggi di barconi e gommoni dalla Libia e l’Egitto verso l’Italia.
#UltimOra #SAR Nave Vega ha soccorso 135 #migranti da barcone semi affondato.Recuperate 45 salme.Continuano ricerche pic.twitter.com/g7RnbgybNY
— Marina Militare (@ItalianNavy) May 27, 2016
Le operazioni sul barcone affondato ieri sono iniziate nel pomeriggio e sono proseguite fino a sera. Non è ancora chiaro quanti migranti fossero effettivamente a bordo del barcone: la Stampa ha scritto che secondo alcuni «testimoni» sulla barca c’erano 346 persone, e che quindi i dispersi sono circa duecento. Secondo ANSA i dispersi sono invece un centinaio. Ieri sera la portavoce dell’Agenzia ONU per i rifugiati Carlotta Sami, parlando con RagusaNews, aveva detto che le ricerche erano ancora in corso. Non è ancora chiaro in quale porto italiano verranno portati i migranti sopravvissuti.
Sempre secondo La Stampa, stamattina dovrebbero arrivare allo hotspot di Taranto, in Puglia, 706 migranti soccorsi durante i primi due naufragi. Sono già arrivati stamattina a Catania 890 migranti soccorsi nel corso di otto diverse operazioni. Per domenica 29 è invece previsto l’arrivo di 600 migranti nel porto di Sassari, in Sardegna.