Lo sgombero dei migranti da Idomeni
È iniziato stamattina: dall'accampamento non ufficiale più grande della Grecia saranno trasferiti verso Salonicco
All’alba di oggi la Grecia ha iniziato lo sgombero del campo profughi di Idomeni, il piccolo paese greco al confine con la Macedonia dove da mesi si sono accampati migliaia di migranti in attesa di proseguire il loro viaggio verso il nord Europa. Da questa mattina sul posto ci sono circa 400 agenti che coordinano le operazioni, e autobus allestiti per accogliere gli abitanti del campo e trasportarli verso altri centri di accoglienza, ufficiali e riconosciuti dal governo greco. L’accesso al campo è stato vietato ai giornalisti, ma dalle notizie arrivate finora sembra che le sgombero stia avvenendo pacificamente, anche se molti migranti avrebbero preferito rimanere a Idomeni per la sua maggiore vicinanza al confine.
Si stima che nel campo vivano circa 8.400 persone, per lo più famiglie con bambini piccoli provenienti da Siria e Iraq, e arrivate in Grecia passando dalla Turchia. Impossibilitati a proseguire il loro viaggio verso il nord Europa, a causa della chiusura delle frontiere della cosiddetta “rotta balcanica”, sono rimaste bloccate in Grecia. Temendo di allontanarsi troppo dal confine, e di perdere quindi l’occasione di superarlo non appena possibile, migliaia di persone hanno deciso di stabilirsi a Idomeni improvvisando un campo che in pochi mesi è cresciuto di dimensioni, diventando l’accampamento di profughi non ufficiale più grande della Grecia.
Per mesi le autorità greche hanno provato a convincere i migranti a lasciare Idomeni e a raggiungere altri campi, più distanti dal confine ma attrezzati meglio per rispondere alle loro esigenze. Finora poche centinaia di persone avevano accettato il trasferimento su base volontaria. Lo scorso aprile, un gruppo di migranti aveva provato a superare il confine tra Grecia e Macedonia, partendo proprio da Idomeni: la polizia macedone era intervenuta con il lancio di gas lacrimogeni e proiettili di plastica per fermarli. Domenica scorsa, le autorità greche hanno invece persuaso circa 400 persone a lasciare il campo.
Giorgos Kyritsis, portavoce del governo greco, ha detto che nei prossimi giorni tutti i migranti saranno trasferiti: “Una cosa come quella di Idomeni non può continuare a esistere. Fa solo gli interessi dei trafficanti. Togliere le persone da quella disgrazia che è Idomeni è negli stessi interessi dei migranti”. Le autorità greche hanno allestito nuovi campi nei pressi di Salonicco per accogliere le persone sgomberate, ma non è ancora chiaro quanto tempo sarà necessario per chiudere Idomeni.
Lunedì 24 maggio la polizia si è anche occupata dello sgombero di un tratto della ferrovia che conduce dalla Grecia alla Macedonia. I binari erano bloccati dai migranti da più di un mese e aveva reso necessario il dirottamento dei treni, diretti al confine, verso la Bulgaria per aggirare il problema. Si stima che in più di un anno oltre un milione di migranti abbia fatto ingresso nell’Unione Europea arrivando in Grecia dalla Turchia. Molti sono scappati dalla guerra in Siria per cercare rifugio nei paesi europei a nord, con l’obbiettivo di ricongiungersi con parenti e amici che si erano già trasferiti. La migrazione avveniva attraverso i paesi balcanici, che hanno progressivamente chiuso i loro confini impedendo ai migranti di proseguire il loro viaggio.