La terza volta della Polonia
Guida alla nazionale polacca di calcio, che andrà agli Europei con una buona squadra e uno dei migliori attaccanti al mondo
Quest’estate in Francia la nazionale di calcio polacca parteciperà al terzo campionato europeo della sua storia, che sarà anche il terzo consecutivo a cui partecipa. Prima di ottenere la sua prima qualificazione, nel 2008, la Polonia aveva partecipato a ben sette fasi finali dei Mondiali, ottenendo tra l’altro degli ottimi piazzamenti: il terzo posto nel 1974 e nel 1982. Ora la squadra non si qualifica ai Mondiali da dieci anni ma ha partecipato a quelli del 2002 e del 2006, e la terza qualificazione consecutiva alla fase finale di un Europeo può essere considerata come la conseguenza del processo di “normalizzazione” del paese, oggi molto più ricco di quanto non lo era nei primi anni Novanta, dopo la fine dell’Unione Sovietica. Le condizioni via via sempre migliori del paese hanno permesso più investimenti nello sport e quindi anche nel calcio. Ad aiutare notevolmente lo sviluppo del calcio polacco, inoltre, è stata l’assegnazione degli Europei del 2012: un po’ quello che è successo all’Austria, che tra l’altro è la nazionale più simile, per composizione e previsioni, alla Polonia.
Dal 2011 a oggi sono stati costruiti e ristrutturati più di venti stadi in tutto il paese. Tre quarti delle squadre che giocano in Ekstraklasa, la prima divisione, stanno giocando in stadi che cinque anni fa non esistevano o erano completamente diversi da oggi. Assieme agli stadi sono stati anche migliorati i centri di allenamento dei club e le strutture federali. Il simbolo della situazione calcistica del paese è lo Stadio Nazionale di Varsavia, il più grande impianto polacco. Lo Stadio Nazionale è stato costruito per ospitare le partite più importanti di Euro 2012, ha quasi 60mila posti a sedere ed è considerato uno degli stadi più belli d’Europa. Agli Europei ospitò diverse partite, tra cui la semifinale tra Italia e Germania. Da allora l’impianto ha ospitato di tutto: mondiali di pallavolo, gare di windsurf e corse automobilistiche. L’anno scorso si è giocata la finale di Europa League e la Polonia ci gioca le sue partite più importanti.
C’è ancora molto da migliorare, però. Il livello delle squadre di club è fra i più bassi d’Europa: l’ultima squadra polacca che ha partecipato alla fase a gironi di Champions League è stata il Legia Varsavia nella stagione 1995/1996, e in Europa League il miglior risultato sono stati i sedicesimi di finale, raggiunti sempre dal Legia, la squadra più forte del paese, lo scorso anno. Inoltre, nonostante i suoi 40 milioni di abitanti, la Polonia non ha ancora un settore giovanile efficiente, come invece hanno molte altre nazioni dell’est Europa più piccole e meno ricche.
Dal 2012 il presidente della federazione calcistica polacca è l’ex giocatore di Juventus e Roma Zbigniew Boniek, che dal 1999 al 2002 ricoprì anche la carica di vicepresidente. Pochi mesi fa, prima della partita di Europa League tra Lech Poznan e Fiorentina, Boniek venne molto criticato nel resto d’Europa per la scelta della sua federazione di non convocare giocatori naturalizzati, come invece la stessa nazionale polacca aveva fatto per molto tempo dagli anni Novanta fino a poche stagioni fa. In effetti, da un paio di anni, la Polonia convoca solo giocatori nati in Polonia o da genitori polacchi, eccezion fatta per Thiago Cionek, difensore del Palermo nato in Brasile.
Portieri Artur Boruc (Bournemouth), Łukasz Fabiański (Swansea), Wojciech Szczęsny (Roma), Przemysław Tytoń (Stoccarda)
Difensori Thiago Cionek (Palermo), Paweł Dawidowicz (Benfica), Kamil Glik (Torino), Artur Jędrzejczyk (Legia Varsavia), Michał Pazdan (Legia Varsavia), Łukasz Piszczek (Borussia Dortmund), Maciej Rybus (Terek Grozny), Bartosz Salamon (Cagliari), Jakub Wawrzyniak (Lechia Danzica)
Centrocampisti Jakub Błaszczykowski (Fiorentina), Kamil Grosicki (Rennes), Tomasz Jodłowiec (Legia Varsavia), Bartosz Kapustka (Cracovia), Grzegorz Krychowiak (Siviglia), Karol Linetty (Lech Poznań), Krzysztof Mączyński (Wisła Cracovia), Sławomir Peszko (Lechia Danzica), Filip Starzyński (Zagłębie Lubin),
Paweł Wszołek (Hellas Verona), Piotr Zieliński (Empoli)Attaccanti Robert Lewandowski (Bayern Monaco), Arkadiusz Milik (Ajax), Artur Sobiech (Hannover), Mariusz Stępiński (Ruch Chorzów)
Nelle qualificazioni agli Europei di Francia, iniziate nel 2014, la Polonia era capitata in uno dei gironi più difficili, insieme a Germania, Irlanda, Scozia, Georgia e Gibilterra. Era riuscita comunque a partire benissimo, vincendo facilmente la prima partita contro Gibilterra e la seconda contro i campioni del mondo in carica della Germania. Quella vittoria, arrivata in un momento di “pausa” della nazionale tedesca, ha significato moltissimo sia per i tifosi, per cui le partite contro la Germania (contro cui non vinceva da 19 incontri) sono in qualche modo paragonabili per rivalità a quelle contro la Russia, sia per la squadra, che dopo il 2 a 0 di Varsavia si era convinta di poter raggiungere la qualificazione in breve tempo, cosa che effettivamente è successa. Poi sono arrivate solo vittorie e pareggi, fino alla partita di ritorno contro la Germania, che si è presa subito la rivincita vincendo con un netto 3 a 1.
