L’assurda storia del figlio segreto di Evo Morales
È una specie di telenovela, ma vera: lui dice che è morto, la prozia dice che è vivo, la madre è in carcere
di Benjamin Soloway - Foreign Policy
Del figlio del presidente boliviano Evo Morales, Fidel, si sa che è stato cresciuto in segreto, che potrebbe essere il motivo per cui suo padre non potrà restare in carica per un quarto mandato, che sua madre è in carcere, e che non esiste. O perlomeno così sembra, dal momento che nessuno è stato in grado di confermarne l’esistenza in vita e che anzi diverse prove sembrerebbero indicare il contrario.
Questa storia poco chiara, che i giornalisti hanno definito una specie di telenovela, è iniziata a febbraio, poco prima che si tenesse il referendum per decidere se Morales avrebbe potuto candidarsi a un quarto mandato da presidente della Bolivia. Nel periodo di avvicinamento al voto il giornalista boliviano Carlos Valverde ha raccontato di una relazione avuta da Morales dal 2005 al 2007 con una donna chiamata Gabriela Zapata, che sarebbe poi diventata un’importante dirigente della società ingegneristica cinese CAMC, che aveva ottenuto dal governo boliviano appalti per oltre 530 milioni di euro. Morales – che non era sposato ma aveva già due figli con due donne diverse – aveva confermato la relazione (negando però di aver commesso reati) e aveva ammesso di aver avuto un figlio con Zapata, dicendo che era morto poco dopo la nascita nel 2007, un anno dopo il suo insediamento.
Morales, che deve fare i conti con un’opposizione sempre più forte ed eterogenea, è stato sconfitto al referendum per un soffio, nonostante rimanga molto popolare. Di sicuro la notizia della sua relazione con Zapata non l’ha favorito. A fine febbraio Zapata è stata arrestata nell’ambito di un’indagine sulle presunte pressioni che avrebbe esercitato sul governo. Da quel momento in avanti le cose hanno preso una piega strana, persino per un scandalo presidenziale su sesso e corruzione. Fuori dal carcere di La Paz dove è detenuta Zapata, sua zia, Pilar Guzmán, ha raccontato ai giornalisti che il figlio avuto da Zapata e Morales non era morto, e che anzi stava bene e si chiamava Fidel. Un avvocato ha detto ai giornalisti che il nome era stato ispirato da Fidel Castro. «Il bambino è vivo. L’ho tenuto in braccio quando aveva quattro mesi», ha raccontato Guzmán a una TV locale, come riportato dal Buenos Aires Herald. «Sono andata a Cochabamba [una città in Bolivia centrale] e mi sono presa cura di lui».
In una dichiarazione diffusa il giorno dopo, Morales aveva detto di non essere a conoscenza del fatto che suo figlio fosse vivo. «Se è vivo per me è innanzitutto una grande gioia, una benedizione», aveva detto Morales. «Mi chiedo come mai me lo nascondano dal 2007. Per quale motivo si sono allontanati da me?». Nella stessa dichiarazione Morales aveva anche chiesto di incontrare suo figlio: «Spero che nelle prossime ore lo portino qui. Voglio assumermi le mie responsabilità». Al rifiuto di Zapata, Morales ha ottenuto da un tribunale un’ingiunzione che gli ha permesso di vedere il bambino. Zapata però ha portato a Morales un bambino che non sarebbe «figlio di Gabriela Zapata né di Evo Morales, e tanto meno un figlio avuto dalla coppia», ha raccontato alla BBC Valverde. Zapata ha rifiutato il test del DNA, e questo mese il tribunale ha detto di aver constatato la «non-esistenza fisica del bambino».
La vicenda, però, non è ancora finita: martedì 17 maggio il giornalista Valverde, che aveva raccontato per primo la storia, ha ritrattato le sue precedenti rivelazioni, dicendo che il bambino non è mai esistito e che la famiglia di Zapata avrebbe spacciato un altro bambino come il figlio avuto da Zapata e Morales. Nonostante le nuove rivelazioni e la sentenza del tribunale, Zapata continua a difendere la sua versione dei fatti: il bambino, ha ribadito martedì scorso, esiste.
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