Cosa succede alla fine della Scuola Holden
Dal 26 al 28 maggio gli studenti che hanno finito il corso avranno 5 minuti ciascuno per presentare i loro progetti a un pubblico di potenziali datori di lavoro
Dal 26 al 28 maggio 2016 la Scuola Holden di Torino presenta i 120 studenti che hanno concluso il corso biennale in “Storytelling & Perfoming Arts” a un pubblico di professionisti di editoria, cinema, televisione, agenzie di comunicazione e mezzi di informazione. L’evento si chiama “Opening Doors” e serve per mettere in comunicazione gli studenti della scuola – la principale scuola di scrittura creativa italiana – con chi potrebbe offrire loro un lavoro, ed esporre un loro progetto creativo personale: ognuno ha 5 minuti per presentare un romanzo, una sceneggiatura, il soggetto di una serie tv, una app, un progetto narrativo multimediale o un reportage. Non tutti gli studenti della Scuola fanno infatti lo stesso percorso nel biennio: i diplomandi di quest’anno erano divisi in cinque diversi corsi, “College” nel gergo Holden, cioè “Crossmedia”, “Filmmaking”, “Real World”, “Series” e “Scrivere”.
I progetti degli studenti affrontano gli argomenti più vari. Ce n’è uno che si intitola ad extrema e, se realizzato, dovrebbe essere un reportage di viaggio attraverso 196 nazioni per arrivare in 704 punti geografici estremi. Un altro, C’est MOI, è un’installazione per mettere in contatto i migranti che vivono clandestinamente nelle palazzine dell’ex villaggio olimpico di Torino e gli abitanti della città. TRASLAT-ing- invece è una nuova proposta di traduzione del romanzo It di Stephen King.
Ma i progetti sono soprattutto uno spunto per permettere agli studenti di presentare se stessi, e a chi assiste di farsi un’idea delle loro qualità e capacità. I tre giorni di incontri sono un’offerta ulteriore della scuola agli studenti ma anche alle imprese più diverse che sono in cerca di persone su cui investire per i ruoli più diversi. Lo stesso Post ha coinvolto nel lavoro della propria redazione uno degli studenti che si erano presentati l’anno scorso, e Luca Sofri descrisse così l’evento.
L’idea della Holden offre ai suoi studenti un appoggio finale e post-finale: non vi consegnamo il diploma e ciao, ma coinvolgiamo direttamente noi delle persone che possano essere interessate a voi e a quel che potete diventare, per mettervi in contatto. E lo facciamo in una forma estremamente ottimizzata e piacevole, questi quattro giorni di incontri nella scuola: in cui noialtri di qua possiamo sederci, ascoltare, farci un’idea, senza annoiarci di noi stessi nella successione di spiegazioni tutte uguali che dobbiamo a chi ha chiesto un colloquio
Per risultare convincenti gli studenti devono riuscire a essere sintetici, chiari ma anche coinvolgenti. Per spiegare le loro idee possono usare slides, video e animazioni: negli ultimi mesi di scuola sono stati impegnati a preparare al meglio i cinque minuti. Le presentazioni si chiamano “pitch” (letteralmente “lancio”) dall’espressione inglese “elevator pitch“: un discorso che deve durare il tempo di un viaggio in ascensore allo scopo di convincere qualcuno a comprare un prodotto. Negli ultimi anni il termine è molto usato soprattutto in ambito cinematografico, da registi e sceneggiatori che devono riuscire a convincere un produttore a finanziare il loro film.
Le tre giornate di “Opening Doors” saranno organizzate in questo modo: al mattino, dalle 10 alle 13.15, gli studenti presenteranno i loro progetti, al pomeriggio i professionisti interessati a parlare con loro per approfondire i loro curricula potranno prenotarsi per un colloquio privato. Dalle 16.30 in poi per ciascuno dei tre giorni ci sarà un intervento pensato per studenti e ospiti, una specie di commencement speech, i discorsi che negli Stati Uniti personaggi importanti tengono di fronte ai neolaureati (il più famoso è Questa è l’acqua dello scrittore David Foster Wallace, pronunciato il 21 maggio del 2005 al Kenyon College). A parlare saranno Savina Neirotti, ideatrice e direttrice del TorinoFilmLab e una dei membri della squadra della didattica della Scuola Holden, Mauro Berruto, ex CT della nazionale maschile di pallavolo e amministratore delegato della Holden, e infine lo scrittore Alessandro Baricco, che ha fondato la scuola nel 1994.