Perché “Uncharted 4” è un gran videogioco
Era uno più attesi dell'anno, e sta piacendo tantissimo ai critici: parla di un cacciatore di tesori e le cose più belle succedono quando non si sta giocando
Il 10 maggio è uscito per PlayStation 4 Uncharted 4: la Fine di un ladro, uno dei videogiochi più attesi dell’anno. È il quarto e in teoria ultimo capitolo della serie dedicata alle avventure di Nathan Drake, un archeologo/ladro che cerca tesori antichi in giro per il mondo. In Uncharted 4 bisogna guidare automobili, scalare palazzi, risolvere enigmi e affrontare sparatorie: ma soprattutto bisogna seguire la storia, la vera ragione per cui Uncharted 4 si distingue da buona parte delle altre uscite previste per il 2016 nel settore dei videogiochi. Trama, dialoghi e recitazione sono molto curati e costituiscono la parte più importante e apprezzata del gioco. Molte delle circa 27 ore di durata di Uncharted 4 sono dedicate alle animazioni in cui il giocatore assiste senza intervenire allo svolgersi della storia, una delle più convincenti e coinvolgenti che siano mai state realizzate, secondo gran parte dei critici.
Che cos’è
Uncharted 4 è il quarto capitolo della serie Uncharted, che ha esordito nel 2007 su Playstation 3.I game director del gioco – cioè, semplificando, l’equivalente dei registi – sono Neil Druckmann e Bruce Straley, che erano stati anche gli autori di The Last of Us, un gioco del 2013 (di zombie, ma che in realtà parlava di tantissime cose) che è considerato tra i migliori mai realizzati. È un gioco d’azione in terza persona: il giocatore segue cioè il protagonista da un’inquadratura alle spalle del protagonista (come nella serie Tomb Raider, alla quale per molti versi si ispira Uncharted). Uncharted 4 è un videogioco a struttura lineare: a differenza della maggior parte dei giochi d’azione prodotti negli ultimi anni (come GTA V, Fallout e The Division), il giocatore non ha a disposizione un intero mondo da esplorare a piacimento, ma deve seguire i binari di una trama preparata dagli sviluppatori.
Se questo da un lato significa limitare la libertà del giocatore, vuol dire anche, almeno in teoria, che ogni elemento del gioco è molto più curato e coreografato. Questo è l’aspetto più importante di Uncharted 4, uno di quei giochi che hanno cercato di attraversare lo spazio – tecnico e di “percezione” nel pubblico – che separa i videogiochi dai film. Il sito The Verge scrive che il gameplay (cioè la parte interattiva, il videogioco vero e proprio) «serve solo a tenere il giocatore sufficientemente coinvolto da non farlo distrarre durante i dialoghi». Uncharted 4 prevede anche la possibilità di giocare partite multigiocatore.
La storia
Nathan Drake è un personaggio ispirato ai protagonisti dei film d’avventura di serie B degli anni ’30, gli stessi reinterpretati da Steven Spielberg e George Lucas in personaggi come Indiana Jones e Han Solo. Le prime tre avventure della serie hanno una trama coinvolgente, ma tutto sommato ordinaria: cacce al tesoro, scontri con cattivi diabolici e avventure romantiche. Il quarto capitolo invece cerca di raccontare una storia giudicata dai critici più matura e psicologicamente complessa.
L’inizio della storia è relativamente scontato: il protagonista e la sua compagna stanno cercando di smettere di andare in giro per il mondo a cercare tesori e ritirarsi a una vita più tranquilla e ordinaria. Nelle prime fasi del gioco, però, compare un personaggio legato a Drake che lo convince a iniziare quella che può essere definita “l’ultima avventura”. Da qui cominciano una serie di eventi che porteranno Drake ad affrontare di nuovo inseguimenti rocamboleschi, sparatorie e scalate in giro per posti esotici. Lo sviluppo della storia però insiste molto – e secondo gran parte delle recensioni, in maniera efficace – sul dilemma del protagonista, che è presentato come diviso tra il suo desiderio di azione e le sue responsabilità della vita adulta.
Cosa se ne dice
L’accoglienza di Uncharted 4 è stata molto positiva da parte di tutte le principali testate che si occupano di videogiochi e da parte del pubblico. L’aggregatore di recensioni Metacritic gli ha assegnato un punteggio di 93 su 100, sulla base di 90 recensioni diverse. Le principali critiche negative riguardano l’aspetto del gameplay, che secondo IGN – e molti altri – è per certi versi poco sviluppato. La parte “stealth”, che consiste nell’affrontare una parte del gioco cercando di non farsi vedere dai nemici per evitare di scatenare una sparatoria, è secondo i critici molto rudimentale per un gioco uscito nel 2016. Ad esempio: una volta ucciso un nemico, non è possibile spostare il suo corpo, e si rischia così che i nemici si accorgano di quello che è successo.
Secondo IGN il terzo capitolo di Uncharted 4, uno dei più lunghi del gioco, è troppo lento e ripetitivo: ciononostante ha assegnato al gioco un punteggio di 9 su 10, sottolineando in particolare il livello di maturità raggiunto dalla storia e il fatto che sia resa credibile e solida grazie a dialoghi ben scritti e recitati altrettanto bene dai doppiatori. Ha scritto Lorenzo Fantoni nella sua recensione sulla rivista online Prismo:
Volendo tirare le fila per i più scettici (se ce ne sono): Uncharted 4 è bello. Di quel bello che ti fa venire voglia di andare da quelli che disprezzano i videogiochi per costringerli a giocarlo in una versione moderna della cura Ludovico. Siamo di fronte a un’esperienza che appaga ogni senso, esclusi forse tatto e odorato, ma solo perché nella Collector’s Edition non hanno messo un profumo. Un gioco pensato per essere bilanciato e perfetto che forse non vi metterà alla prova, ma che rappresenta l’ideale messa in scena della pietra filosofale che unisce videogiochi e cinema, narrazione visiva e interazione. Un’esperienza estetizzante: si può non essere d’accordo con i princìpi che ne regolano il funzionamento, ma non si può negare che il modo in cui li mette in atto è semplicemente perfetto. Imperdibile.