Il Ruanda vuole diventare la Svizzera dell’Africa
O almeno qualcosa del genere: l'economia cresce, sta diventando una meta turistica e soprattutto sede di incontri internazionali di alto livello
di Michael Cohen e Saul Butera - Bloomberg
A più di vent’anni da un genocidio in cui sono morte 800mila persone, il Ruanda sta facendo un altro passo per diventare la cosa più simile alla Svizzera che c’è in Africa. L’economia in Ruanda – che è una piccola nazione montuosa e senza sbocchi sul mare dell’Africa centro-orientale – va meglio di quelle di quasi tutti gli altri paesi africani, e dal 2000 cresce in media del 7,8 per cento annuo; dall’11 al 13 maggio la capitale ruandese Kigali ha ospitato l’incontro annuale del World Economic Forum in Africa, esattamente come fa la Svizzera ogni anno a Davos.
«Per molti paesi africani è diventato importante coltivare un ambiente economico in grado di attrarre attenzioni e investimenti, in un periodo in cui le entrate derivanti dalle materie prime e gli aiuti internazionali sono diminuiti», ha detto Mark Bohlund, economista che si occupa dell’Africa di Bloomberg Intelligence a Londra. «Il Ruanda è stato d’esempio nel tagliare la burocrazia, fornire incentivi fiscali e migliorare la sua amministrazione, e questo ha contribuito a superare svantaggi come la sua piccola dimensione, la mancanza di porti e le poche risorse naturali del paese».
Il parallelo tra il Ruanda e la Svizzera – alimentato da una classifica della Banca Mondiale secondo cui il Ruanda è il paese dell’Africa continentale dove è più semplice fare impresa – non si estende alla reputazione del paese nel sostenere la democrazia. Il governo ruandese è accusato di reprimere l’opposizione da diversi gruppi per la tutela dei diritti civili, che hanno anche criticato la modifica alla Costituzione che permetterà al presidente del Ruanda Paul Kagame – che è in carica dal 2000 e attribuisce a se stesso il merito del successo economico del paese – di candidarsi a un terzo mandato.
Il turismo in Ruanda
L’amministrazione di Kagame ha fatto del turismo la principale fonte di valuta straniera del Ruanda, ospitando eventi come il World Economic Forum e, nel 2014, l’incontro annuale dell’African Development Bank, e attirando i turisti che vogliono vedere gorilla in via d’estinzione e scalare i vulcani del paese. Il governo ha anche spinto la produzione e il settore manifatturiero migliorando le strade e le forniture elettriche. Le esperienze positive del Ruanda sono state tra gli argomenti principali dell’incontro del World Economic Forum, che si è concentrato sui metodi che i paesi africani possono adottare per sfruttare la tecnologia e le conoscenze con l’obiettivo di promuovere la crescita economica.
Gli investimenti di capitali esteri in Ruanda dal 1995 al 2014
«Il calo notevole del prezzo dell’energia e delle materie prime ha evidenziato l’urgente bisogno di maggiore diversificazione e di più imprese in Africa», ha detto Elsie Kanza, responsabile dell’Africa del World Economic Forum. Il Ruanda è «un buon esempio di come una pianificazione sul lungo periodo e investimenti intelligenti possano portare a una crescita sostenibile e inclusiva».
Il 58enne Kagame – che nel 1994 guidò l’esercito dei ribelli che mise fine alle stragi durate circa 100 giorni contro la minoranza dei Tutsi e i moderati di etnia Hutu – ha ricevuto l’autorizzazione a candidarsi per la rielezione l’anno prossimo grazie a un referendum con cui oltre il 98 per cento dei votanti ha approvato un emendamento alla costituzione, per estendere i limiti del mandato presidenziale. Secondo il rapporto globale del 2016 deIl’ONG Human Rights Watch, in Ruanda i partiti d’opposizione non hanno spazio per agire liberamente, mentre il governo impone severe restrizioni alla libertà di parola; nei media nazionali domina il suo punto di vista. Human Rights Watch ha detto di continuare a ricevere informazioni e testimonianze su cittadini ruandesi trattenuti illegalmente in custodia militare e in altri centri di detenzione non ufficiali.
La crescita del Ruanda
La determinazione del governo a mantenere la sicurezza, insieme alle sue politiche fiscali e monetarie, dovrebbe continuare a dare slancio alla crescita e a nuovi investimenti, ha detto Maurice Toriotich, CEO della divisione ruandese della Kenya Commercial Bank. Il consiglio per lo sviluppo del Ruanda il mese scorso ha detto che quest’anno gli investimenti esteri nel paese cresceranno probabilmente del 36 per cento, raggiungendo 1,5 miliardi di dollari.
«Il governo ha una struttura efficace che si occupa di pubbliche relazioni», ha detto Toriotich da Kigali, la capitale del Ruanda, «i ritorni sugli investimenti continuano ad attrarre gli imprenditori». Con la ripresa economica globale che si sta rivelando più lenta del previsto, e il rallentamento economico in Cina che limita la crescita delle economie basate sulle materie prime, per sostenere la sua crescita il Ruanda ha deciso di concentrarsi sulla promozione del paese come meta per le conferenze, ha detto il ministro delle Finanze ruandese Claver Gatete martedì 10 maggio. «Quando ci sono conferenze come questa, ci aspettiamo di concludere accordi in settori importanti come quello energetico, scientifico e tecnologico», ha raccontato Gatete. Martedì 10 maggio uno di questi accordi è stato annunciato prima dell’inizio dell’incontro del World Economic Forum: il Ruanda ha firmato un accordo finanziario con l’Unione Europea dal valore di 177 milioni di euro per sostenere l’erogazione di elettricità nel paese nei prossimi cinque anni, secondo quanto riportato da una dichiarazione sul sito del ministero delle Finanze ruandese. Michael Ryanch, il rappresentante dell’UE che si trovava in Ruanda per l’accordo, ha detto che si aspetta di concludere accordi simili in altri settori, come l’agricoltura.
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