E ha 70 anni pure Cher
Storie, foto e video di una che ne ha fatte tantissime, con diverse resurrezioni, non passando mai inosservata
“Cher” è un nome d’arte, e diventare famosa come Cherilyn Sarkisian LaPierre sarebbe stato molto più complicato. Si chiamava così quando naque a El Centro, in California, il 20 maggio del 1946: poi diventò una cantautrice (ha venduto oltre 100 milioni di dischi), un’attrice (ha vinto un Oscar), una produttrice e una presentatrice televisiva, anche. Una di quelle che – nell’abuso di queste espressioni – è diventata davvero un’icona pop e anche un’icona gay. La si ricorda con i capelli neri e lunghi, con la frangetta, con una parrucca rossa, bionda o riccia. E poi per i suoi concerti spettacolari, per l’ombelico scoperto e i vestiti trasparenti, per il trucco pesante e per i suoi travestimenti.
Il padre di Cher si chiamava John Sarkisian ed era un rifugiato armeno che lavorava come camionista, la madre, Jakie Jean Crouch, voleva fare l’attrice: aveva origini cherokee, francesi e inglesi, si risposò diverse volte e Cher fu adottata, con la sorella, da uno dei nuovi mariti della madre, Gilbert LaPierre, prendendone il cognome. Da adolescente lasciò la scuola a causa di una grave forma di dislessia e a 16 anni andò a convivere con il cantante Sonny Bono che, a quel tempo, aveva 27 anni e lavorava per il celebre produttore discografico Phil Spector (si chiamava Salvatore, era nato a Detroit da genitori siciliani). Bono e Cher divennero amici, poi amanti, nel 1964 si sposarono, ebbero una figlia e crearono il duo Sonny & Cher: vendettero circa 40 milioni di dischi, registrano alcune canzoni anche in versione italiana e grazie al singolo “I Got You Babe” (quello della sveglia di “Ricomincio da capo”, tra le altre cose) diventarono famosi in tutto il mondo. Parteciparono come protagonisti a diversi show televisivi e dopo un lungo periodo di litigi e separazioni, nel 1975, divorziarono, tempestosamente. Sonny Bono divenne sindaco di Palm Springs in California e poi fu eletto al Congresso, Cher proseguì la sua carriera come solista e attrice.
Pochi giorni dopo il divorzio da Sonny Bono, Cher si risposò con il musicista rock Gregg Allman (prima aveva avuto una relazione con il discografico David Geffen, dopo, con Gene Simmons dei Kiss), ebbero un figlio e dopo tre anni divorziarono. Nel frattempo Cher aveva inciso la reinterpretazione di “All I Really Want to Do”, canzone di Bob Dylan, poi un secondo disco da cui venne estratto uno dei più grandi successi di quel periodo “Bang Bang (My Baby Shot Me Down)”. Gli album successivi, però, rimasero fuori dalle principali classifiche del tempo e dopo il tentativo (andato male) di fondare una band con il fidanzato del tempo e risultati alterni con la discomusic (lavorando anche con Giorgio Moroder), negli anni Ottanta Cher cominciò a lavorare nel cinema.
Robert Altman la ingaggiò a Broadway in “Come Back To The Five And Dime, Jimmy Dean, Jimmy Dean” e nel 1982 anche per la sua trasposizione cinematografica. L’interpretazione di Cher le fece guadagnare una nomination ai Golden Globe. Recitò anche in “Silkwood” insieme a Meryl Streep e Kurt Russel e per il ruolo di Dolly (la compagna di stanza lesbica di Meryl Streep) fu candidata all’Oscar. Per lo stesso film, vinse un Golden Globe come migliore attrice non protagonista. Nel 1985 Peter Bogdanovich la prese per “Dietro la maschera” con cui Cher ottenne il premio per la migliore interpretazione femmininile al Festival di Cannes e una nomination ai Golden Globe. Poi ci furono i ruoli nelle “Streghe di Eastwick”, “Suspect – Presunto colpevole” e infine in “Stregata dalla luna” con il quale Cher vinse l’Oscar come migliore attrice protagonista.
A 41 anni Cher decise di tornare a cantare e fece un disco, “Heart of Stone”, che divenne al tempo il suo più grande successo, con più di 4,5 milioni di copie vendute nel mondo. Il singolo più famoso fu “If I Could Turn Back Time”. Nel video Cher ha un vestito trasparente che mostra il tatuaggio di una farfalla sul sedere e balla su una nave militare piena di marinai: molti canali televisivi lo censurarono, ma si fece notare. All’inizio degli anni Novanta Cher fece il suo primo tour da solista, lo Heart of Stone Tour. Una data venne girata in un hotel di Mirage, a Las Vegas e trasmessa dalla CBS come speciale televisivo.
Da lì in poi le sue due carriere, di attrice e cantante, convissero. Fece un film molto apprezzato e che si costruì un suo culto, “Sirene”, con Bob Hoskins, Christina Ricci e Wynona Ryder: nella colonna sonora cantava “The Shoop Shoop Song (It’s in His Kiss)”. E poi fece “I protagonisti” e “Prêt-à-Porter” di Robert Altman, e nel 1996 “Tre vite allo specchio” film che parlava di aborto. Nel gennaio del 1998 Sonny Bono morì, a 62 anni. Sonny Bono e Cher erano divorziati da circa 23 anni, ma lei lesse il suo elogio funebre e lo chiamò «Il personaggio più indimenticabile che io abbia mai incontrato».
Qualche mese dopo, nel novembre 1998, pubblicò la canzone “Believe” che entrò al numero uno in decine di paesi diversi – per diversi mesi si sentiva continuamente nelle radio di mezzo mondo – e le fece vincere il suo primo Grammy Award: fu il suo ennesimo a un successo mondiale e a nuove notorietà. Pubblicò la sua autobiografia, “The First Time” e venne chiamata al Super Bowl per interpretare l’inno americano. Intanto al cinema usciva “Un tè con Mussolini” di Franco Zeffirelli, in cui Cher recitava a fianco di Maggie Smith e Judi Dench.
Nel 2010 Cher ha partecipato alle riprese del film musicale “Burlesque” con protagonista Christina Aguilera cantando anche due canzoni per la colonna sonora “Welcome To Burlesque” e “You Haven’t Seen the Last of Me”. Il suo ultimo album – non molto notato – intitolato “Closer to the Truth” è uscito nel settembre 2013.