Perché Pomellato è diverso
Per le linee curve e innovative dei suoi gioielli e le pietre semi-preziose colorate e dai tagli originali, che non fa nessun altro
Pomellato è un’azienda di gioielli fondata a Milano da Pino Rabolini nel 1967: ha avuto successo rapidamente e oggi è molto conosciuta e soprattutto per lo stile ben definito e riconoscibile, fatto di linee curve e pietre colorate e semi-preziose tagliate in forme larghe e inusuali, spesso squadrate. Negli ultimi tre anni ha aperto 20 nuovi negozi e, secondo le stime degli esperti, nel 2015 le vendite sono state tra i 200 e i 220 milioni di euro. La rivista di moda Business of Fashion (BoF) ha pubblicato un lungo ritratto su Pomellato, la sua storia, e la strategia che gli ha permesso di avere successo negli ultimi anni.
Pomellato fu fondata nel periodo in cui si affermavano i diritti delle donne e il prêt-à-porter (cioè gli abiti da portare ogni giorno realizzati non più su misura come nell’alta moda ma prodotti in taglie predefinite) e ha un’impostazione che riflette ancora quello spirito. Nel 1995 all’interno di Pomellato nacque la linea di gioielli più economici Dodo, quella dei ciondoli a forma di animali, che dal 2002 è un marchio autonomo.
Nel 2012 Pomellato ha guadagnato 146 milioni di euro. Dal 2013, quando la maggioranza delle sue azioni fu comprata (insieme a Dodo) dalla holding multinazionale francese Kering – di cui François Pinault è amministratore delegato – Pomellato è passata da 42 punti vendita monomarca a 62, di cui 40 gestiti autonomamente dall’azienda. In totale ci sono più 500 rivenditori autorizzati e nel 2016 verranno aperti nuovi negozi, in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. Pomellato vende in tutto il mondo ma i gioielli sono fabbricati sempre a Milano in modo artigianale e anche il taglio e la rifinitura delle gemme grezze avvengono nell’officina di Pomellato, contrariamente a quanto fanno altre aziende di gioielli che si limitano a montare le pietre.
La nuova boutique di Pomellato in via Montenapoleone, a Milano, disegnata dai designer Emiliano Salci e Britt Moran del Dimore Studio
And here it is, the sparkling new #Pomellato boutique in via #Montenapoleone. Step into the magic! #Pomellato #PlaceToBe Una foto pubblicata da Pomellato (@pomellato) in data:
Nel 2015 Pomellato ha nominato la nuova amministratrice, Sabina Belli, che in precedenza aveva lavorato per L’Oréal, per il gruppo LVMH e per Bulgari. Belli ha detto a BoF che i suoi obiettivi sono far diventare Pomellato una delle prime dieci marche di gioielli con più successo al mondo e raddoppiarne il fatturato. Per il 2016 Belli ha intenzione di lanciare nuove linee di prodotti e rinnovare le collezioni esistenti; intanto a fine del 2015 è stata inaugurata la linea di occhiali Pomellato, creata dalla divisione specializzata del gruppo Kering. Kering possiede anche Gucci, Saint Laurent e Bottega Veneta, tra gli altri, e il marchio di gioielli Boucheron.
Anche se ha negozi in tutto il mondo, Pomellato non è ancora così famosa a livello internazionale. Secondo il direttore creativo Vincenzo Castaldo, è difficile farsi conoscere all’estero perché i gioielli con pietre semi-preziose sono rari e poco apprezzati a discapito di pietre molto più care come i diamanti, che sono acquistati anche come investimento. Le pietre semi-preziose, i prezzi più bassi e il linguaggio innovativo delle pubblicità fanno sì che per Pomellato sia più difficile presentarsi come un’azienda di lusso.
I prezzi dei gioielli di Pomellato variano dai 190 euro di un anello d’argento, a quelli degli anelli Nudo, che sono decorati con pietre semi-preziose e in alcuni casi con diamanti, e vanno dai 1.300 ai 4.340 euro. Il prodotto più caro è una catena in oro rosa con diamanti incastonati che costa 10.600 euro.