La Polonia ha quindi chiuso il girone al secondo posto, con un punto in meno della Germania ma anche con una sconfitta in meno. La nazionale è stata trascinata dai gol dei suoi attaccanti: Robert Lewandowski, capocannoniere del girone con 13 gol – 4 in più del tedesco Thomas Muller – e Arkadiusz Milik, quarto con 6 reti.
Il gol segnato da Lewandowski nella sconfitta contro la Germania
Inserita in terza fascia per il sorteggio dei gironi della fase finale, la Polonia ha pescato ancora la Germania, e poi l’Ucraina e l’Irlanda del Nord. Non è un girone semplice: l’Irlanda del Nord come squadra della quarta fascia non è così debole, e l’Ucraina, anche se si è qualificata solo agli spareggi, è più o meno allo stesso livello. La Polonia tuttavia, è la favorita per il secondo posto.
Il miglior reparto della Polonia è l’attacco, i cui due titolari sono molto simili tra di loro. Lewandowski è uno dei migliori attaccanti al mondo. Viene dalla sua migliore stagione in carriera, con 42 gol segnati in 52 partite, ma ne segna a valanghe da almeno quattro anni: 25 un anno fa, 28, 36 e 30 nei tre anni precedenti, quando ancora giocava nel Borussia Dortmund. Lewandowski ha un fisico impressionante — è alto 1 metro e 84, pesa 79 chili — ma risulta lo stesso un giocatore veloce e molto bravo tecnicamente. Potrebbe stare benissimo anche da solo, in attacco, ma nelle squadre nazionali spesso gli allenatori decidono di non lasciare fuori i migliori giocatori, e quindi Lewandowski giocherà insieme a Arkadiusz Milik, attaccante dell’Ajax.
Fisicamente Milik è quasi identico a Lewandowski, solo con meno massa muscolare. Gioca in Olanda dal 2014: ha segnato 24 gol in 42 partite quest’anno, 23 in 34 partite l’anno scorso. Per le difese avversarie entrambi sono pericolosi sia dentro l’area che fuori, ma Milik, per non risultare troppo ingombrante nel 4-4-2, solitamente resta leggermente più indietro di Lewandowski.
Assist di Milik, gol di Lewandowski
Oltre a Milik e Lewandowski, in attacco la Polonia non ha molta scelta: le riserve Stępiński e Sobiech sono due giocatori modesti. In caso di infortuni, uno dei due titolari rimasti diventerebbe l’unica punta. Le due fasce sono coperte da Błaszczykowski e Grosicki, due ottimi giocatori che però in questa stagione non hanno giocato spesso da titolari. In mezzo al campo l’unico posto sicuro è quello di Krychowiak, centrocampista interditore che da due anni è uno dei punti di forza del Siviglia tricampione di Europa League. Il posto vacante potrebbe essere preso da Piotr Zielinski, centrocampista dell’Empoli che il prossimo anno dovrebbe giocare con il Liverpool, o da Tomasz Jodłowiec del Legia Varsavia. Krychowiak può essere adeguatamente sostituito da Karol Linetty, uno dei giovani polacchi più promettenti in circolazione.
Il terzino destro sarà Łukasz Piszczek del Borussia Dortmund, affiancato dal centrale del Torino Kamil Glik. Non si sa ancora con certezza chi sarà l’altro centrale titolare: uno fra Thiago Cionek, Michał Pazdan e Bartosz Salamon.
Se si divide la probabile formazione titolare della Polonia in due, si ha da una parte una squadra che potrebbe tranquillamente giocarsi gli Europei fino ai quarti di finale, e dall’altra una squadra piena di incognite. Un altro possibile problema che la Polonia dovrà affrontare è la qualità delle riserve, che al momento non sembrano all’altezza dei titolari. A centrocampo Wszołek dell’Hellas Verona si è rotto una mano in allenamento ed è stato già sostituito: quest’anno aveva giocato poco nella prima parte della stagione ma era comunque una delle alternative più valide. Tutti gli altri centrocampisti di riserva giocano in Polonia e la stessa cosa vale per i difensori. In porta invece non ci sono problemi: sarà titolare uno tra Fabiański (dello Swansea) e Szczęsny (della Roma, in prestito dall’Arsenal), con quest’ultimo leggermente favorito.
Questa è la quarta guida del Post alle nazionali che parteciperanno agli Europei: qui trovate la pagina con tutte le altre.