Non ci saranno più serie tv di “CSI”
Il network CBS ha cancellato “CSI: Cyber”, l'ultimo spin off della famosissima serie poliziesca tra le più viste di sempre
Il network televisivo americano CBS ha annunciato di aver cancellato CSI: Cyber, il terzo spin off tratto dalla famosissima serie tv CSI: Scena del crimine. La decisione di CBS, in concreto, vuol dire che non ci saranno più stagioni di CSI e delle sue varie versioni. Molti critici ne hanno parlato come di un momento “storico” nella televisione: CSI va in onda da sedici anni ed è uno dei prodotti televisivi più di successo di sempre. Oltre a essere stato molto popolare negli Stati Uniti, una delle caratteristiche principali di CSI è stato l’enorme successo internazionale: il 4 marzo 2015 l’episodio “Kitty” fu trasmesso contemporaneamente in 171 paesi diversi, entrando nel Guinness dei Primati. CSI è stato trasmesso per anni in Italia su Italia Uno, ma CSI: Cyber è andato in onda su Rai 2.
Di CSI: Cyber sono state fatte due stagioni: la protagonista era Patricia Arquette, famosa attrice americana che ha vinto recentemente l’Oscar per Boyhood. CSI: Cyber era arrivato dopo CSI: Miami e CSI: New York, i due spin off tratti dalla serie originale, CSI: Scena del crimine, conosciuta anche come CSI: Las Vegas. Tutte le versioni di CSI erano incentrate sulle indagini della polizia scientifica: praticamente in ogni episodio era raccontato un caso diverso di omicidio, spesso molto truculento e a sfondo sessuale. Nel corso delle puntate i poliziotti raccoglievano prove, analizzavano campioni di DNA, interrogavano sospettati per poi arrivare alla fine dell’episodio ad arrestare il colpevole. CSI: Cyber era invece incentrato su crimini informatici.
In tutto sono stati prodotti circa 800 episodi di CSI, in tutte le sue forme: la prima puntata andò in onda nel 2000, ma CBS la considerava più che altro un esperimento, e puntava soprattutto su altre serie. Anche i critici furono abbastanza indifferenti, all’inizio. CSI però era diversa dalle altre normali serie poliziesche: invece di raccontare gli arresti, gli interrogatori e gli inseguimenti, fu la prima a mettere al centro le indagini scientifiche.
L’elemento principale della serie, che fu anche la sua fortuna, fu il modo esplicito in cui venivano mostrati crimini efferati: alcune puntate erano di una violenza considerata quasi disturbante. Nel 2003 il Parents Television Council, un’organizzazione americana di genitori, lo definì il prodotto televisivo meno adatto alle famiglie, citando tra le altre cose delle puntate in cui si c’erano episodi di cannibalismo. Anche i veri poliziotti che si occupano di indagini forensi hanno detto più volte come la serie non fosse realistica: non capitano spesso campioni di DNA perfettamente combacianti, per esempio.
The end of an era. After nearly 800 episodes, thank you to everyone who helped bring the CSI franchise to the world for the past 16 years.
— BRUCKHEIMER FILMS/TV (@BRUCKHEIMERJB) May 13, 2016
Ciononostante, o forse proprio per questo, CSI fu un successo incredibile: nel 2006 settanta milioni di persone guardarono almeno un episodio della serie. Per fare un paragone, il Super Bowl di quell’anno ebbe più o meno il doppio degli spettatori: ma è un evento che capita una sola volta all’anno. Il successo di CSI diede origine a un nuovo filone di serie poliziesche più o meno simili, come NCIS: Scena del crimine, sempre di CBS. CSI: Cyber era visto da molte meno persone: in totale negli Stati Uniti era visto da 8,5 milioni di persone, e faceva l’1,5 per cento di share tra gli adulti tra i 18 e i 49 anni. Non erano ascolti molto buoni, ma era prodotto da CBS nei propri studi – e quindi era particolarmente economico – e rendeva molto per le vendite internazionali. CBS non ha spiegato le ragioni della decisione di cancellare la serie, che è stata accolta con un po’ di sorpresa.