Guida alle elezioni di Ravenna
Il centrosinistra governa dagli anni Settanta ma quest'anno le cose sono più incerte e ci si aspetta un ballottaggio: le cose da sapere
Tra i comuni che il prossimo 5 giugno voteranno per rinnovare il sindaco e il consiglio comunale c’è Ravenna. L’attuale sindaco, Fabrizio Matteucci del PD, ha già ottenuto due mandati, nel 2006 e nel 2011, entrambi vinti al primo turno, e quindi non potrà cercare un terzo mandato.
I candidati
I candidati sindaco sono cinque. Il centrosinistra ha deciso di sostenere Michele De Pascale, 31 anni, originario di Cesena, assessore al Turismo dal 2011 e segretario provinciale del Partito Democratico. Oltre alla lista del PD, Michele De Pascale è sostenuto da altre sei liste, comprese quelle dell’Italia dei Valori e del Partito Repubblicano Italiano. Il centrodestra a Ravenna è unito e appoggia Massimiliano Alberghini, 50 anni, commercialista, candidato sindaco di Lista per Ravenna, Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Ci sono poi Maurizio Bucci, 53 anni, imprenditore nel settore del turismo, consigliere comunale del gruppo misto dopo essere uscito da Forza Italia, sostenuto dalla lista “La Pigna”; Raffaella Sutter, 61 anni, sociologa, ex dirigente comunale che si presenta per “Ravenna in Comune” che riunisce diversi movimenti e partiti di sinistra come Possibile, SEL, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Altra Europa Con Tsipras, PSI e Radicali. Il Movimento 5 Stelle non presenta un proprio candidato; Michela Guerra, 43 anni, avvocata, è iscritta al Movimento ma si è candidata con la lista civica “Cambierà”.
A differenza che in altre città, nelle ultime settimane non sono circolati su Ravenna dei sondaggi ufficiali in vista delle amministrative: sui giornali locali (che hanno probabilmente avuto accesso ai sondaggi interni commissionati dai partiti) si dice che probabilmente nessuno dei candidati vincerà al primo turno e che si andrà al ballottaggio, cosa che in città non accade dal 1993. Ravenna è governata da una giunta di sinistra o di centrosinistra dagli anni Settanta.
Di cosa si parla
Al centro della campagna elettorale ci sono principalmente due questioni che hanno occupato il dibattito negli ultimi mesi: quella dell’autorità portuale di Ravenna e quella dei rifiuti. Lo scorso marzo il sindaco e il vicesindaco di Ravenna avevano diffuso un comunicato stampa in cui annunciavano (nonostante la competenza fosse ministeriale) la nomina di un commissario per l’autorità portuale: il contrammiraglio Giuseppe Meli, già comandante della locale capitaneria di porto. Lo stesso giorno scadeva il primo mandato di Galliano Di Marco alla presidenza dell’ente, indicato da diversi giornali come figura autonoma e indipendente. La nomina di un commissario è stata molto contestata da alcuni candidati (Raffaella Sutter, per esempio) ma anche da alcuni esponenti del gruppo misto in consiglio comunale, perché non ne sono state chiarite le motivazioni. È circolata anche l’ipotesi che la scelta del commissariamento sia temporanea e collegata all’esito delle elezioni amministrative.
L’amministrazione uscente – e di conseguenza l’attuale candidato sindaco del PD, che ne fa parte – è stata criticata anche per la questione dei rifiuti, della loro raccolta e del loro smaltimento. Nelle ultime settimane i giornali hanno parlato di “un’emergenza rifiuti” in città, di cassonetti costantemente pieni di immondizia e non svuotati con regolarità. A promuovere la gara d’appalto per la gestione dei rifiuti è Hera SpA, società a capitale misto pubblico-privato che gestisce l’erogazione di diversi servizi pubblici in Emilia-Romagna, di cui anche il comune di Ravenna è socio con una partecipazione. Lo scorso 24 febbraio scorso Hera aveva sottoscritto un accordo con l’azienda vincitrice della gara di appalto. Secondo i critici la gara è stata fatta “al ribasso” – cioè badando solo ai costi e non alla qualità del servizio – e senza i necessari controlli; due giorni fa Hera ha riassegnato la gestione dei rifiuti alla precedente società, Ciclat.
Il candidato sostenuto dal centrodestra, Massimiliano Alberghini, e alcune persone candidate nelle sue liste hanno fatto molto parlare di sé per una serie di dichiarazioni controverse: Francesco Patrizi, ex attivista del Movimento 5 Stelle e ora candidato in una lista civica che sostiene Alberghini, ha detto che se sarà eletto consigliere comunale proporrà «l’istituzione di un fondo a favore dei cittadini italiani per l’acquisto di un’arma ai fini della legittima difesa».
Dopo gli attentati di Bruxelles, Alberghini ha anche proposto di chiudere la moschea di Ravenna, una delle più grandi d’Italia, per ragioni di sicurezza (promessa che peraltro non potrebbe mantenere: non rientra nei poteri di un sindaco chiudere un luogo di culto costruito su terreno privato con denaro privato). Alberghini ha detto anche di voler superare il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) eliminando le convenzioni (il ministero dell’Interno emana periodicamente un bando per l’assegnazione dei posti, gli enti locali interessati – con le organizzazioni del terzo settore selezionate a livello locale – partecipano al bando e i progetti vengono approvati se “idonei” in base a una serie di parametri piuttosto rigidi. In pratica, enti locali e associazioni mettono a disposizione dei posti letto e lo Stato sceglie di quali usufruire attraverso un bando, che tiene conto dei costi e di altri criteri).
Raffaella Sutter insiste molto sulla trasparenza, sulla partecipazione, sulla legalità e sulla cultura. Uno dei suoi slogan è “Con la cultura si mangia”. Ravenna si era candidata a diventare capitale europea della cultura nel 2019, ma ha perso arrivando seconda. Sutter critica la giunta uscente per non aver gestito bene la candidatura. Per Sutter «con la cultura si mangia perché con l’Università a Ravenna si può mangiare e attrarre cervelli, non solo farli fuggire. Con la cultura si mangia perché la cultura non è solo un passatempo e un hobby ma può e deve essere una professione, che dà lavoro a molte persone, soprattutto a molti giovani e noi vogliamo incentivare una maggiore professionalizzazione in questo ambito. Con la cultura si mangia perché il mix arte, cultura, turismo è fondamentale per il futuro di Ravenna».
Uno dei temi principali – nonché quello su cui ha più esperienza – Michele De Pascale, candidato del PD, è il turismo: parla dell’intenzione di portare avanti una «grande politica di rilancio delle strutture ricettive», con controlli sulla qualità e lotta alla concorrenza sleale. Ha detto inoltre che vorrà fare «in modo che un privato che voglia riconvertire un grande palazzo in una struttura ricettiva abbia una corsia preferenziale». Ha detto di avere fatto un sogno, poi: «Ho immaginato un grande hotel, che si integri con la bellezza della città e trasferisca valore al cuore culturale della nostra Ravenna. Per un secolo, dall’800 al ‘900, il Palazzo della Provincia è stato l’Hotel Byron di Ravenna, il più grande e prestigioso albergo della città. È così che ho immaginato nel futuro lo splendido palazzo della Provincia, pensando a quando, chiuse le Province, l’edificio verrà svuotato dagli uffici».