In Francia le cose vanno meglio, dice il governo
Nei prossimi giorni ci saranno nuovi scioperi e manifestazioni, ma le raffinerie di petrolio hanno riaperto e si trova nuovamente benzina
Il governo francese ha detto che negli ultimi due giorni il rifornimento energetico del paese è migliorato, dopo che una settimana di proteste e scioperi contro una controversa riforma del lavoro attualmente in discussione al Senato aveva causato la chiusura di diverse centrali elettriche. Nei giorni scorsi tutte e otto le raffinerie di petrolio della Francia avevano chiuso o subito rallentamenti a causa di uno sciopero generale, e moltissimi benzinai erano rimasti a corto di carburanti. Tutto questo, a sole due settimane dall’inizio degli Europei di calcio, che si terranno proprio in Francia dal 10 giugno.
Ad oggi due raffinerie sono tornate a lavorare a tempo pieno, mentre la polizia è riuscita a rimuovere tutti e 15 i blocchi “materiali” costruiti dai manifestanti per impedire l’accesso ai depositi di petrolio. Le Monde ha scritto che venerdì solamente un terzo delle 2.200 stazioni di rifornimento della Total, uno dei più grandi distributori del paese, era in difficoltà. Sono in sciopero anche i lavoratori delle centrali nucleari, ma un funzionario francese ha detto al Guardian che la capacità delle centrali di fornire energia non è stata danneggiata. Alain Vidalies, il ministro francese per i Trasporti, ha detto sabato mattina che la situazione «sta migliorando», e che in alcune zone è tornata ad essere «quasi normale».
Nei giorni scorsi ci sono state comunque diverse manifestazioni di protesta in varie città della Francia – fra cui Parigi, Tolosa, Bordeaux e Nantes – e altri scioperi sono previsti nei prossimi giorni. Il 31 maggio ci sarà uno sciopero delle ferrovie, il 2 giugno della metropolitana di Parigi (la RATP, anche sulle linee usate dai pendolari) e dal 3 al 5 giugno del traffico aereo.
Il video di un poliziotto di Tolosa che prende per il collo una manifestante, 26 maggio
La maggioranza dei francesi (il 74 per cento secondo alcuni sondaggi) non condivide la riforma del lavoro proposta dal governo di Hollande. Uno dei punti più contestati riguarda la retribuzione delle ore di straordinario, che verrebbe abbassata al 10 per cento di quella ordinaria (attualmente è di circa il 25 per cento in più nelle prime otto ore di straordinario). Di fatto, dicono i sindacati, se gli straordinari saranno più convenienti per i datori di lavoro, ce ne saranno molti di più: quindi l’orario di lavoro settimanale aumenterà con ridotti benefici per i lavoratori. Si prevede poi una maggiore flessibilità sempre per le imprese ad aumentare gli orari di lavoro e una minore frequenza delle contrattazioni con i sindacati.
Sugli straordinari, dopo le proteste, il governo sembra aver cambiato idea: il ministro dei Trasporti ha per esempio annunciato ai camionisti in sciopero che il taglio del pagamento delle ore di straordinario non riguarderà il loro settore. Secondo il primo ministro Manuel Valls, la riforma non verrà ritirata ma può ancora essere modificata o migliorata.