Nibali può ancora vincere il Giro d’Italia?
È difficile – ha quasi tre minuti di ritardo – ma di sicuro ci proverà, attaccando nelle prossime tappe di montagna
Con la cronoscalata dell’Alpe di Siusi, in Trentino Alto Adige, domenica 23 maggio si è conclusa la seconda settimana del Giro d’Italia, La cronoscalata è come una normale tappa a cronometro, solo che si corre in salita e si generano quindi distacchi più consistenti. Domenica ha vinto piuttosto a sorpresa il russo Alexander Foliforov, che però ha più di un’ora e mezzo di ritardo dal corridore che è primo in classifica generale, l’olandese Steven Kruijswijk, che invece è arrivato secondo con pochi centesimi di distacco. La vera notizia è però che Vincenzo Nibali – il principale favorito per la vittoria del Giro d’Italia e uno dei favoriti per la vittoria della cronoscalata – è arrivato con più di due minuti di ritardo da Kruijswijk e ora è in una posizione piuttosto difficile per la vittoria finale.
Esistono giornate belle e giornate nere. Oggi una di quelle! Il sorriso resta sempre! Sono umano e non me ne vergogno. #NeverGiveUp
— Vincenzo Nibali (@vincenzonibali) May 22, 2016
Il Giro d’Italia dura tre settimane e oggi i corridori hanno un giorno di riposo. Nibali, che ora in classifica generale è terzo a quasi tre minuti da Kruijswijk, ha quindi ancora qualche tappa per provare a recuperare. La terza settimana del Giro d’Italia è di solito quella decisiva: quasi sempre ci sono tappe sulle Alpi – e quindi salite impegnative e discese problematiche – e di solito viene fuori la stanchezza, dopo che in 15 giorni i corridori hanno percorso più di 2mila chilometri, a una media superiore ai 40 chilometri all’ora. Può capitare che chi è andato benissimo per due settimane abbia un giorno di crisi e possa anche perdere diversi minuti in una sola salita.
Le tappe che restano
Ne restano sei: l’ultima, che si corre domenica, è quella che di solito viene chiamata una passerella (si corre per la vittoria di tappa ma non ci sono mai stravolgimenti della classifica generale). Altre due tappe – mercoledì e giovedì – non sono proprio pianeggianti ma è improbabile che Nibali attacchi: le salite sono lontane dall’arrivo oppure non particolarmente difficili. Le tappe giuste per provare una rimonta sono quelle di martedì – con arrivo in salita ad Andalo – e ancora di più quelle di venerdì e sabato, quando ci saranno la Pinerolo-Risoul e la Guillestre-Sant’Anna di Vinadio. In quei due giorni ci saranno cinque Gran Premi della Montagna di prima categoria (le salite più difficili), in quattro delle quali i corridori supereranno i 2mila metri d’altitudine: tanti chilometri in salita, freddo e tanti chilometri in discesa, prima di risalire per una nuova montagna.
Cosa può fare Nibali?
Attaccare. Magari già martedì. Di sicuro venerdì o sabato. Nibali è uno dei migliori scalatori del Giro d’Italia ed è forse il migliore discesista tra tutti i ciclisti in attività: è spericolato quanto serve, ha un ottimo controllo della bicicletta ed è bravissimo nel capire e disegnare le traiettorie delle curve. Per recuperare i quasi tre minuti di svantaggio da Kruijswijk – e i 50 secondi di ritardo che ha dal colombiano Esteban Chaves, che è secondo – Nibali dovrà attaccare, in salita e in discesa, meglio ancora se a molti chilometri dal traguardo, così da avere molti chilometri per provare a recuperare minuti su Kruijswijk.
Cosa non va in Nibali?
