Apple lavora a un Siri per la casa

Per fare concorrenza a Echo di Amazon e al nuovo Google Home: l'assistente personale Siri sarà inoltre aperto agli altri sviluppatori, dice un sito di solito ben informato

Apple sta lavorando a un nuovo dispositivo per la casa che farà concorrenza a Echo di Amazon e al più recente Google Home, annunciato una settimana fa e in arrivo entro fine anno. L’azienda è inoltre al lavoro per rendere più aperto il suo assistente personale Siri, in modo che gli altri sviluppatori possano aggiungere le funzionalità delle loro applicazioni e renderlo più intelligente (o meno stupido). Come avviene quasi sempre con le cose che riguardano Apple, le notizie non sono ufficiali, ma sono state diffuse dal sito The Information che di solito ha fonti interne alla società molto affidabili. Mentre il concorrente di Echo richiederà ancora tempo per essere messo in vendita, l’apertura di Siri potrebbe essere già annunciata il prossimo 13 giugno durante l’evento programmato da Apple in apertura della sua Worldwide Developers Conference, di solito dedicato alle novità legate ai sistemi operativi e al software in generale.

Echo e gli altri
Alla fine del 2014 Amazon ha sorpreso tutti mettendo in vendita Echo, un cilindro nero da tenere in casa che si collega al WiFi e che può essere usato per varie attività, dall’ascoltare la musica ad avere informazioni sul meteo, o per ordinare qualche prodotto su Amazon. Il dispositivo, che non si può ancora comprare in Italia, non ha schermi o tasti: funziona con comandi vocali e risponde in modo colloquiale, grazie alla presenza dell’assistente personale Alexa. Nonostante abbia ancora funzionalità molto limitate, Echo ha ricevuto nell’ultimo anno recensioni positive e ha di fatto aperto un nuovo mercato legato all’elettronica per la casa.

La settimana scorsa, in un raro caso di fair play per l’industria tecnologica, Google ha riconosciuto il ruolo di Amazon nell’avere aperto la strada in un nuovo settore e – al tempo stesso – ha presentato Google Home, un dispositivo che ricorda molto Echo ma il cui assistente automatico (Google Assistant) potrà fare più cose, sfruttando l’enorme mole di informazioni catalogate negli anni dal motore di ricerca. Apple su questo fronte è rimasta indietro, anche se si tratta di un mercato appena nato e con potenzialità ancora difficili da definire.

Siri per la casa
Secondo The Information, in realtà Apple sta lavorando a qualcosa di simile a Echo già da molto tempo e da prima che Amazon mettesse in vendita il suo prodotto. L’idea di Apple è fare uscire Siri dagli iPad e dagli iPhone, offrendole un posto in qualche angolo di casa all’interno di un dispositivo con il quale conversare per avere informazioni, o attivare altri oggetti collegati a Internet e che usano HomeKit, la piattaforma di Apple per fare comunicare dispositivi domestici di vario tipo con gli iPhone. A differenza di Echo, l’assistente casalingo di Apple avrebbe il vantaggio di dialogare facilmente con gli smartphone, i tablet e gli smartwatch prodotti dall’azienda, offrendo quindi funzionalità più avanzate per controllarlo.

Il dispositivo potrebbe riprodurre la musica di Apple Music, collegarsi al televisore per mostrare contenuti in streaming, inviare messaggi tramite iMessage e accedere ai dati conservati su Internet tramite iCloud. Rispetto a Google Home, avrebbe però lo svantaggio di non avere dietro di sé la grande mole di informazioni di cui dispone Google, e che l’azienda sta usando per migliorare il funzionamento della sua intelligenza artificiale. Per questo motivo ci sono voci circa un’apertura di Siri, in modo che le sue funzioni possano essere sviluppate ed estese dai produttori di altre applicazioni, in modo da consentire all’assistente personale di Apple di fare più cose.

Siri aperto
Apple potrebbe annunciare novità importanti sull’apertura di Siri già nel corso del suo evento in programma per giugno. Benché sia il più conosciuto tra gli assistenti automatici – anche grazie alle massicce campagne di marketing – Siri non ha la fama di essere molto utile per semplificare la vita ai proprietari di iPhone e iPad. Con un po’ di pazienza si possono impostare promemoria, inviare risposte ai messaggi ricevuti, avere informazioni sul meteo o avviare la riproduzione di una canzone, ma se si prova qualcosa di più elaborato Siri dà risultati piuttosto deludenti. Se non capisce una domanda, rimanda quasi sempre a una banale ricerca online che si rivela spesso inutile se non uno spreco di tempo.

Siri può avviare le applicazioni installate sul telefono, ma salvo rare eccezioni non può accedere ai loro dati, cosa che ne riduce ulteriormente le capacità. Queste limitazioni sono dovute al fatto che finora Apple ha preferito mantenere chiuso il suo assistente personale, seguendo una linea simile a quella applicata per gli altri suoi prodotti: avere il massimo del controllo per evitarsi brutte sorprese ed evitarle agli utenti. I creatori di Siri, nata come applicazione esterna poi acquisita da Apple, avevano in mente qualcosa di diverso: un sistema che si potesse evolvere grazie al contributo degli altri sviluppatori, che avrebbero costruito servizi di vario tipo sul loro assistente personale. Dopo l’acquisizione i loro piani furono fermati da Apple, che rese Siri una parte integrante di iOS e di conseguenza molto chiusa.

Gli sviluppatori originari di Siri non lavorano più per Apple e hanno da poco presentato Viv, un assistente personale che riprende molte delle loro idee originali e si basa sull’apertura agli sviluppatori della loro intelligenza artificiale. Google la settimana scorsa ha annunciato piani simili per il suo Google Assistant e lo stesso ha già fatto da tempo Facebook con “M”, il suo assistente personale sperimentale che sarà progressivamente integrato all’interno di Messenger. Per rendere più versatili gli assistenti personali non sembra esserci alternativa alla loro parziale apertura verso chi sviluppa applicazioni, e secondo The Information Apple non farà eccezione e presenterà nuovi strumenti per fare dialogare meglio Siri con applicazioni e servizi. L’ipotesi è che possa farlo con una soluzione “alla Apple”, quindi con regole molto rigide per gli sviluppatori e controlli scrupolosi sulle nuove funzioni da aggiungere a Siri. In questo modo si dovrebbe garantire una migliore stabilità dell’assistente personale, ma la sua evoluzione potrebbe avvenire più lentamente rispetto a quella della concorrenza.