«Io vivo nella Possibilità»
Una poesia di Emily Elizabeth Dickinson su cos'è la poesia (bonus: Bill Murray che la legge)
Emily Elizabeth Dickinson è stata una poetessa statunitense tra le più famose e apprezzate di sempre. Nacque il 10 dicembre 1830 a Amherst, in Massachusetts, e morì nella stessa città il 15 maggio del 1886, 130 anni fa. La famiglia di Dickinson era puritana: riferendosi al padre, che faceva l’avvocato e il tesoriere di un college, lei scrisse: «È troppo impegnato con le difese giudiziarie per accorgersi di cosa facciamo. Mi compra molti libri ma mi prega di non leggerli perché ha paura che scuotano la mente». Dickinson visse quasi sempre nella casa in cui era nata e di lei si dice che si vestisse solo di bianco, come segno di purezza. I dwell in Possibility è una delle sue poesie più famose e tra le altre cose parla della poesia, e della sua capacità di essere superiore alla prosa.
La traduzione italiana di Margherita Guidacci
Io vivo nella Possibilità,
una casa più bella della Prosa,
di finestre più adorna,
e più superba nelle sue porte.Ha stanze simili a cedri,
impenetrabili allo sguardo,
e per tetto la volta
perenne del cielo.L’allietano visite dolcissime.
E la mia vita è questa:
allargare le mie piccole mani
per accogliervi il Paradiso
La versione originale
I dwell in Possibility
A fairer House than Prose
More numerous of Windows
Superior—for DoorsOf Chambers as the Cedars
Impregnable of Eye
And for an Everlasting Roof
The Gambrels of the SkyOf Visitors—the fairest
For Occupation—This
The spreading wide of narrow Hands
To gather Paradise
Qualche anno fa Bill Murray fece una di quelle cose da Bill Murray, e andò a leggere poesie agli operai di un cantiere. I dwell in Possibility è una delle poesie che scelse di leggere (dal minuto 2:50 in poi).