“The Butler”, la storia vera
È il film su Eugene Allen, maggiordomo nero che lavorò alla Casa Bianca per più di trent'anni, vedendosi passare davanti la storia americana
The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca è un film drammatico del 2013, scritto e diretto da Lee Daniels, produttore di Empire e regista di Precious. È stato girato a partire da A Butler Well Served by This Election, un lungo articolo del Washington Post che nel 2008 raccontò la storia di Eugene Allen, che dagli anni Cinquanta al 1986 lavorò come maggiordomo alla Casa Bianca. Una delle cose che rendono interessante la storia di Allen, morto nel 2010, è che era nero: e quindi ha lavorato alla Casa Bianca in anni in cui per i neri degli Stati Uniti cambiarono molte cose. In The Butler il protagonista è interpretato da Forest Whitaker e si chiama Cecil Gaines, ma la storia è chiaramente quella di Allen, seppur con qualche differenza.
La trama e gli attori di The Butler
Il film inizia nel 2008: Gaines, ormai in pensione, è alla Casa Bianca, dove aspetta di incontrare il nuovo presidente, un tale Barack Obama. Nell’attesa inizia a raccontare la sua storia e parte un flashback in cui si vede che Gaines, cresciuto in una piantagione della Georgia, trova lavoro in una pasticceria e inizia a imparare il mestiere (Gaines da giovane è interpretato da Michael Rainey, Jr. e Aml Ameen; Mariah Carey interpreta sua madre). Viene poi assunto in un hotel di Washington, incontra e sposa Gloria (interpretata da Oprah Winfrey), con la quale ha due figli: Charlie e Louis, interpretato da David Oyelowo, protagonista di Selma.
Nel 1957 Gaines viene assunto alla Casa Bianca e lì inizia a lavorare – con i colleghi interpretati da Cuba Gooding, Jr. e Lenny Kravitz – per diversi presidenti: Dwight D. Eisenhower, John Fitzgerald Kennedy, Lyndon B. Johnson, Richard Nixon, Gerald Ford, Jimmy Carter e Ronald Reagan. Eisenhower è interpretato da Robin Williams, Reagan da Alan Rickman, Johnson da Liev Schreiber. Nel film c’è anche Martin Luther King, interpretato da Nelsan Ellis.
Alla Casa Bianca Gaines incrocia, assiste e vive alcuni dei più importanti momenti della recente storia statunitense. Intanto deve anche gestire alcune questioni familiari: negli anni Sessanta suo figlio Louis gli dice di essere entrato nelle Pantere Nere, un’organizzazione rivoluzionaria di neri, e più avanti l’altro suo figlio Charlie si arruola per andare a combattere in Vietnam. Uno degli episodi più importanti del film, a pochi minuti dalla fine, riguarda Baines, Reagan e le rispettive mogli. Nel finale del film si ritorna nel 2008: qualcuno dice a Baines che Obama è pronto per riceverlo. Baines dice che conosce la strada per lo Studio Ovale e ci si dirige.
La vera storia di Eugene Allen
Allen nacque in Virginia nel 1919, lavorò come cameriere a Hot Springs, in Virginia, e in un country club di Washington. Arrivò alla Casa Bianca nel 1952, iniziando a lavorare come pantry man, una sorta di addetto alla dispensa. Solo qualche anno dopo divenne butler, cioè valletto o maggiordomo. Oltre ai presidenti per cui lavorò, conobbe tra gli altri Duke Ellington, Elvis Presley e Sammy Davis Jr., ed è vero che durante una cena alla Casa Bianca Martin Luther King chiese di poterlo conoscere. Volò sull’Air Force One e andò per alcuni giorni a lavorare a Camp David – la residenza estiva dei presidenti degli Stati Uniti – con Jimmy Carter. La moglie di Allen si chiama in realtà Helene Lee ed ebbero un solo figlio: Charles, che lavoro però per il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
Quando uscì il film, The Daily Beast spiegò quanto c’era di vero in alcune delle cose raccontate nel film: l’infanzia, le storie sulla sua famiglia e il suo primo giorno di Baines alla Casa Bianca sono perlopiù inventati. È invece vero che Jackie Kennedy gli diede una delle cravatte del marito ucciso e potrebbe essere vera la scena di Johnson al gabinetto (Allen non l’ha mai confermata, ma si dice che Johnson fosse solito usare quella «tattica» per intimidire gli interlocutori). È vero il rapporto con Reagan ed è vero che Allen e sua moglie erano convintissimi sostenitori di Obama.
Allen andò in pensione nel 1986, evitando interviste, libri, film e ospitate in tv (nonostante fosse molto richiesto). La moglie di Allen morì il 3 novembre 2008, il giorno prima delle elezioni poi vinte da Obama. Allen fu invitato alla cerimonia di giuramento di Obama – non è però chiaro se lo incontrò – e il 7 novembre uscì l’articolo del Washington Post. In uno degli ultimi paragrafi c’è scritto:
Gene [abbreviativo di Eugene] Allen fu promosso maitre [il più alto incarico possibile per un maggiordomo] nel 1980 e lasciò la Casa Bianca nel 1986, dopo 34 anni. Il presidente Reagan gli scrisse un bel messaggio. Nancy Reagan lo abbracciò, molto stretto. Intervistati a casa loro, Gene e Helene [sua moglie] parlarono di cosa avrebbe significato se un presidente nero fosse stato davvero eletto.