Ancora non si trovano le scatole nere dell’aereo Egyptair
Oggi per cercarle è stato utilizzato un robot sottomarino; ieri si è scoperto che prima dello schianto c'era del fumo nell'aereo
Aggiornamento di domenica 22 maggio: È ancora in corso la ricerca delle scatole nere dell’aereo Egyptair precipitato nelle prime ore di giovedì 19 nel Mediterraneo orientale con 66 persone a bordo. Il governo egiziano ha detto di avere iniziato a cercare le scatole nere, che serviranno per farsi un’idea dei motivi che hanno causato l’incidente, con un robot sottomarino. Il Guardian spiega che la ricerca delle scatole nere è particolarmente difficile perché il tratto di mare in cui è precipitato l’aereo è profondo circa duemila metri. Intanto nella sua prima dichiarazione pubblica sull’incidente, il presidente egiziano al Sisi ha detto che l’Egitto si sta impegnando molto per trovare le scatole nere e che per ora il governo egiziano non ha «particolari teorie» su cosa sia successo.
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Nella mattinata di sabato l’esercito egiziano, che conduce le operazioni di ricerca del volo EgyptAir MS804, scomparso giovedì, ha diffuso le immagini dei primi rottami dell’aereo ritrovati nelle acque del Mediterraneo orientale. Si tratta di giubbetti salvagente, pezzi di bagagli e altri oggetti con il marchio EgyptAir. La voce secondo cui alcune apparecchiature hanno intercettato dei segnali provenienti dalla scatola nera dell’aereo, riportata da diversi media italiani, è stata smentita da una fonte anonima del ministero dei Trasporti egiziano.
La commissione di indagine francese che si occupa del disastro ha invece confermato che il computer di bordo ha registrato la presenza di fumo in una delle toilette di bordo e in un vano che contiene importanti apparecchiature elettroniche pochi minuti prima che l’aereo cominciasse la sua brusca discesa. La notizia era stata data inizialmente dalla rivista Aviation Herald.
L’aereo è precipitato nelle prime ore di giovedì 19 maggio con 66 persone a bordo. Venerdì sono stati avvistati diversi rottami dell’aereo, ma la scatola nera non è ancora stata recuperata quindi gli investigatori non sanno cosa sia accaduto esattamente all’aereo. La presenza di fumo nella toilette permette di propendere verso alcune ipotesi e di escluderne altre.
La sequenza di problemi mostrata dal segnale partito dall’aereo comincia con un avviso di surriscaldamento di uno dei finestrini della cabina di pilotaggio. Pochi secondi dopo compare l’avviso di fumo all’interno di uno dei bagni – probabilmente quello subito dietro la cabina di pilotaggio. Il fumo a quel punto arriva in un punto molto delicato dell’areo, la zona sotto la cabina di pilotaggio dove si trova gran parte del materiale elettrico. A quel punto un secondo finestrino della cabina da segni di surriscaldamento e infine arriva l’avviso di collasso di tutti i sistemi di bordo.
La presenza di fumo nella toilette sembra escludere la possibilità che l’aereo si stato volontariamente condotto verso il mare da parte del pilota o del copilota, come era accaduto l’anno scorso con il volo Germanwings – un tipo di condotta che è stato resto più semplice dall’installazione di porte blindate tra l’area passeggeri e la cabina del pilota. Un’altra possibilità che sembra esclusa dal rilevamento di fumo nella toilette è quella del missile. Come ha dimostrato il caso del volo MH17, abbattuto sopra l’Ucraina da un missile sparato probabilmente dai ribelli filo-russi, i voli civili sono effettivamente vulnerabili alle moderne armi antiaeree a lunga gittata, ma la presenza del fumo fa pensare a un tipo di incidente diverso.
È la prima ipotesi di cui si è parlato, soprattutto perché l’A320 è ritenuto uno degli aerei più sicuri, con una lunga storia alle spalle e pochissimi incidenti. Lo scorso 31 ottobre, un aereo della compagnia aerea russa Metrojet è stato distrutto da una bomba, probabilmente caricata a bordo da due addetti alla manutenzione dell’aereo. Il giorno dopo l’abbattimento, l’ISIS ha rivendicato l’attacco. Il fumo segnalato nella toilette potrebbe essere stato causato dall’esplosione di una bomba artigianale. In passato l’ISIS ha spesso rivendicato i suoi attacchi con diverse ore di ritardo. Nel caso del volo Metrojet, la rivendicazione è arrivata il giorno successivo all’attacco.
Il volo MS804 è partito dall’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, dove i controlli sono molto più severi che in quello di Sharm el Sheik, da dove era partito il volo Metrojet, ma gli esperti concordano sul fatto che lo staff che lavora negli aeroporti è potenzialmente una minaccia tanto in Europa quanto in Africa. Secondo alcuni, questa ipotesi spiegherebbe anche le ultime manovre dell’aereo, che ha compiuto una brusca svolta di 90 gradi e poi ha effettuato un giro completo su sé stesso prima di sparire dai radar, una manovra che potrebbe essere dettata dal tentativo dei due piloti di riprendere il controllo di un aereo danneggiato.
In passato è accaduto che i piloti abbiano compiuto gravi errori in seguito a fallimenti del sistema elettrico che li hanno portati a leggere informazioni errate su velocità e altitudine. Tony Cable, un esperto di incidenti che ha lavorato con gli A320, ha detto al Guardian: «Quando si verificano problemi elettrici, il cabina di pilotaggio diventa un caos di allarmi e messaggi e può diventare difficile capire cosa sta succedendo. È possibile spingere un interruttore e resettare i controlli, ma in alcuni casi gli equipaggi hanno dimenticato di eseguire questo passaggio e sono arrivati molto vicini alla catastrofe».