Come si è formata la voragine sul lungarno a Firenze
La rottura di un vecchio tubo e la scarsa manutenzione sono i principali indiziati, ma servirà ancora tempo: intanto il sindaco Nardella se l'è presa con chi gestisce la rete idrica
L’area della voragine che si è aperta mercoledì mattina a Firenze sul Lungarno Torrigiani è stata isolata dalle autorità locali, in attesa che siano effettuati gli ultimi accertamenti prima di iniziare la rimozione delle automobili coinvolte, sprofondate di qualche metro. Il cedimento del terreno è avvenuto in prossimità dell’argine nel tratto tra Ponte Vecchio e Ponte alle Grazie, dove si è formata una voragine lunga circa 200 metri per 7 di larghezza, con una profondità massima intorno ai 3 metri.
Come si è formata la voragine
Il crollo, secondo le ricostruzioni fatte finora dai tecnici, si è verificato a causa della rottura di una tubatura dell’acqua. Nella notte tra martedì e mercoledì alcuni abitanti sul Lungarno avevano segnalato ai vigili urbani la presenza di acqua in strada. Publiacqua, l’azienda locale a partecipazione mista pubblico-privata che ha in gestione l’acquedotto, aveva rilevato nella zona un calo di pressione dovuto a una probabile perdita e aveva inviato una squadra per intervenire. I tecnici hanno lavorato fino alle 3:20 circa, hanno identificato una falla in un tubo da 40 centimetri di diametro, l’hanno chiusa temporaneamente con una fasciatura e hanno deviato il flusso dalla tubatura per evitare che la pressione dell’acqua portasse a nuove perdite, che intanto avevano formato una buca di alcune decine di centimetri sulla carreggiata. Intorno alle 6:15 è stato rilevato un nuovo calo di pressione nella zona dai sistemi di Publiacqua: era dovuto alla rottura di un altro tubo che in pochi minuti ha portato alla formazione della grande voragine.
Le cause del cedimento
Non è ancora chiaro che cosa abbia portato alla grande perdita d’acqua nella mattina di ieri, e serviranno giorni prima di capirlo perché le tubature interessate sono sommerse da una grande massa di terra e fango. L’ipotesi, scrive Marco Imarisio sul Corriere della Sera, è che la chiusura del tubo da 40 centimetri danneggiato abbia portato a un carico di pressione eccessivo sulle tubature adiacenti, in particolare in un vecchio tubo ben più grande, di 70 centimetri di diametro. Le nuove perdite d’acqua avrebbero inzuppato il suolo tra la carreggiata del lungarno e la spalletta dell’argine, in un punto dove passa il “canalone”, una vecchia struttura fognaria in disuso in cui si sarebbero riversati acqua e fango creando il vuoto sotto alla strada, che col peso delle automobili ha infine ceduto.
Acquedotto
Le tubature interessate dal guasto risalgono agli anni Cinquanta e la loro sostituzione era in programma per il 2017-2018, nonostante fossero datate e avessero un ciclo di vita intorno ai 40 anni. L’acquedotto di Firenze perde circa il 36 per cento del suo carico d’acqua ogni giorno, un problema comune a molte grandi città italiane dove la perdita è in media intorno al 40 per cento. La rete idrica è datata, ma gli interventi di manutenzione sono costosi e non ci sono le risorse per effettuarli. Un intervento ha un costo intorno ai 200-300 euro per metro quadrato: in una città come Firenze, spiega Imarisio, servirebbero 90 milioni l’anno per la manutenzione, mentre se ne spendono appena 18. La spesa ridotta per gli acquedotti è comune a buona parte delle città italiane: l’Italia è uno dei paesi che spende meno in Europa per la propria rete idrica, in parte a causa delle bollette piuttosto basse chieste agli utenti, che lasciano poche risorse agli acquedotti per i loro interventi.
Cosa dice il sindaco
Nardella ha stimato danni per 5 milioni di euro e se l’è presa con Publiacqua:
Più passa il tempo, più mi pare sia evidente l’errore umano. A questo punto auspico che vengano chiarite al più presto le responsabilità. Non doveva succedere, o quanto meno bisognava intervenire prima […] Ci sono i video, c’era acqua in strada a mezzanotte. Sono intervenuti i vigili, i pompieri, gli operai, sono state fatte spostare 12 macchine e i tecnici che fanno? Vanno a dormire. Il Comune è anche socio della società Publiacqua, quindi, fermo restando le competenze delle autorità, a partire dall’autorità giudiziaria che farà tutto il lavoro necessario e alla quale garantiamo la massima collaborazione, c’è anche il nostro diritto di sapere cosa non ha funzionato. Se vi è stato questo errore, chi ha sbagliato dovrà pagare. Le motivazioni vanno ricercate in quello che è successo in queste ore, e in questi giorni.