Nel 2013 Nibali vinse il Giro, nel 2014 vinse il Tour e per due anni dimostrò di essere uno dei più forti ciclisti al mondo. Nel 2015 le cose sono andate invece prima malino – arrivò quarto al Tour – e poi malissimo: fu squalificato alla seconda tappa della Vuelta perché si fece trainare per alcuni metri da un’auto, per recuperare terreno dopo una caduta (cosa per cui poi si scusò). Anche nel 2016 Nibali non è andato benissimo e, in sintesi, ha mostrato molta voglia di provarci ma in genere una forma fisica lontana da quella del 2014. Qualcuno ha iniziato a scrivere che Nibali – che ha 31 anni – è ormai nella fase discendente della sua carriera, per qualcun altro si è un po’ rilassato dopo la vittoria del Tour, il massimo risultato possibile per un ciclista di corse a tappe. In generale il ciclismo è uno sport estremamente faticoso, e restare al meglio per anni è difficile: capitano stagioni peggiori, giri a vuoto, momenti in cui la forma non è al massimo. In più Nibali è anche stato piuttosto sfortunato: parte del suo ritardo nella cronoscalata è dovuto alla caduta della catena (sì, succede anche ai professionisti) che l’ha obbligato a fermarsi, cambiare bici e ripartire (in salita).
Gli aiutanti di Nibali
Nibali non è l’unico che vuole ancora provare a vincere il Giro: ci potrebbe provare Chaves – che sta andando molto bene in salita – e ci proverà anche lo spagnolo Alejandro Valverde che è quarto, con un ritardo di tre minuti e 29 secondi. Chaves è piuttosto giovane e finora il suo miglior risultato è stato un quinto posto nella classifica generale della Vuelta di Spagna del 2015: un secondo posto sarebbe un ottimo risultato per lui, è possibile che si accontenterà di difenderlo. Il discorso è diverso per Valverde, che ha 36 anni, ha già vinto una Vuelta ed è arrivato terzo al Tour de France nel 2015. È probabile che si giocherà il tutto-per-tutto, puntando alla maglia rosa anche a rischio di esagerare, fare troppa fatica e perdere posizioni in classifica generale. Valverde è anche considerato uno dei corridori tatticamente più intelligenti, capace di capire cosa fare e quando.
Nibali e Valverde
Lo stesso discorso vale per Nibali, che in carriera ha già vinto un Giro, una Vuelta e un Tour de France. Un terzo posto sarebbe poca roba, soprattutto pensando che a inizio Giro era il favorito. È possibile che anche lui rischierà il più possibile per vincere. In sintesi: meglio puntare al primo posto e magari fallire e arrivare ottavo in classifica generale, che star lì senza provarci e arrivare terzo. Dalla sua Nibali ha due cose: una squadra molto forte e molti precedenti in cui ha dimostrato di essere uno capace di inventarsi fughe e attacchi molto arditi. Nelle prossime tappe è possibile che le forti squadre di Nibali e Valverde – la Astana e la Movistar – cercheranno di rendere la corsa difficile, di isolare Kruijswijk e di attaccarlo quando lui sarà solo, senza compagni che lo possano aiutare (a cambiare una bicicletta a cui salta la catena, a prendere una borraccia o un panino, a tirare per lui quando dovesse servire). Certo, poi Nibali e Valverde dovrebbero avere le gambe per andare più forte di Kruijswijk, cosa che fin qui non è successa.
Nibali e, dietro di lui, Valverde (LUK BENIES/AFP/Getty Images)
Steven Kruijswijk
Gran parte di quello che succederà dipende ovviamente da Kruijswijk, che ha 28 anni, e finora ha vinto una tappa al Giro di Svizzera e la classifica generale dell’Arctic Race of Norway che, per motivi orografici, è molto meno difficile del Giro d’Italia. L’anno scorso Kruijswijk è arrivato 21esimo in classifica generale del Tour. Partecipa al Giro dal 2010, quando arrivò 18esimo. Nel 2011 arrivò ottavo e nel 2015 arrivò settimo, con quasi 11 minuti di ritardo dal vincitore della maglia rosa, lo spagnolo Alberto Contador. Va però detto che otto di quei minuti Kruijswijk li perse nella quarta tappa, quando il gruppo si divise in due e lui restò nella metà sbagliata, più indietro. Sulla sua vittoria al Giro avrebbero scommesso in pochi, ma in questo momento è il favorito.
Steven Kruijswijk, il 22 maggio (LUK BENIES/AFP/Getty Images)